Politica

Enti locali e terzo settore

Presentata stamani una ricerca Auser sulla spesa sociale dei comuni capoluoghi di provincia

di Maurizio Regosa

Il 40,3% della spesa sociale dei comuni capoluogo di provincia, nel 2006 risulta gestita attraverso l’intervento delle cooperative sociali e dal volontariato. Una percentuale che si innalza fino al 60% nelle città più grandi, come Bari e Firenze. Un pubblico che arretra e un privato che avanza, una tendenza sempre più evidente e diffusa, accompagnata da problemi di trasparenza, di regole poco chiare, di problemi di controlli sulla qualità delle prestazioni. È uno degli aspetti che emerge dall’indagine promossa dall’Auser che fotografa la realtà del rapporto tra “Enti locali e Terzo Settore” realizzata da Francesco Montemurro e presentata oggi a Roma presso la Cgil Nazionale. Al centro delle relazioni tra enti locali e organismi del cosiddetto Terzo settore, è stato evidenziato, c’è un enorme paradosso. Infatti, a fronte del rilevante apporto che Associazioni e Imprese sociali forniscono alla gestione dei servizi sociali, le autonomie locali sono ancora inadempienti nella creazione di un sistema di regole davvero efficiente e trasparente, per consentire al Terzo settore di erogare servizi di qualità e svolgere una funzione importante anche in termini di programmazione e di sussidiarietà orizzontale.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.