Sostenibilità
Equosilidale.I numeri di Ctm Alromenrcato
Oltre 30mila tra soci e volontari, al lavoro in 40 Paesi
di Redazione
Cous cous preparato dalle donne di Gaza. Lo zafferano raccolto dalle coop marocchine. E le creazioni artigianali dei tibetani in esilio in India. La fabbrica (non profit) dell?equosolidale, la maggiore in Italia, la seconda al mondo per dimensioni e fatturato, si chiama Ctm Altromercato, nato nel 1987 a Bolzano, consorzio, movimento e centrale d?acquisto di prodotti dal Sud del mondo.
Dalle sue 350 Botteghe del mondo, Ctm muove le file di una piccola distribuzione eticamente organizzata. Circa 35 milioni di euro, dei 50 di ricavi totali, valgono la spesa solidale degli italiani nel circuito dei negozi Altromercato. Le organizzazioni associate coinvolgono oltre 27mila soci (quasi totalmente persone fisiche) e possono contare sull?operato di circa 6mila volontari attivi. Il consorzio è composto da 130 organizzazioni non profit, la maggior parte delle quali gestiscono una o più Botteghe del mondo in tutta Italia (e tre all?estero).
Il Ctm collabora con una rete di quasi 170 produttori di alimentari e artigianato, presenti in oltre 40 Paesi del Sud del mondo (Asia, Africa e America Latina) ed è costantemente impegnato in una relazione diretta con i propri partner, che si concretizza anche attraverso viaggi di monitoraggio e valutazione, per strutturare strategie di cooperazione sul lato della produzione, del prodotto e del know how.
Ultima creatura nella galassia Ctm è SolidaRete, la fondazione per l?internazionalizzazione dell?impresa sociale, promossa in collaborazione con Focsiv e Cgm e presentata ufficialmente a Terra Futura a Firenze. Per questa iniziativa Chiara Bonati, presidente di Ctm, ha espresso soddisfazione: «Possiamo imparare molto dall?esperienza dell?impresa sociale e dalla cooperazione internazionale, possiamo trarre vantaggio e costruire nuove possibilità di sviluppo giusto: un?impresa sociale concorrenziale nei mercati locali ed esteri, per migliorare la vita dei nostri agricoltori».
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