Famiglia

Estate 2015, a Milano è boom per le Scuole Aperte

Almeno 40 in città gli istituti scolastici “aperti per ferie” con attività di ogni tipo, dai campus di inglese alle lezioni di danza. Giovanni del Bene, ex preside del comprensivo Cadorna ora a capo dell’apposito ufficio comunale, commenta il risultato delle iniziative organizzate quest’anno in città e nell’hinterland

di Marina Moioli

Sono almeno 300 i ragazzi milanesi che quest’estate hanno passato le vacanze a scuola, tra campus di inglese, lezioni di danza o gite in montagna grazie all’iniziativa “Scuole Aperte” che ha coinvolto circa una sessantina di istituti scolastici: 40 solo in città e il resto nell’hinterland.

«Non c’è alcun dubbio che il progetto funziona e che la strada da percorrere è quella della nuova governance condivisa tra Stato e utenti», commenta Giovanni Del Bene (nella foto), ex preside del comprensorio Cadorna (uno degli apripista della nuova tendenza con le sue aule aperte da anni fino a tardi, anche durante le vacanze di Natale, per attività di ogni tipo), oggi consulente dell’ufficio “Scuole Aperte” del Comune di Milano che ha sede in via Marconi 2, presso l’Assessorato al Benessere, Qualità della Vita, Sport, Tempo libero e Verde affidato a Chiara Bisconti. Il servizio è nato a fine 2012 in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale con l'obiettivo di aiutare asili, elementari e medie a organizzarsi per trasformare i propri spazi in luoghi di incontro per la città.

Quest'estate, a Milano, sono stati circa 40 gli istituti coinvolti in varie iniziative grazie all’apporto delle associazioni di genitori: dai laboratori di teatro e di ceramica ai corsi di pallavolo e minibasket. Ad esempio per gli allievi dai 6 ai 10 anni dell’elementare Dolci è stato organizzato un campus di inglese con maestri madrelingua e ogni giorno circa trenta bambini hanno giocato, fatto i compiti delle vacanze e chiacchierato tutto il giorno sempre rigorosamente in inglese e portandosi anche il “lunch” per ovviare al problema della mensa chiusa. Nelle scuole primarie di via Bodio e via Guicciardi, che fanno parte del comprensivo Maffucci, sono state proposte lezioni di danza e di costruzione con materiali di recupero, mentre all’istituto Rinascita hanno anche organizzato una gita in montagna.

«I numeri di quest’estate confermano un nuovo modo di pensare alla scuola come servizio per il quartiere che si sta radicando. L’attore fondamentale restano le associazioni dei genitori», precisa Del Bene. «Quelle legalmente riconosciute hanno la possibilità di utilizzare gratuitamente i locali in cui svolgere le attività, che possono essere finanziate dal Comune e diventare un partner privilegiato per la promozione di queste attività: in questo modo l'utenza può affiancare la scuola e creare un valore aggiunto, sia come risorsa di carattere materiale, sia come ampliamento dell'offerta formativa».

Per coinvolgere gli istituti il Comune sta mettendo a punto un bando che utilizza parte dei fondi ministeriali della legge 285 per la promozione dei diritti dell'infanzia e dell’adolescenza, proprio per aiutare le scuole ad aprirsi al territorio. E il prossimo 3 settembre alla Festa dell’Unità, al convegno "La scuola che cambia, cambia l’Italia" (con Luigi Berlinguer, Davide Faraone, Loredana Leoni e con le buone pratiche a cura di Giovanni Del Bene e Giovanni Bocchinfusi), certamente si parlerà anche del successo dell’iniziativa Scuole Aperte a Milano destinata a “fare scuola” in altre città.

Il sito del Forum scuole aperte

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