Unione Europea
Erri De Luca: «Un’Europa più forte c’è già ed è nei giovani»
«Il nuovo isolazionismo degli Usa aumenta il ruolo e la necessità dell'Europa», dice Erri De Luca. Lo scrittore, in merito alla mobilitazione del prossimo 15 marzo vede «debole la forma della manifestazione, che non è più il contenitore delle istanze sociali». Da dove ripartire allora? «Dalle assemblee in università e istituti scolastici, con il protagonismo giovanile»

«Oggi vedo una gioventù che sente il proprio futuro tutt’uno con quello della Terra intera. Guarda lontano, avvista l’avvenire», scrive Erri De Luca nel suo ultimo libro L’età sperimentale (Feltrinelli), scritto a quattro mani con Ines de la Fressange. Secondo lo scrittore, per quanto riguarda la risposta europea all’isolazionismo degli Usa e ai suoi attacchi, è alle iniziative dei giovani che bisogna guardare. «Vedo debole la forma della manifestazione», dice in riferimento alla mobilitazione di piazza che si svolgerà il 15 marzo a seguito dell’appello lanciato da Michele Serra per rilanciare il progetto di costruzione dell’Unione europea. «La forma più diffusa delle assemblee indette in università e negli istituti scolastici, con il protagonismo giovanile, misurerebbe meglio il grado di risposta alle tracotanze russo americane».
De Luca, qual è, secondo lei, l’idea di Europa che bisogna costruire?
Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, l’Europa ha reagito con unanime accoglienza dei profughi e con il sostegno a oltranza della resistenza, facendo da retroterra della guerra. Questo per dire che l’Europa è già in una fase di rinnovo e di più stretta concordia. Lo sforzo accanto all’Ucraina ha permesso anche il recupero di intese con la Gran Bretagna.
Riprendendo le parole di Michele Serra, nel suo appello lanciato sulle pagine di Repubblica per una grande mobilitazione, lei crede che “sopravvivrà la way of life europea a questa stretta, che mette in discussione ciò che banalmente chiamiamo democrazia?”. E “quale linguaggio dovrà adottare l’Europa perché la sua voce non solo sia udibile, ma anche forte, convincente, seducente almeno quanto la voce dei suoi nemici”?
Il nuovo isolazionismo degli Usa aumenta il ruolo e la necessità dell’Europa, che ancora di più si distingue per i suoi principi e la tenuta delle sue democrazie, riuscendo a tenere a bada i nazionalismi che la vorrebbero far regredire al Novecento. La sua voce oggi ha, per posta in gioco, la guerra d’invasione e i suoi esiti. Qualunque sia il cessate il fuoco, l’Ucraina fa già parte dell’area Ue e la Russia di Putin l’ha perduta.
Per sabato 15 marzo è stata indetta una manifestazione per l’Europa, promossa da Michele Serra, per rivendicarne i valori fondanti, prima ancora di dividersi sulle decisioni a cui è chiamata oggi. La mobilitazione sta raccogliendo molte adesioni e, nello stesso tempo, fa discutere. Lei cosa ne pensa?
Vedo debole la forma della manifestazione, che non è più il contenitore delle istanze sociali. La più diffusa forma di assemblee indette in università e istituti scolastici, con il protagonismo giovanile, misurerebbe meglio il grado di risposta alle tracotanze russo americane.
Tra le critiche rivolte alla manifestazione, c’è l’accusa di vaghezza. La vaghezza è un limite o anche un’opportunità?
La mancanza di piattaforma di base per la convocazione indebolisce il significato dell’appuntamento, ma forse potrà favorirne ugualmente l’adesione.
Foto Archivio Fondazione Erri de Luca
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