Formazione

ESF: Agnoletto e Bertinotti sul ruolo del Parlamento europeo per promuovere un’Europa sociale

Nella ricerca di "un'altra Europa possibile", possono le istituzioni comunitarie servire a dare maggiore risonanza e peso politico alle richieste del moviento che si raccoglie attorno al FSE?

di Matteo Manzonetto

LONDRA – Vittorio Agnoletto e Fausto Bertinotti sono personalità riconosciute del movimento altromondialista. Ma i due politici sono da giugno anche membri del Parlamento europeo. Come ritengono che questa istituzione (sulla carta la maggiore assemblea elettiva al mondo) possa servire a fare avanzare la lotta del “movimento”? Ne parliamo con loro a margine del Forum Sociale Europeo di Londra.
Vittorio Agnoletto. Secondo lui: “il movimento puo’ imbeccare il Parlamento europeo proponendo e facendo sentire la propria opinione sulle questioni di suo interesse”. Agendo soprattutto a livello delle commissioni interne all’organo comunitario – sostiene Agnoletto – si ha l’occasione di portare a conoscenza degli altri deputati opinioni e posizioni che altrimenti non avrebbero voce. “E’ importante pero’ che il movimento proponga campagne politiche con obbiettivi concreti, di modo da poter aumentare la sua superficie di contatto con le istituzioni comunitarie”. L’eurodeputato milanese fa l’esempio della campagna sui medicinali liberi nel Sud del mondo: il 30 novembre alcuni esperti del settore (Ong e non solo) porteranno la loro opinione qualificate a Bruxelles.
Bertinotti insiste invece sulla costruzione di una sinistra “alternativa” a quella riformista, raccogliendo trasversalmente ai vari gruppi politici che compongono l’Europarlamento quanti sono in sintonia con le istanze del “movimento”. Il segretario di Rifondazione ritiene poi che siano necessari nuovi strumenti di partecipazione politica. “Nella Costituzione europea – che il deputato comunista respingerebbe in toto – manca anche il minimo riferimento all’istituzione del referendum europeo”.

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