Famiglia

Est Europa, in calo il numero di bambini in istituto

Negli 11 paesi con più alto tasso di istituzionalizzazione il numero dei piccoli fuori famiglia accolti in strutture tradizionali è calato di 16mila unità dal 2013 a oggi. Ma molto resta ancora da fare, soprattutto per i piccoli rom e disabili

di Gabriella Meroni

Buone notizie per i minori senza famiglia: il numero dei bambini in istituto è calato di 16mila unità rispetto al 2013 negli 11 paesi in cui è alto il tasso di istituzionalizzazione e che sono al centro della campagna Opening Doors for Europe’s Children di Eurochild e Hopes and Homes for Children. Tuttavia, la povertà resta la causa principale per l'istituzionalizzazione dei bambini, almeno nei paesi considerati, che sono Bulgaria, Estonia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Romania, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Moldavia e Ucraina. "Gli ultimi dati sono incoraggianti, ma resta ancora molto da fare", ha dichiarato Jana Hainsworth, Segretario Generale di Eurochild. In tutta Europa si calcola che siano 1 milione i minori in istituto, più della metà dei quali vivono nell'Unione Europea.

Il sostegno della UE per de-istituzionalizzazione, insieme agli sforzi delle ong nazionali hanno comunque portato a miglioramenti della situazione negli ultimi due anni, soprattutto grazie a fondi specifici destinati a favorire la transizione dagli istituti alle comunità familiari e all'affido. Tuttavia, una notevole quantità di bambini sono ancora affidati allo Stato e le percentuali di disgregazione familiare sono particolarmente alte in molti paesi, tra cui Bulgaria, Lituania, Serbia e Ucraina. In Grecia e in Ungheria, inoltre, la povertà infantile è in aumento, il che conduce al contestuale aumento del tasso di istituzionalizzazione.

I dati paese per paese mostrano anche che i bambini rom e quelli con disabilità sono la stragrande maggioranza di quelli in istituto. E il divieto di istituzionalizzazione dei bambini sotto i tre anni non è rispettato in molte nazioni dell'Unione.


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