Famiglia

Erano solo clandestini i 5 afghani fermati a Roma

La magistratura, per il momento, non ha adottato alcun provvedimento nei confronti degli extracomunitari. Saranno solo accompagnati in un centro di identificazione

di Gabriella Meroni

Non ha trovato conferma nessuno dei sospetti che lunedì pomeriggio avevano portato al fermo di cinque afgani a Roma nel quartiere Aventino, nei pressi dell’abitazione dell’ambasciatore statunitense presso la Santa Sede. I cinque saranno quindi sottoposti alle procedure previste per gli immigrati clandestini e finiranno probabilmente in un centro di accoglienza. Tutti e cinque hanno dichiarato di essere entrati clandestinamente in Italia dal Nord, previo pagamento di una somma di denaro, e di trovarsi casualmente nella capitale. I cinque, senza documenti e denaro, ma vestiti più che dignitosamente, hanno indicato generalità che ora devono essere riscontrate dagli investigatori. Dall’esame delle impronte digitali e dalle foto segnaletiche non è emerso nulla che possa confermare i dati forniti. Uno di loro ha detto di essere nato a Kabul nel 1983 e di avere già avuto un decreto di espulsione emesso a Udine, mentre gli altri quattro hanno affermato di essere minorenni. Questi ultimi saranno sottoposti a prove antropometriche (esame delle ossa) per stabilire la fondatezza della loro dichiarazione. La magistratura, per il momento, non ha adottato alcun provvedimento nei confronti degli extracomunitari, ma per loro si profila un periodo di venti giorni (secondo quanto previsto dalla legge sull’immigrazione clandestina) in un centro di raccolta in attesa dei riscontri sull’identificazione. Al momento del fermo i cinque erano a piedi, in possesso di documenti di identità e di una cartina turistica con un percorso segnato a penna dalla zona dei Parioli a Trastevere passando per via Veneto, dove ha sede l’ambasciata americana. (Cnn)


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