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Essere credito cooperativo ai tempi dell’Ai

Due giorni di studio a Firenze organizzati dalla Federazione delle Bcc lombarde sull'impatto dell'intelligenza artificiale sull'attività bancaria. Uno snodo importante per istituti che fanno della relazione con comunità e cittadini il nucleo della propria azione. Parlano Giuseppe Maino, presidente Gruppo Bcc Iccrea, Giorgio Fracalossi, Gruppo Cassa Centrale, e il presidente della realtà organizzatrice, Alessandro Azzi. Ascolta l'episodio

di Giampaolo Cerri

Fare banca con l’Ai. Un successo, anzi un trionfo. Già ma se siete una banca di relazione, se il vostro approccio alla clientela passa dal rapporto con la comunità, se il vostro successo si poggia proprio su questa prossimità, qualche domanda dovete farvela. Interrogandovi come quell’innovazione vada introdotta senza che ponga filtri col cliente, spersonalizzi quel rapporto, diventi un filtro nuovo – efficiente e bellissimo magari – fra voi e quella persona coi suoi bisogni. E se siete una banca cooperativa, se cioè fate mutualità, questo moltiplica tutto all’ennesima potenza.

Comprensibile, dunque, anzi confortante che le banche di credito cooperativo, che sono esattamente nella situazione di cui sopra, ragionino sull’intelligenza artificiale.

Lo hanno fatto in questi giorni, convocate a Firenze, dalla Federazione lombarda della Bcc, presieduta di Alessandro Azzi. In 300 nel suggestivo Teatro Niccolini, (leggi) ad ascoltare grandi esperti ma anche a raccontare e a raccontarsi.

Per I podcast di ProdurreBene, abbiamo intervistato i presidenti dei due gruppi in cui oggi è distribuito il credito cooperativo italiano: Giuseppe Maino, del Gruppo Bcc Iccrea, e Giorgio Fracalossi, del Gruppo Cassa Centrale,

Maino: «Non rinunciamo al nostro modello»

Ragionando sugli effetti dell’Ai, Maino chiarisce: «Non possiamo rinunciare alla prossimità direi fisica, l’abbiamo dimostrato fino adesso: fa parte del nostro modello e io credo che il modello noi non lo possiamo proprio cambiare, perché se lo cambiassimo saremmo perdenti. Oltretutto adesso è un modello che si dimostra vincente e premiante anche dal punto di vista Esg. Dico sempre che noi siamo nativi Esg perché siamo nati già risolvere quei problemi magari più sociali ma anche economici territoriali, cosa che adesso le normative ci obbligano a fare».

Fracalossi: «Un lavoro su di noi»

Il suo omologo Fracalossi racconta che «in Cassa Centrale, come gruppo bancario cooperativo, ci poniamo questi temi, ma ce li poniamo anche nei nostri modelli organizzativi, come evolveremo noi, che impatto avrà sulle nostre banche, sul nostro modo di lavorare, con i nostri rapporti con i clienti, con i nostri soci, con i nostri collaboratori. Perché», sottolinea il presidente, «i primi utilizzatori per noi, quelli che devono imparare a utilizzarla, sono i nostri collaboratori che poi dovranno parlare con i nostri soci».

Azzi: «Occorre un impegno antropologico»

Fa loro eco, il padrone di casa, seppure in trasferta, Azzi: «Portiamo a casa la consapevolezza che la sfida dell’intelligenza artificiale non può essere affrontata senza un impegno particolare dal punto di vista antropologico. E quindi la tecnologia, certamente, ma al servizio della persona e ovviamente perché questa tecnologia sempre più avanzata rimanga al servizio della persona, occorre un incremento di formazione e di consapevolezza di capacità e di valori etici».

Alessandro Azzi, Federazione Bcc Lombardia

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