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Erboristeria, Italia detiene 12% mercato europeo

Per questo da più parti si sollecita il varo di una normativa di settore

di Gabriella Meroni

L’ Italia detiene il 12% del mercato europeo delle piante officinali, collocandosi al terzo posto dopo Francia e Germania, con un fatturato annuo di un miliardo di dollari Usa (circa 864 milioni di euro) e una crescita valutabile attorno al 2% all’ anno. La fotografia del settore e’ stata fatta da Giovanni Tuveri, presidente dell’ Ente regionale sardo di sviluppo e assistenza tecnica in agricoltura (Ersat), ascoltato ieri in Commissione Affari sociali e Sanita’ della Camera, dove si stanno esaminando le proposte di legge per regolamentare la produzione e la commercializzazione dei prodotti erboristici, una delle quali presentata dal deputato sardo di Forza Italia, Piergiorgio Massidda, capogruppo in Commissione e relatore delle proposte. L’ Ersat e’ l’ unico ente italiano invitato dalla Commissione ad esporre progetti di sviluppo del comparto e fornire suggerimenti utili alla predisposizione della nuova normativa, perche’ delegato da tutte le Regioni, universita’, istituti di ricerca e organizzazioni agricole nazionali. Secondo i dati diffusi da Tuveri, coadiuvato da Riccardo Laconi, uno dei massimi esperti sardi del settore, le superfici riservate alle coltivazioni di piante officinali in Italia sono circa 4.300 ettari, con un incremento rispetto all’ ultimo censimento dell’ Ismea del ’93 di oltre il 50%. ”In questo contesto – sottolinea Tuveri – la Sardegna ricopre un ruolo fondamentale, non solo per le superfici dedicate alla coltivazione delle erbe, ma anche per la grande qualita’ dei prodotti”. Ed e’ proprio nei territori rurali, caratterizzati da una notevole debolezza socio-economica, che le piante officinali possono rappresentare, secondo gli esperti, una possibilita’ di specializzazione produttiva in sintonia con l’ ambiente e le tradizioni locali. La crescente richiesta di prodotti naturali, legata a modelli culturali che puntano sulla sicurezza alimentare e su stili di vita sani, impongono l’ introduzione di una normativa per salvaguardare la salute del consumatore. Regole precise – e’ stato spiegato in Commissione – che non devono essere viste come barriere surrettizie a tutela di produzioni nazionali, ma come garanzia per chi acquista e consuma questo genere di prodotti. ”Allo stato attuale – rileva Massidda – non c’ e’ nulla che garantisca la qualita’ dei prodotti, sia per quanto attiene le produzioni, che per la lavorazione e la commercializzazione”. In particolare, la proposta di legge presentata dal deputato di Forza Italia definisce gli ambiti di intervento del settore, facendo una prima distinzione tra erboristeria e fitoterapia, individuando cioe’ quali prodotti possono essere venduti in erboristeria e quali in farmacia.


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