Giornata mondiale degli insegnanti

Esiste un professore che incoraggia i ragazzi a deviare. Ed è bellissimo

In provincia di Bergamo c'è un professore che da 13 anni accompagna i suoi studenti verso un progetto di “deviazione provvisoria”. Si chiama Gianmario Vitali: «Propongo una ventina di incontri, nell’anfiteatro della scuola, nel pomeriggio e su base volontaria. Parliamo di cittadinanza, memoria, Costituzione, giustizia sociale, lavoro, Europa, legalità. ‘Deviamo’ dai nostri percorsi quotidiani per poi rientrare sulle strade che abitualmente frequentiamo con una consapevolezza e un’empatia accresciute grazie a chi ci dona la sua testimonianza»

di Sabina Pignataro

Una generazione di invisibili. Così alcuni esperti hanno definito i giovani di oggi. Per dire – sinteticamente- che i giovani non esistono per il mondo dei grandi; non vengono considerati, percepiti, riconosciuti nel loro ruolo, nelle loro proposte e nella loro voglia di cambiamento.

Prendendo le distanze da questa definizione, oggi, giornata nazionale dedicata ai maestri, raccontiamo lo sforzo costante e bellissimo (non sapremo dirlo diversamente) di un professore dell’Istituto Superiore Lorenzo Federici di Trescore, in provincia Bergamo, Gianmario Vitali, che da tredici anni cerca di tenere accesa una luce sui “suoi” giovani, le sue alunne e i suoi alunni, per dare loro il segno tangibile di una presenza. «Per dire loro “Io ti vedo”, “tu mi stai a cuore”, nonostante gli sforzi burocratici, didattici, le classi-pollaio, le nuove programmazioni».

Per dire loro “Io ti vedo”, “tu mi stai a cuore”, nonostante gli sforzi burocratici, didattici, le classi-pollaio, le nuove programmazioni

Gianmario Vitali, professore

«La scuola è rimasta l’ultimo spazio, oserei dire l’ultimo Laboratorio/Officina, dove i ragazzi sono presenti e lì una parte del mondo adulto può ancora incontrarli per accompagnarli nei diversi passaggi della loro crescita, per aiutarli nella scoperta delle loro capacità e passioni, per guidarli nella conoscenza della realtà e nella costruzione della loro capacità che poi utilizzeranno nelle scelte della loro vita», osserva. «Non esiste più un ambiente che ha il privilegio di poterli incontrare».

Una “deviazione” provvisoria

Da tredici anni Vitali accompagna i ragazzi verso un progetto che ha definito di “deviazione provvisoria”. Si tratta di una proposta pomeridiana a cui partecipano studenti – su base volontaria – delle classi del triennio superiore.

«‘Deviamo’ per un breve tempo dai nostri percorsi quotidiani per poi rientrare sulle strade che abitualmente frequentiamo ma con una consapevolezza, una conoscenza, un’empatia accresciute grazie alle parole e agli sguardi di chi ci dona la propria testimonianza. E’ un’officina, un laboratorio di parole, immagini, esperienze ma soprattutto emozioni a cui poi diamo un senso, un nome, che provocano le loro scelte che sono personali. E in questi anni sono stati tantissimi i testimoni che sono diventati compagni di strada di Deviazione».

‘Deviamo’ per un breve tempo dai nostri percorsi quotidiani per poi rientrare sulle strade che abitualmente frequentiamo ma con una consapevolezza, una conoscenza, un’empatia accresciute grazie alle parole e agli sguardi di chi ci dona la propria testimonianza

Gianmario Vitali, professore

Si parte a settembre con la presentazione e si chiude a maggio con una ventina circa di incontri più le uscite e i viaggi», racconta. «Gli argomenti proposti riguardano la Cittadinanza, la Memoria, la Costituzione, la Giustizia sociale, il Lavoro, l’Europa, la Legalità (percorsi di conoscenza del fenomeno mafioso e esperienze anti-mafia) e con incontri (in presenza oppure online), testimonianze, uscite e viaggi, spettacoli teatrali. L’idea è quella di creare degli approfondimenti per offrire gli strumenti necessari utili per la loro curiosità, coinvolgimento e scelte personali». L’anno scorso, per esempio, ha dedicato degli incontri pomeridiani ai femminicidi, coinvolgendo esperienze di persone che sono state colpite da vicende dolorose: i figli e le madri delle vittime, le donne che sono state vittime di violenza di genere.  

Nel percorso di “deviazione” gli studenti si mettono in ascolto delle storie degli altri; storie che hanno segnato la vita personale o che hanno avuto anche una ricaduta a livello nazionale. «Conoscono esperienze che raccontano di scelte e di errori, di conquiste e di fallimenti. Solitudini o scelte collettive condivise. Soprattutto ascoltano la vita come è vissuta dai protagonisti dentro circostanze storiche anche lontane (Vajont – Montesole/Marzabotto – la Sicilia della strage di Capaci)».

Conoscono esperienze che raccontano di scelte e di errori, di conquiste e di fallimenti. Solitudini o scelte collettive condivise. Soprattutto ascoltano la vita come è vissuta

Gianmario Vitali

L’elemento ancora più bello di questa esperienza sta nel fatto che sono stati proprio i ragazzi a sollecitate “il prof” a non interrompere questo progetto.

«Negli ultimi anni l’adesione degli studenti è stata incredibile. È stato un passaparola realizzato dagli stessi studenti che anticipa la mia presentazione annuale. L’iscrizione ormai coinvolge oltre 250 studenti e la loro presenza agli incontri (segnata comunque dai loro impegni scolastici) mediamente si aggira intorno anche ai 180 studenti ogni volta».

Durante l’anno scolastico il professore organizza anche periodici incontri serali per i genitori degli studenti dove cerca, sempre con lo stesso stile di riproporre loro il percorso realizzato con i figli. 

«Lo scrittore Alessandro Baricco nel suo libro “Novecento” utilizza un’immagine straordinaria, quella degli 88 tasti dei pianoforte», racconta Vitali.

“Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi suonare. Loro sono 88, tu sei infinito. Questo a me piace. Questo lo si può vivere. Ma se tu, ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai, e questa è la verità, che non finiscono mai e quella tastiera è infinita” (…).

«Ecco, questa citazione mi fa riflettere sulle possibilità abbiamo per cambiare la vita dei nostri studenti. Non dobbiamo mai stancarci – come adulti e come insegnanti/formatori/educatori – di tentare di abbinare il suono di questi tasti, creare melodie, procurare suoni attraverso la proposta di nuove attività perché possano essere quella occasione – anche per un solo studente – che sarà in grado di essere colta come un’opportunità, quella che lo aiuterà a conoscere, a capire, a scegliere della sua vita e di come tentare strade nuove per realizzare quei cambiamenti di cui tutti abbiamo bisogno, dando cosi il loro contributo alla società.

Anche una sola melodia, il suono di pochi tasti può cambiare la vita dei nostri studenti. Deviazione ha segnato le scelte di tanti studenti e insieme alle loro, anche la mia vita».

La scuola come lampione

«Sono convinto – conclude Vitali- che se la scuola tornerà ad essere consapevole di essere un lampione, il segno di una presenza nella vita dei nostri studenti, allora sarà restituita la possibilità a tanti ragazzi di uscire dall’ invisibilità ed essere cittadini capaci di contribuire al progresso materiale e spirituale della società (art.4 della Costituzione Italiana)».

Foto in apertura, Cristian Sscobar by Unsplash

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