Non profit

Epifani: «No alla sussidiarietà compassionevole»

Oggi a Roma l’assemblea dell’Auser con il segretario della Cgil

di Maurizio Regosa

 «Ci sono due idee di sussidiarietà. Quella del Libro bianco, caritatevole e aristocratica. E quella che piace a noi, che non prevede interventi sostitutivi e che è capace di affrontare i bisogni delle persone. C’è una parte del terzo settore che insegue la prima». È il mondo dell’associazionismo secondo Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, che ha aggiunto: «molte associazioni corrono a utilizzare i mezzi, non ricollegandoli con i fini. Noi – e cioè Cgil, Spi e Auser – abbiamo un’altra visione, diversa dall’associazionismo come lobby».

I rapporti fra il sindacato e il terzo settore

Un linguaggio per addetti ai lavori, quello utilizzato oggi da Epifani. Che del resto aveva di fronte l’assemblea dei delegati Auser. Convocata da Michele Mangano proprio per discutere dei rapporti tra Auser e sindacato in vista della stagione congressuale che vedrà tra poco impegnato il più grande sindacato italiano. La mattinata è appunto iniziata con una relazione del presidente Auser (Confederalità e sussidiarietà per un Progetto Paese), nella quale – oltre a respingere la tesi che vorrebbe impegnare il volontariato in un ruolo sostitutivo dell’intervento pubblico – Mangano ha sottolineato che tra associazioni e sindacato «è necessario fare dei passi avanti, a partire dal pieno riconoscimento del valore che l’esperienza del volontariato può avere nelle sedi istituzionali e ai tavoli della concertazione e della programmazione sociale». «Riteniamo che ci sia ancora lo spazio nel dibattito della Cgil per delineare un percorso che apra un serio approfondimento su questo argomento, al  fine di avviare una nuova stagione di attenzione, di riconoscimento e di valorizzazione di questo ruolo che va rivolto sicuramente all’Auser, ma che deve estendersi anche agli altri soggetti del terzo settore». Ha auspicato, Mangano, «una nuova stagione di attenzione, di riconoscimento e di valorizzazione dell’Auser e degli altri soggetti di terzo settore» (un tema poi ripreso da quasi tutti i presidenti regionali e delegati intervenuti successivamente: è ora di abbandonare la diffidenza nei confronti del terzo settore, ha esplicitamente chiesto uno di loro; il protocollo firmato da Auser, Spi e Cgil non è applicato nei territori, gli ha fatto eco un altro). Mangano ha inoltre lanciato la proposta di dare vita  come Cgil a quell’idea, presente nel documento della Conferenza di Organizzazione, di  un luogo (Forum, Area tematica, etc.) nel quale i soggetti che operano nel terzo settore, pur nella loro autonomia, possano incontrarsi, scambiare esperienze, conoscere le buone pratiche, fare rete anche in presenza e in un confronto con le categorie sindacali che seguono dal punto di vista negoziale gli stessi filoni d’intervento, per fare rete e costruire quelle sinergie necessarie che possono aiutarci a stare con maggior peso politico nel mondo del terzo settore e, soprattutto, per dare maggiore autorevolezza alle politiche di promozione del ben-essere dei cittadini, soprattutto la contrattazione territoriale e la negoziazione sociale.

L’intervento di Epifani

Va detto che Epifani non si è sottratto al confronto. Dopo essersi detto in sintonia con la relazione di Mangano e aver esplicitato le due accezioni di sussidiarietà di cui si riferiva, ha spiegato: «la Cgil non è autosufficiente, anzi nel nostro documento congressuale è scritto il contrario. Ovvero che va posto il problema di nuove alleanze sociali e istituzionali». Proprio perché, ha aggiunto, non prevalga una idea di sussidiarietà che è aristocratica, che declassa i diritti a bisogni, che si sostituisce la mano pubblica (non tutto però può essere fatto dal pubblico, ha ammesso, ci sono ambiti e segmenti nei quali è bene il privato possa giocare il suo ruolo). Quanto ai rapporti, da intensificare, con l’Auser, Epifani ha spiegato che spesso si tratta di un problema di strutture («dovrebbero essere aperte al confronto e invece talvolta tendono ad auto proteggersi, a chiudersi») e che la mancata continuità di relazione si spiega anche con il momento attuale («c’è una crisi occupazionale drammatica»). Un rapporto da rilanciare (anche in vista del contributo che l’Auser potrà dare al congresso, che si profila difficile: basti dire che prenderà avvio con due documenti contrapposti). «L’associazionismo può dare un grande contributo a combattere il degrado, il populismo, al recupero di una dimensione etica», ha concluso in segretario generale.

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