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Estate a Milano? «Come in guerra»

Il rapper Marracash

di Redazione

«Rimangono solo ladri e sbirri. Meglio fare le scorte prima che chiuda tutto» Fabio Rizzo, in arte Marracash, è sì un rapper milanese, ma soprattutto un giovane di 30 anni cresciuto tra la Chinatown di via Paolo Sarpi e il quartiere popolare della Barona, a sud della città. Tante le estati passate all’ombra della Madonnina, come canta in Estate in città nell’album d’esordio. Vita lo ha raggiunto durante la campagna per l’uscita del suo secondo lavoro – Fino a qui tutto bene – per farsi raccontare pregi e difetti di una vacanza cittadina.

Vita: Quante estati trascorse in città?
Marracash: Ne ho fatte parecchie di estati a Milano quando ero adolescente.
Vita: Un esperto, quindi. Cosa si fa a Milano d’estate?
Marracash: Ci si spara.
Vita: Addirittura?
Marracash: Da una parte la città è godibile perché verso agosto la temperatura si abbassa, non c’è traffico, si trova parcheggio e si sta tranquilli. Se la ami è il momento più bello perché è tutta per te. Però chiude tutto e non trovi nulla da fare. Come dico nella canzone, rimangono solo «ladri e sbirri». È una città lavorativa. Nessuno si è mai preoccupato di pensare e dare possibilità a quelli che rimangono. L’unico caso in cui è una grande occasione è se devi riposarti o lavorare.
Vita: Ci sono le piscine però…
Marracash: Sì, la piscina è il luogo dove lo sfigato milanese va a rifugiarsi e a cercare refrigerio. In generale a me non piace. Troppa confusione. In ogni caso non è che puoi andare in piscina per trenta giorni di fila…
Vita: Quindi cosa consiglieresti a chi è costretto a rimanere a casa?
Marracash: Innanzitutto, ed è la cosa più importante, procurarsi tutto quello che serve. Una sorta di sindrome da guerra. Dopo è troppo tardi. E parlo soprattutto ai fumatori. In secondo luogo, una compagnia femminile. Da ultimo affittarsi dei gran film.
Vita: Insomma, una tragedia…
Marracash: Si se si tratta di Milano. In altre città la musica cambia. A Roma è un’altra storia. Ci sono i parchi, disponibili h24, concerti, locali all’aperto. C’è un’idea e una programmazione per chi rimane. Come Firenze o Perugia. Posti turistici. A Milano ci sono rimasti il Festival Latino e il Carroponte, che però non so se va avanti anche ad agosto.
Vita: C’è un’estate di cui ti ricordi di più?
Marracash: Quando lavoravo per le Poste Svizzere in via Valtellina. Facevo il capo magazziniere, il che ti fa capire la serietà del lavoro. Gestivo un gruppo di peruviani. Lavoravamo a cottimo, e per questo lavoravo anch’io come un peruviano. Facevamo i cataloghi con le offerte dei supermercati. Guadagnavamo come dottori, 250 euro al giorno.

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