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Essere famiglia: voci di possibili felicità

Bambini adottati dall'altra parte del mondo, ragazzi che si mettono in viaggio da soli in cerca di una nuova vita, ragazzi fragili che chiedono agli adulti di cambiare: le famiglie sono cambiate e cambia il modo di sostenerle. Ciai racconta bisogni e risposte nel suo primo podcast, lanciato nel giorno in cui l'affido compie 40 anni

di Sara De Carli

«Io sono arrivata dall’India nel 1983, a 6 anni. Io non ricordo niente della mia storia prima dell’adozione, posso dire che la mia viota è iniziata quando sono arrivata qui in Italia»: così dice Maria, una delle prime bambine adottate in Italia con il Ciai. Maria racconta la sua storia nella prima puntata di Storie di diritti, voci di felicità, il primo podcast firmato Ciai. La prima puntata è disponibile da oggi, giovedì 4 maggio su Spotify e sulle principali piattaforme audio. La serie in 5 puntate è stata scritta e prodotta da Officina del Podcast: le successive puntate usciranno, per un mese, sempre di giovedì, il 18 maggio, 1, 15 e 29 giugno.

«La data scelta per l’uscita della nostra prima serie podcast non è casuale. Il 4 maggio infatti è una ricorrenza fondamentale nel mondo delle adozioni, giorno in cui i celebrano i 40 anni della legge 184 che ha sancito il diritto di ogni minore a crescere in una famiglia», spiega Paolo Limonta, presidente del Ciai. «Noi famiglie, fondatrici nel 1968 del primo ente autorizzato alle adozioni internazionali, abbiamo pensato una procedura corretta per le adozioni internazionali, che poi è entrata nella legge 184. L’adozione internazionale infatti non era assolutamente prevista nella nostra legislazione», ricorda Valeria Rossi Dragone, per 25 anni presidente di Ciai. «Le nostre famiglie sono stati pioniere delle adozioni internazionali, dimostrando che tutti i bambini non solo hanno diritto e bisogno di una famiglia per crescere ma anche del villaggio, come cita un famoso proverbio. E così anno dopo anno Ciai, nel rispetto dei diritti di minori e famiglie, ha colto bisogni e ha anticipato cambiamenti sociali», aggiunge Limonta.

La serie audio, ricca di voci e testimonianze dirette, diventa così un viaggio di oltre 50 anni dell’associazione soffermandosi su alcune “pietre miliari” nella tutela dei diritti, sulle forme di accoglienza possibili, sulla conquista del benessere per bambini e famiglie: percorsi verso molte, possibili felicità. Ecco i temi delle cinque puntate.

FIGLI (4 maggio) – Le storie di Maria e Angel, diventati figli dopo un viaggio in aereo. Figli che arrivano da lontano, diversi e per questo bellissimi. Sono i figli che attraverso l’adozione hanno creato, dal 1968 ad oggi, nuove famiglie italiane aperte alle molte forme di accoglienza.

VIAGGIO PER VIVERE (18 maggio) – Ragazze, ragazzi, donne sole con i bambini che fuggono da guerre e povertà. Persone che vengono da lontano per ricominciare da capo e iniziare una nuova vita. Le storie di Ousman e Bijoux a Palermo: le loro nuove vite in Italia con il sostegno dei progetti Harraga2 e Mano nella mano.

COSA C’E’ DI SBAGLIATO? – Le società dei ragazzi sono più povere: in loro non c’è nulla di sbagliato, negli adulti invece c’è spesso poca consapevolezza sugli effetti delle molte povertà educative che hanno a che vedere con i diritti e le responsabilità, l’uguaglianza, la felicità dei giovani e degli adulti di domani.

VOGLIO STARE BENE – Cosa fa star bene i ragazzi, oggi? Cosa li rende apatici o incapaci di agire per il loro benessere? Storie di giovani alla ricerca di benessere e felicità e di un progetto Ciai, Attiva-Mente, pensato anche per sostenere le famiglie.

TUTTE LE FAMIGLIE FELICI – Chi sono, come sono composte le nuove famiglie di oggi? Famiglie adottive, affidatarie, biologiche, composte da single o coppie omogenitoriali: tutte sono risorse per la crescita di bambine, bambini e ragazzi, nel rispetto dei diritti e nella conquista di benessere e felicità.

«Cinquant’anni fa la trasformazione sociale riguardava soprattutto l’apertura al diverso, l’accoglienza; oggi la trasformazione sociale mette in gioco anche la struttura stessa delle famiglie e i molti strumenti di tutela per l’infanzia, tra i quali l’affido familiare nelle sue molte forme», aggiunge Francesca Silva, direttrice di Ciai. «Ecco perché raccontare Ciai significa raccontare la storia di un cambiamento sociale, attraverso progetti, campagne, battaglie condotte da un’associazione che ha dedicato la vita all’adozione, alla tutela dei diritti di minori fragili e soli, all’inclusione di ragazze e ragazzi di qualsiasi origine e provenienza, non da ultimo, alla cura e al benessere delle nuove famiglie».

Foto di MohammadHosein Mohebbi su Unsplash

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