Famiglia

Esperienze/2. Torino Vallette e cous-cous

Cucina esotica e un bar accogliente nel cuore di un quartiere difficile. Per recuperare minori detenuti

di Luca Fiore

Un piccolo bar-ristorante al quartiere delle Vallette di Torino, una cinquantina di posti, un centinaio di coperti al giorno. È il locale della Cooperativa Stranaidea che dà lavoro a 8 minori italiani e stranieri provenienti dall?area penale. «I ragazzi imparano da tre cuochi professionisti», racconta la presidente della cooperativa Cinzia Policastro, «un italiano, un magrebino e una slava». Il pane, la pasta e i dolci sono preparati a mano ogni giorno nelle due cucine che servono il locale: la prima è dedicata al ristorante, mentre l?altra è una sorta di atelier dove i segreti della cucina sono tramandati in uno stimolante contesto multiculturale. Nel deserto urbano delle Vallette, questo locale è un?oasi di socialità e il bancone di legno del bar uno dei rari luoghi di aggregazione per la difficile realtà del quartiere. A favorire la socialità, la buona cucina dei ragazzi della Stranaidea, che è entrata nel cuore della gente anche per i suoi prezzi imbattibili. «Sei euro e mezzo per il piatto unico, 7,5 il menù completo: primo, secondo, contorno, dolce e caffè», dice la Policastro. Da Stranaidea durante la settimana il ristorante è aperto a pranzo e il bar tutto il giorno, «mentre si anima di notte in occasione di feste e iniziative varie per le quali la scuola di cucina offre il servizio di catering». Ma durante i fine settimana le tartine e gli aperitivi della cooperativa servono anche per battesimi, cresime e matrimoni. «Abbiamo incominciato a metà degli anni 80 partecipando a progetti per la prevenzione del disagio. Inizialmente la coop gestiva l?attività pre-professionale all?interno del carcere minorile Ferrante Aporti e un centro di produzione per la ristorazione con il quale proponeva un percorso formativo per i minori seguiti dai servizi sociali». Negli anni, per la Stranaidea si sono moltiplicano le aree di intervento e ha cominciato a lavorare anche con ex tossicodipendenti, immigrati e disabili fisici e psichici. «Dal ?97 al ?99», racconta la presidente, «abbiamo gestito una comunità terapeutica per minori tossicodipendenti, mentre nell?ambito dell?assistenza ai minori stranieri, la nostra coop conduce da tempo un intervento mirato ai bambini dai 3 ai 13 anni e ai nuclei familiari Rom presenti nel campo nomadi di Strada Aeroporto, favorendo l?integrazione con uscite, soggiorni e laboratori educativi. Cerchiamo poi di migliorare le condizioni igieniche e sanitarie e di ottenere la regolarizzazione giuridica». La musica invece è la protagonista di un altro campo d?attività della cooperativa, il progetto Bendir che, nel 2000, ha visto nascere un gruppo musicale formato da giovani extracomunitari che è ora in procinto di incidere un cd. In via Fiesole, la stessa in cui si trova il ristorante, proprio al centro del quartiere, Stranaidea ha aperto anche un centro diurno per portatori di handicap. «Il nostro metodo», conclude Cinzia Policastro, «è quello promuovere azioni di rete, con l?intento di ottimizzare le risorse e far tesoro di un sapere sociale non necessariamente riconducibile al patrimonio della stessa coop. Così garantiamo la qualità dei servizi». Quella strana idea torinese Nome: Coop. Stranaidea Indirizzo: via Fiesole, 19/4 – Torino Telefono: 011.5130840 Presidente: Cinzia Policastro Anno di fondazione: 1986 Fatturato: circa 1,5 milioni di euro, (128mila ristorante) Addetti: 48 fra soci e dipendenti. Attività: servizi alla persona, sociosanitari ed educativi, carcere, tossicodipendenza, handicap e psichiatria.


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