Famiglia

Entro il 2005 il web sarà saturo: l’Ue corre ai ripari

La Commissione Ue sta lavorando a Ipv6, che darà la disponibilita' di miliardi di indirizzi Internet

di Benedetta Verrini

Quattro miliardi di indirizzi Internet non bastano: entro il 2005 il web sarà saturo, e il danno minimo che si profila in futuro è che gli utenti ancora sprovvisti di siti online potrebbero perdere il proprio ‘posto al web’. Quello piu’ serio e’ invece che Internet rimanga “intrappolato” nella sua stessa ragnatela. Per fronteggiare l’emergenza, la Commissione Ue sta lavorando a Ipv6. Si tratta di una rivoluzione silenziosa già in corso su Internet per risolvere i problemi attuali del web e a facilitare il passaggio alla ‘rete’ di nuova generazione. A gettare ombre sul futuro e’ il fatto che la maggior parte degli indirizzi disponibili con l’attuale sistema ‘Internet Protocol v4′ (ideato negli anni ’70, quando quattro miliardi di identificativi virtuali sembravano piu’ che sufficienti) sono gia’ stati assegnati, ed i rimanenti lo saranno entro il prossimo anno. Ora bisogna invece ricorrere ad un protocollo di nuova generazione (appunto l’Ipv6) che garantisce la disponibilita’ di un milione di miliardi di miliardi di indirizzi per ogni metro quadrato del pianeta (numero superiore a quello di tutti i granelli di sabbia esistenti sul pianeta). La disponibilita’ di indirizzi e’ cruciale, dato che le innovazioni tecnologiche prevedono il collegamento in rete di miliardi di apparecchiature e terminali, ognuno dei quali richiedera’ un proprio indirizzo specifico per funzionare e per garantire sicurezza e rapidita’ dei collegamenti. Basti pensare ai sistemi esistenti che collegano a Internet i cellulari e i sistemi di navigazione satellitare. Un buon esempio delle future applicazioni potrebbero essere anche gli elettrodomestici intelligenti che segnalano via Internet ai produttori eventuali guasti, problemi tecnici o che inviano messaggi online ai padroni di casa per indicare l’ esaurimento di scorte di prodotti alimentari o casalinghi. Il nuovo sistema assicurera’ anche la maggiore sicurezza delle operazioni e delle attivita’ online, poiche’ si potranno utilizzare indirizzi ad hoc dedicati esclusivamente a specifiche operazioni (ad esempio transazioni bancarie o pagamenti). Per garantire l’avvento della nuova generazione di Internet e’ quindi necessario passare al protocollo Ipv6 quanto prima. La Commissione Ue – che ha gia’ finanziato con 90 milioni di euro le ricerche e le attivita’ legate al nuovo protocollo – ha riunito oggi a Bruxelles i rappresentanti dell’industria europea ed internazionale per illustrare i vantaggi del passaggio al nuovo protocollo ed i risultati della speciale task-force Ue che ha il compito di individuare come effettuare al piu’ presto tale transizione. In realta’ Bruxelles ha tutto l’interesse ad accelerare i tempi: l’impatto negativo della mancanza di indirizzi si farebbe sentire soprattutto in Europa e nei paesi dove il ‘pianeta Internet’ e’ ancora in fase di decollo, mentre gli Stati Uniti potrebbero comunque contare sul 74% degli indirizzi esistenti, gia’ assegnati a organismi, societa’ e privati basati negli ‘States’. Basti pensare che le due sole universita’ di Stanford e del Massachusets Institute of Technologies (Mit) dispongono di un numero di indirizzi superiore a quello totale della Cina. ”La nuova generazione di tecnologie per Internet – ha osservato il commissario Ue alla societa’ dell’ informazione, Erkki Liikanen – offre una piattaforma per nuovi ed importanti servizi destinati ai cittadini e alle imprese dell’Ue”. ”Grazie all’Ipv6 – ha sottolineato Liikanen – potremo continuare a rafforzare la competitivita’ europea, e ad integrare Internet in nuovi dispositivi, compresi il settore dei telefonini di terza generazione, nei quali l’Europa e’ all’avanguardia”.


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