Mondo

Epa: apertura dell’Ue, ma gli africani frenano

di Joshua Massarenti

Di fronte alle reticenze dei Paesi Acp (Africa-Caraibi-Pacifico), la Commissione europea ha presentato un nuova proposta nel tentativo di dare una svolta ai negoziati sugli Accordi di partenariato economico (Epa) tra Ue e Acp. La Commissione sarebbe disposta a estendere all’insieme dei paesi Acp i benefici previsti dall’iniziativa “Tutto salvo le armi”. Questa iniziativa autorizza ai paesi più poveri (i cosiddetti “paesi meno avanzati”) di esportare nell’Unione europea prodotti senza restrizioni tariffarie, ad eccezione delle armi. Dal 3 aprile scorso quindi, 37 paesi Acp potranno sfruttare questa clausola, escluso il Sudafrica.

Ciò nonostante, due prodotti, e non di poca importanza per alcuni paesi del sud del mondo, non rientrano nelle medesima clausola. Parliamo dello zucchero e del riso, al centro di battaglie ferocissime tra l’Ue e paesi africani. La Commissione ha precisato che per questi prodotti saranno l’ogetto di un periodo transitorio, il che significa che la liberalizzazione totale delle importazioni di zucchero dei paesi Acp sarà rinviata attorno al 2015.

Gli Accordi di partenariato economico (Epas) sono l’oggetto di una campagna d’informazione molto aggressiva da parte di alcune delle più importanti organizzazioni della società civile internazionale quali Oxfam e ActionAid. Dal loro punto di vista, gli Epas, la cui entrata in vigore è prevista il 1 gennaio 2008, costituiscono una minaccia molto seria per lo sviluppo dei Paesi Acp in quanto gli effetti della liberalizzazione dei mercati di questi paesi (non solo nel settore agricolo, ma anche in quelli degli investimenti e dei servizi) rischia di mettere in ginocchio economie incapaci attualmente di competere con i prodotti europei.

Si ricorda che gli Epas sono chiamati a “completare” i cosiddetti Accordi commerciali di Cotonou siglati nel 2000. Tali accordi hanno finora consentito ai paesi Acp di esportare i loro prodotti sui mercati europei sulla base di regimi tariffari preferenziali non reciproci. Secondo le regole imposte dal Wto, questa derogazione spira il 31 dicembre 2007, costringendo – a detta della Commissione Ue – le due parti di adottare progressivamente un sistema di libero-scambio. La proposta è stata contestata dalle ong che denunciano i rischi che incorrono le già fragili economie dei paesi Acp. Secondo Oxfam e ActionAid, questi paesi non saranno in grado di reggere le conseguenze dell’apertura dei loro mercati ai prodotti europei.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.