Cultura

Epidemia in Angola: morta dottoressa italiana

La dottoressa Maria Bonino del Cuamm è morta nella capitale Luanda. E' allarme ebola-bis in Angola: morte 93 persone in quattro giorni

di Emanuela Citterio

Un virus simile a Ebola ha ucciso in Angola Maria Bonino, volontaria italiana di Cuamm-medici per l’Africa. La dottoressa è morta nella capitale Luanda ieri pomeriggio, ma il ?virus di Marburg?, le cui caratteristiche sono simili ad Ebola, negli ultimi quattro mesi ha già causato la morte di almeno 93 persone nella zona nord del Paese, hanno dichiarato le autorità sanitarie di Luanda.

Quasi 11 anni di servizio volontario in Africa, gli ultimi due prestati nella pediatria dell?ospedale provinciale di Uige, Maria Bonino è stata colpita dalla malattia e trasferita nella capitale Luanda ed è mancata ieri, alle ore 16.30.

In servizio presso il reparto di pediatria dell?ospedale di Uige, la dottoressa italiana ha cominciato a manifestare gravi sintomi di malattia da sabato 19 marzo. Il decorso continuamente monitorato si è improvvisamente aggravato nella notte di mercoledì 23.

“La dr.ssa Bonino ha pagato con la vita il servizio prestato con umiltà e determinazione alle popolazioni della provincia di Uige che versano in uno stato di drammatica crisi in seguito all?aggravarsi dell?epidemia di febbre di Marburg che ha colpito la regione e la cui causa, rimasta a lungo sconosciuta, è stata identificata solo negli ultimi giorni”, sottolineano in un comunicato i vertici del Cuamm.

Nelle zone colpite dall’epidemia sono presenti altri 21 operatori dell’organizzazione non governativa italiana di ambito sanitario, presente da 50 anni in Africa e attiva dal 1997 nella regione. “Con la collaborazione dell?Unità di crisi del Ministero degli Esteri e secondo indicazioni del Ministero della Salute, si stanno assumendo i provvedimenti necessari alla tutela della salute degli operatori”, fa sapere in una nota il Cuamm.

L?epidemia da febbre di Marburg ha finora causato più di 90 vittime, in prevalenza bambini. La malattia che secondo un?indagine retrospettiva risale, con casi sporadici e discontinui, all?inizio di novembre 2004, sta severamente impegnando il sistema sanitario locale. Allo stato attuale, l?emergenza appare tutt?altro che risolta. Destano gravi preoccupazioni l?alta letalità e il coinvolgimento di personale sanitario.

“Il mio pensiero” dichiara don Luigi Mazzucato, direttore di Medici con l?Africa Cuamm ” è in questo momento per Maria, che è rimasta a prestare servizio ai bambini di Uige fino a quando la malattia non l?ha gravemente colpita. Siamo tutti vicini ai familiari di Maria e ai nostri volontari che ancora si trovano a dover gestire questa grave emergenza. Confermiamo la prosecuzione degli impegni in Angola a favore delle popolazioni locali”.

Scondo il ministero della Sanità angolano, l’inizio della diffusione del virus di Marburg risale alla fine ottobre nella provincia settentrionale di Uige, ma le prime segnalazioni alle autorità sanitarie nazionali sono giunte solo il mese scorso.

Il ministero della Sanità angolano sta lavorando insieme a specialisti dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e del Fondo dell’Onu per l’infanzia (Unicef) con una serie di squadre di specialisti inviati sul posto.

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