Sostenibilità & politica
Esg, così Giorgia barattò la direttiva a Bruxelles
Intervenendo alla Conferenza programmatica di Fratelli d'Italia, Nicola Procaccini, europarlamentare e co-presidente del gruppo Conservatori europei, svela come la premier abbia scambiato con i tedeschi il voto italiano, già noto, sulla direttiva della due diligence ottenendo il favore di Berlino su packaging e delle bioplastiche. Un'esclusiva della newsletter ProdurreBene
A proposito di direttive europee sulla sostenibilità e del tortuoso percorso di approvazione dell’ultima, quella appunto sulla Diligenza dovuta, sabato scorso a Pescara, nel bel mezzo della Conferenza programmatica di Fratelli d’Italia, s’è svelato il ruolo dell’Italia, che al Coreper aveva improvvisamente fatto trapelare la sua astensione, offrendo così sponda decisiva alla Germania, divenuta clamorosamente leader degli oppositori, perché Berlino aveva dovuto fare i conti con l’impuntatura liberale sensibilissima alle regioni della Confindustria tedesca (Esg, einen Moment bitte, traduzione tedesca di Esg, un attimino).
L’eurodeputato Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo dei Conservatori europei, nel bel mezzo di un panel intitolato, sobriamente, Difendere l’ambiente dalle eco-follie; case green, auto elettriche e industria: fermare la deriva ideologica della sinistra europea, aveva svelato il retroscena, pur con un po’ di circospezione.
«Guardo la faccia di Carlo e penso sto dicendo una cosa e non dovrei dire e vediamo. Insomma, tu fammi il senno quando a un certo punto fermati e io mi fermo», aveva premesso riferendosi al suo compagno di seggio a Strasburgo, il milanese Fidanza. E poi svela l’arcano, come si può rilevare qui sotto nella trascrizione che ho voluto lasciare pressoché letterale:
«(…) succede che una grande nazione europea, una a caso che di solito è la locomotiva, si ritrova nei pasticci su un’altra, su un altro regolamento e l’Italia si trova a essere decisiva su quel regolamento (Cs3d, ndr). Cioè noi avevamo già, c’eravamo già esposti per un voto a favore, ci dicono abbiamo assolutamente bisogno che l’Italia cambi voto almeno in astensione, quando a Giorgia Meloni arriva questa notizia si attiva personalmente e fa un ragionamento sereno. Noi siamo l’Italia e non è che siamo l’ultima ruota del carro. Anche noi abbiamo un’esigenza che vi abbiamo spiegato in tutti i modi possibili e immaginabili e fino adesso non mi pare che abbiamo raccolto grande attenzione da parte vostra. Noi siamo disponibili a cambiarlo il nostro voto, ma voi cambiate il vostro sul packaging e, a ventiquattro ore di distanza, all’ultimo secondo di recupero di quella partita, l’Italia ha segnato un gol che probabilmente non avrebbe segnato e non ci avrebbe consentito di vincere una delle partite più importanti, sicuramente degli ultimi 10 anni».
L’audio dell’intervento, tratto dalla diretta di Radio Radicale, si può ascoltare QUI.
Insomma, un gol di Giorgia in Zona Cesarini a tutela dell’industria delle bioplastiche ha offerto il cambio di voto sulla Diligenza dovuta.
La foto in apertura è di Monaldo/LaPresse.
Questo articolo è tratto dalla newsletter settimanale ProdurreBene, dedicata agli Esg, alla responsabilità sociale di impresa, all’impatto, alla filantropia e, in generale, alla possibilità di costruire un’economia più giusta. ProdurreBene è riservata agli abbonati di VITA.
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