Politica

Esplode la bomba Bisignani

L'arresto scoperchia una storia di ricatti, affari e potere

di Franco Bomprezzi

Brutta storia, oggi, in apertura dei giornali italiani. Dossier, ricatti, notizie riservate acquisite illecitamente e poi utilizzate; interventi per pilotare appalti, nomine e per condizionare la politica. Ci sarebbe tutto questo, secondo la Procura di Napoli, dietro l’attività di Luigi Bisignani e la sua presunta associazione segreta. Bisignani da ieri mattina è agli arresti domiciliari e una ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip anche verso Alfonso Papa, parlamentare del Pdl. Nelle carte e nelle telefonate citati Gianni Letta e Italo Bocchino.

“Ricatti, arrestato Bisignani” è il titolo che apre il CORRIERE DELLA SERA. “Jaguar, Rolex, soldi e posti alle amanti” è il titolo che rimanda ai pezzi di Giovanni Bianconi e Fiorenza Sarzanini, alle pagine 5 e 6. A pagina 2 Sergio Rizzo racconta il personaggio: “Amici e denaro, il potere segreto del giallista”. Scrive Rizzo: “ E’ stato un servizio di Paolo Mondani per la trasmissione Report di Milena Gabanelli a rivelare il ruolo determinante avuto da Bisignani in una delle operazioni più clamorose che abbiano coinvolto negli ultimi anni un’azienda pubblica: la vendita di Wind da parte dell’Enel al magnate egiziano Naguib Sawiris. Figlio di un ex alto dirigente della Pirelli, lui è uno dei rari milanesi che hanno scelto Roma per realizzarsi negli affari. Anche se affari un po’ particolari. La sua carriera comincia alla macchina da scrivere: giornalista dell’Ansa. Giovanissimo diventa capo ufficio stampa di un potente ministro democristiano. Si chiama Gaetano Stammati e nel maggio 1981 il suo nome sarà scoperto dai giudici Gherardo Colombo e Giuliano Turone negli elenchi della P2 di Licio Gelli. Ma nei libroni di Castiglion Fibocchi a quanto pare c’è anche lui, il ventottenne Luigi Bisignani, accanto a ministri, direttori di giornali, alti papaveri militari e a un signore che diventerà presidente del Consiglio, allora qualificato soltanto come «apprendista muratore» . Una specie di affronto, per Silvio Berlusconi. Che rievocherà: «Ricevetti la tessera di apprendista muratore. Dissi di rimandarla indietro. Mi fanno Grande Maestro o niente!»” . Lorenzo Salvia a pagina 3 cita la reazione di Gianni Letta: “«Non so cosa Papa possa aver acquisito su di me, cado dalle nuvole» . Non parla spesso Gianni Letta. Ma decide di farlo dopo la richiesta d’arresto per Alfonso Papa, il parlamentare del Pdl ed ex magistrato accusato di aver acquisito informazioni sulle indagini a carico, tra gli altri, anche del sottosegretario alla presidenza del Consiglio. «Non ho mai parlato con lui di presunte inchieste a mio carico— dice Letta — non sapevo nemmeno che esistessero e non so neppure se davvero esistano» . E il ministero dell’Economia diffonde una nota: «Il professor Giulio Tremonti non ha mai ricevuto segnalazioni dal dottor Bisignani Luigi su nomine al Poligrafico, né su altro» . Ma per il resto un’inchiesta che pure potrebbe avere effetti politici molto pesanti lascia il Palazzo quasi in silenzio”. La Sarzanini descrive a pagina 5 il deputato del Pdl Alfonso Papa: “Si circondava di belle donne Alfonso Papa, il magistrato diventato nel 2008 parlamentare del Pdl. Ma alla fine sono state proprio loro a tradirlo, confermando come attraverso la sua «rete» fosse in grado di ricattare imprenditori e uomini delle istituzioni. Secondo l’accusa, acquisiva notizie sulle inchieste «con le sue truppe» e prometteva «protezione e aiuto» agli indagati. Ma in cambio pretendeva soldi e costosi regali per le sue amanti. Le ricompensava con una casa, una Jaguar a disposizione, Rolex e altri gioielli. Ma le preferite ottenevano un impiego o una consulenza negli Enti pubblici. Si faceva valere anche con i potenti Papa. E proprio grazie alla sua capacità di carpire informazioni segrete sarebbe riuscito a farsi inserire nella lista del Pdl. Letta: «Sollecitazioni anche a Berlusconi» Sono due donne a raccontare come fosse stato Luigi Bisignani a «far entrare Papa in Parlamento» e lo stesso Bisignani conferma: «Mi chiese di appoggiare la sua candidatura alle elezioni del 2008 e io ne parlai con Verdini che compilò le liste. Papa fu sicuramente appoggiato da Pera e da Castelli»”. E Bianconi a pagina 6: “Bisignani ai magistrati: a Palazzo Chigi le notizie sui processi”. Scrive il cronista giudiziario: “Ci sono le intercettazioni e le testimonianze di tante persone, protagonisti e spettatori delle trame individuate dalla Procura di Napoli dietro quel gruppo di potere occulto soprannominato P4. Alla fine però, è stato proprio uno dei presunti appartenenti al «sistema criminale» , Luigi Bisignani, ad aver fornito i principali riscontri al quadro accusatorio disegnato dagli inquirenti. Con alcune parziali ammissioni, seppure in chiave difensiva, che gli hanno evitato di finire in carcere. Come quando l’uomo d’affari, definito dai pubblici ministeri «ascoltato consigliere dei vertici dirigenziali di alcune delle più importanti aziende controllate dallo Stato, di ministri, sottosegretari e alti dirigenti statali» , spiega di aver avuto un ruolo nella nomina di Roberto Mazzei al vertice del Poligrafico dello Stato”.

«Spiavo i pm e informavo Letta» è il titolo di apertura de LA REPUBBLICA. «Inchiesta P4, arrestato Bisignani. Era un uomo chiave di Palazzo Chigi. Il faccendiere costruiva dossier e ricatti. Nelle carte Verdini, Bocchino e Tremonti. Chiesto il carcere per il deputato pdl Alfonso Papa», si spiega nell’occhiello e nel catenaccio. Il contenuto dei verbali dell’inchiesta viene descritto da Francesco Viviano e Carmelo Lopapa. «Bisignani: Così controllavamo i giudici. Papa era la mia talpa, aiutò Verdini sulla P3 e fece il salto di qualità», sintetizza Viviano. Mentre Lopapa si occupa di «Aziende pubbliche ed escort, le mani dell’ex piduista sulle scelte del Palazzo». I verbali delineano «Una rete che parte dal ministero dell’Economia e che si ramifica nei gangli profondi dello Stato. Dossieraggi per manipolare e sfruttare informazioni segrete e atti giudiziari. Per mettere le mani su appalti pubblici e nomine. Dentro c’è di tutto. Spuntano i nomi di ministri avvicinati e contattati, di generali e vertici dei servizi, boiardi che chiedono o ricevono favori. Ci sono le ingerenze su Finmeccanica e le incursioni in Trenitalia. Ricatti tentati al vicepresidente del Csm Vietti e le amanti da piazzare e raccomandare, escort da mettere in conto». Il ritratto di Bisignani è firmato da Alberto Statera: «Il burattinaio nell’ombra: Storia di “Gigi il federatore”, una rete di spie e faccendieri, da Licio Gelli ai nuovi dossier» è il titolo dell’articolo a pagina 3. «Va bene l’esito delle amministrative, va bene quello del referendum, ma l’arresto di Gigi il federatore è forse l’autentico segno del cielo sulla fine del berlusconismo», esordisce Statera. Si ricorda che la «silenziosa ragnatela» del «piccolo e oscuro» faccendiere, non si limita «ai Letta e ai Geronzi». Infatti «scattava e forse scatta tuttora sull’attenti l’ex segretario generale di Palazzo Chigi ed ex direttore generale della Rai Mauro Masi», «si inchinava e s’inchina» anche «il capo della Finmeccanica Gianfranco Guarguaglini, con la sua signora e il suo uomo di mano Lorenzo Borgogni. Si genuflette Guido Bertolaso».

Al solito non va per il sottile il titolo del GI0RNALE di Sallusti che in cover spara a zero contro il “tritacarne giudiziario”. Questi titolo e sommario: “Pattume anche su Letta – Il pm Woodcock arresta il lobbista Bisignani, ma punta in alto. Il gip: mancano le prove. Ma intanto le carte girano e contengono nomi illustri. Coinvolto anche un deputato Pdl. Al tema sono dedicate le pag 10 e 11, nonché l’editoriale a firma del direttore. Partiamo da qui. Scrive Sallusti: «…L’ultima impresa del no­stro magistrato eroe è aver ottenuto gli arresti domici­liari per Luigi Bisignani, un signore tanto sconosciuto dal pubblico quanto noto tra i potenti di ogni colore, ordine e grado. Un lobbi­sta che si muove dietro le quinte da anni con alterne fortune. Secondo Woo­dc­ock era a capo di una log­gia segreta ( P4),di un’asso­ciazione criminale con di­ramazioni nella politica, nelle grandi imprese, nei giornali. Peccato che il gip che doveva autorizzare la più grande retata della sto­ria, lette le carte gli ha dato un gigantesco due di pic­che: bel teorema ma non ci sono le prove. Su dicianno­ve capi di accusa (manca­vano stupro e omicidio) al momento sono rimasti in piedi violazione del segre­to istruttorio e favoreggia­mento. Ma tanto è bastato per fare esplodere la bom­ba mediatica… Un primo obiettivo questa macchina infernale l’ha già ottenuto: gettare om­bre su Gianni Letta (come sull’ex direttore generale della Rai Masi e altri anco­ra), il cui nome risulta nel primo malloppo di docu­menti come amico di Bisi­gnani e percettore di favori non meglio identificati. Tanto per cambiare nel mi­rino c’è il cuore del berlusconismo». All’interno da segnalare il ritratto che Stefano Zurlo  firma su Bisignani sotto il titolo: “Gigi, il lobbista inaffondabile che ispira Dagospia e ha amici a destra e a sinistra”.

IL MANIFESTO dedica spazio in prima a l’arresto eccellente di ieri. “In arresto Bisignani, la mente della P4” «È da ieri ai domiciliari Luigi Bisignani, considerato la «mente» della cosiddetta P4, il coacervo di «parlamentari, appartenenti alle forze dell’ordine e anche faccendieri» infiltrata tra procure e istituzioni per fabbricare dossier, agevolare o stroncare carriere, controllare appalti. Richiesta d’arresto anche per il parlamentare Alfonso Papa». All’interno titolone “P4, in manette Bisignani” a firma di Adriana Pollice. «Con Bisignani e Papa sono indagati anche il sottufficiale dei carabinieri di Napoli Enrico La Monica e l’assistente della Polizia di Stato Giuseppe Nuzzo. I quattro, insieme ad altri in corso di identificazione, avrebbero acquisito informazioni su procedimenti penali e ottenuto “dati sensibili” su esponenti di vertice dello stato. Un’associazione segreta con “attività dirette a interferire sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, anche a ordinamento autonomo, di enti pubblici anche economici, nonché di servizi di interesse nazionale”. La Monica, in particolare, avrebbe rivelato notizie coperte da segreto in cambio dell’assunzione all’Aise, i servizi segreti militari. Nella P4 ci sarebbero “parlamentari della Repubblica, appartenenti alle forze dell’ordine e anche faccendieri”. Papa, su richiesta di Bisignani, avrebbe acquisito informazioni su indagini penali che coinvolgono l’ex direttore generale della Rai Mauro Masi, Denis Verdini e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, aiutandolo a “eludere le indagini in corso”. Una rete di rapporti in parte confermata dallo stesso Bisignani e dall’ex assistente parlamentare di Papa, Maria Elena Valenzano, ora nello staff del governatore Caldoro. Coinvolto pure il direttore dell’Avanti Valter
Lavitola, quello volato ai Caraibi per il dossier Fini-Tulliani. Per i pm avrebbe sollecitato La Monica a fornirgli informazioni su un’inchiesta sul termovalorizzatore di Acerra, le notizie “dovevano essere pubblicate per danneggiare la reputazione di Bassolino” scrivono i pm».

“Inchiesta loggia P4: arrestato Bisignani, richiesta per Papa (Pdl)” è il titolo di spalla in prima del SOLE 24 ORE di oggi. Il servizio (con stralci di intercettazioni) è pagina 6, arricchito dal ritratto di Carlo Marroni “Dalle spy story al caso Enimont: 30 anni sotto l’ombra del potere”: «Sta di fatto che da un trentennio il nome di Bisignani è associato alla gestione del potere, tanto che – come riportato di recente da L’Espresso – lo stesso Silvio Berlusconi pare abbia detto di lui: «È il più potente in circolazione, dopo di me». 57 anni, figlio di un alto dirigente della Pirelli in Argentina, “Gigi” da sempre si aggira nelle vie secondarie del centro di Roma tra piazza Mignanelli, dove ha il quartier generale, e piazza Colonna, spesso con sosta per il pranzo in una nota trattoria toscana di Via della Vite. Uomo di relazioni trasversali, ma con una netta predominanza un tempo nella Dc e nel Psi – nel 1976-79 è portavoce del potente ministro democristiano Gaetano Stammati, pure P2 – e poi, con la seconda Repubblica, nel centrodestra. Cui aggiunge un formidabile reticolo anche tra gli alti gradi della burocrazia e delle stellette. Significativo quanto rivelato dallo stesso Bisignani ai pm di Napoli: nei mesi scorsi ammise di aver organizzato un incontro fra il candidato alla direzione dell’Aise, generale Adriano Santini, e il presidente del Copasir, Massimo D’Alema. (…) Una cosa sembra sia sempre stata chiara a Bisignani: il potere si esercita lontano dalle luci della ribalta, che lui ha sempre rifuggito in ogni modo. Quindi niente feste o premiazioni, massima discrezione anche negli spostamenti, visto che come auto blu pare abbia un taxi sempre a sua disposizione, come pare facesse negli anni ’70 anche l’industriale Nino Rovelli quando da Milano calava a Roma. (…) Con gli anni rinsalda il rapporto con Gianni Letta, stringe un solido legame – anche personale – con Daniela Santanchè, e rafforza la sua influenza su una discreta fetta dell’entourage politico-manageriale che ruota attorno a Berlusconi. Tanto che qualcuno ha parlato – ma la cosa non troverà mai conferma – di un numero telefonico di Palazzo Chigi a lui riconducibile. Molti ministri sono considerati suoi amici o a lui più o meno legati – tra gli altri Carfagna, Gelmini, Prestigiacomo – così come un numero imprecisato di manager pubblici e banchieri. Consolidato il rapporto con Paolo Scaroni (Eni), eppoi Cesare Geronzi, Pierfrancesco Guarguaglini (Finmeccanica) e Mauro Masi. A cui si aggiungono alcuni prelati di Curia». 

Lancio in prima e servizi a pagina 11 sul caso “Bisignani”. AVVENIRE inquadra la situazione: il chi, il cosa e il come di una ipotetica P4, una vera associazione a delinquere, oggetto di un’inchiesta della procura di Napoli sfociata ieri nell’arresto, ai domiciliari, di Luigi Bisignani, 57enne uomo d’affari definito nell’imputazione un «soggetto più che inserito in tutti gli ambienti istituzionali e con forti collegamenti con i servizi di sicurezza». Sullo sfondo l’utilizzo di informazioni secretate come merce di scambio per favori. L’indagine è condotta dai pm della Procura di Napoli Francesco Curcio e Henry John Woodcock e cerca di fare luce appunto su un presunto sistema informativo parallelo. Secondo gli inquirenti il quadro è già «nitido», la P4 avrebbe avviato un’attività di dossieraggio clandestino con l’obiettivo di gestire e manipolare informazioni segrete o coperte da segreto istruttorio interferendo anche sulle funzioni di organi costituzionali, condizionandone le scelte, pilotando importanti appalti, nomine e finanziamenti in vari settori della pubblica amministrazione. Ma AVVENIRE dedica un piccolo cameo ad uno dei magistrati titolari dell’inchiesta: Henry John Woodcock. Domenico Marino nel suo “Woodcock, tante inchieste e poco arrosto” ripercorre la carriera del magistrato degli ultimi anni, fatta di inchieste su inchieste che, però, mai hanno portato a risultati. 

“Dossier P4, trema la politica” il titolone di prima su LA STAMPA. “Manette all’imprenditore Bisignani. Ha detto ai pm: informavo Letta”. Un’apertura, quella del quotidiano torinese, in puro stile Tangentopoli, con le prima 4 pagine che presentano il quadro della situazione, scavano nei retroscena e portano alla ribalta la fitta rete imprenditorial-politica coinvolta nello scandalo: Luigi Bisignani, uomo da sempre abituato a tessere nell’ombra (“considerato tra i più influenti uomini di pubbliche relazioni della Capitale”, viene definito), Alfonso Papa, parlamentare Pdl e ex magistrato presso il ministero di Giustizia, colui che “passava le soffiate sulle indagini nei confronti di Letta, Masi e Verdini”, Enrico La Monica, sottufficiale dei carabinieri di Napoli, e Giuseppe Nuzzo, della Polizia. Questo il nucleo operativo della cricca. Ma nel ciclone c’è la politica: “La confessione ai pm: Così informavo Letta delle indagini”, questa la sintesi di quanto Bisignani avrebbe dichiarato alla Procura, che va a colpire il cuore del potere Berlusconiano, il fine tessitore Gianni Letta. Che così si sarebbe espresso in procura su Bisignani: “È una  persona brillante ed estroversa e ben informata, ed è possibile che qualche volta dica più di quello che sa. Bisignani è amico di tutti, è l’uomo più conosciuto che io conosca. Bisignani è uomo di relazione”. Minimizza, insomma, il braccio destro (e pure sinistro) di Berlusconi. A spiegare chi è, o almeno chi si pensa che sia, Bisignani , ci pensa il giornalista Paolo Colonnello, nella pagina (la 5) tutta dedicata a un ritratto social-dietrologistico dell’imprenditore, finanziere, pierre: “Quelle amicizie diagonali che hanno reso potente Gigi”, da Gelli alla Enimont, da Andreotti allo Ior: tutti gli ingredienti giusti, insomma, per farne uno dei personaggi del classico giallo all’italiana.

E inoltre sui giornali di oggi:

FAMIGLIA E LAVORO 
IL SOLE 24 ORE – “Conciliazione una dote (a tempo) di 15 milioni”: «La Aeroporti di Puglia mette a disposizione dei dipendenti un servizio di babysitting e una psicologa per sostenere i genitori-lavoratori. La Tetra Pak affianca con un tutor le persone in congedo. Alla De Agostini hanno inventato il “maggiordomo aziendale” che per due volte alla settimana sbriga le commissioni dei dipendenti negli uffici pubblici. Sono alcuni dei progetti aziendali finanziati con i fondi della legge 53 del 2000, modificata nel 2009 (l’articolo è il 9, attuato dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri 277 del 23 dicembre 2010). Una legge che ha ora una dote finanziaria di 15 milioni di euro. Il dipartimento per le Politiche della famiglia ha infatti appena pubblicato l’avviso di finanziamento per i progetti di conciliazione presentati dalle imprese nel 2011. Si tratta in realtà di risorse disponibili già dal 2010, ma che finora non sono state erogate.  «Cerchiamo di sensibilizzare le imprese sul fatto che promuovere la conciliazione vita-lavoro conviene», spiega Francesca Pelaia, responsabile del servizio conciliazione del dipartimento per le Politiche della famiglia. «Queste azioni creano più motivazione nel personale e fanno crescere la produttività. Eppure, per alcune annualità, in passato – continua – i fondi della legge 53/2000 non sono stati erogati interamente a causa della scarsità di domande. Le imprese conoscono ancora poco questi strumenti. E anche la qualità della progettazione deve migliorare». Dal 2001, primo anno di applicazione della legge, sono stati concessi contributi per 45,4 milioni, 25 dei quali dal 2007 al 2009. I progetti approvati, dal 2001 al 2009, sono stati 738 (su 1.299 i presentati). Ma quali sono gli interventi per cui si possono chiedere i contributi? Le possibilità sono molteplici: si va dalla flessibilità dell’orario di lavoro (part-time reversibile, telelavoro, banca delle ore, orario concentrato) alle azioni per favorire il rientro del lavoratore da un congedo di almeno 60 giorni, fino a nuovi servizi per i dipendenti alle prese con la conciliazione tra vita professionale e vita familiare. Per accedere ai contributi 2011 le aziende hanno due scadenze entro cui presentare la domanda e i progetti: 13 luglio e 28 ottobre. La domanda va inviata telematicamente tramite il sito www.conciliazione.politichefamiglia.it, e poi anche in formato cartaceo». 

CASTA
ITALIA OGGI– L’idea di sfoltire i costi della politica lanciata da Tremonti lunedì alla Confartigianato piace anche al Pd. Lo dimostrano, sostiene il pezzo “Tremonti rilancia; tagli alla casta”, le dichiarazioni di Enrico Letta sull’Avvenire di ieri  «il Pd presenterà prima delle ferie, una proposta che cancelli gli strumenti  in eccessi, a partite dalla necessità di superare il vitalizio per i parlamentari». Bertoncini, cha ha firmato il pezzo pubblicato a pag 4, scrive che«Letta ha compreso quale sia l’aspetto, fra i costi della politica, che da decenni maggiormente irrita gli elettori. Il fatto che un parlamentare acquisisca il diritto, dopo pochi anni di contributi versato, di percepire una pensione mascherata da assegno vitalizio è irritante, impopolare, detestato». 

PRECARI E BRUNETTA
CORRIERE DELLA SERA – A pagina 17: “I precari contestano Brunetta: «Insultati»”. Scrive Fabrizio Caccia: “Quella frase, «siete l’Italia peggiore…» , ha scatenato l’inferno. Ora è guerra aperta tra Renato Brunetta e i precari del lavoro. La rabbia ieri si è sfogata sul web. La pagina Facebook del ministro della Pubblica Amministrazione è stata invasa da migliaia di messaggi non proprio amichevoli: «Quando si dice che uno non è all’altezza…» . E ancora: «L’unico indegno sei tu…» . Ma la protesta monta: oggi alle 18, davanti a Palazzo Vidoni, la sede del ministero, è annunciato un sit-in. E lunedì prossimo scenderà in piazza anche la Cgil, secondo cui sono circa 240 mila i precari nella pubblica amministrazione e oltre 200 mila quelli della scuola”.
  
VITA
ITALIA OGGI– Il nostro settimanale spopola sulla rubrica PERISCOPIO a pag 7. Un pezzo dell’ intervista pubblicata da Vita a Giulio Sapelli e quella a Paolo Massobrio, sono state selezionate da ITALIA OGGI tra quelle più brillanti pubblicate dai giornali italiani.

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