Sostenibilità

Enti di ricerca, nel decreto rifiuti l’accorpamento delle polemiche

Protesta contro la fusione in un'unica agenzia di APAT (Agenzia per l’Ambiente), ICRAM (Istituto per la Ricerca sull’Ambiente Marino) e INFS (Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica)

di Silvano Rubino

Una rivoluzione del mondo della ricerca ambientale inserita in un emendamento presentato dal Governo al decreto sull’emergenza rifiuti. Prevede la nascita dell’Irpa (Istituto per la ricerca e la protezione ambientale): l’agenzia descritta nel provvedimento, che acquisisce le funzioni e il personale di tre centri di politica e ricerca sull’ambiente, avrebbe infatti competenze enormi, che vanno dalla tutela del mare, alla sicurezza nucleare. La nuova agenzia dovrebbe nascere dalla fusione dell’Apat (Agenzia per la protezione dell’ambiente), l’Infs (Istituto nazionale per la fauna selvatica) e l’Icram (Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare).

A far discutere è soprattutto il metodo scelto dal Governo per mettere mano a una riforma del genere. Un metodo che ha già suscitato le proteste del mondo ambientalista: ?Innanzitutto ci stupisce l?inserimento di questa materia di riordino in un decreto legge non ricorrendo alcuna necessità o urgenza, come prevede la nostra Costituzione”, spiega Patrizia Fantilli dell’ufficio legale legislativo del WWF Italia. ?Se l?obiettivo di questo emendamento è comunque quello di ottenere un risparmio nella gestione del dicastero Ambiente e un miglioramento delle funzioni di questi 3 enti, il WWF non può che essere d?accordo. In questo caso ci aspettiamo la massima trasparenza verso i cittadini rispetto ai risultati che si vogliono ottenere. E? fondamentale però che ciascuno di questi enti mantenga la propria funzione e specificità visto che si tratta di 2 enti di ricerca (INFS ICRAM) ed uno di controllo (APAT) per non correre il rischio di accorpamento indistinto in cui, soprattutto le funzioni di controllo, siano diluite o indebolite? .

‘Mi sembra una riforma poco preparata, fatta con un modo di procedere un po’ superficiale – afferma Mario Signorino, dell’associazione Amici della Terra e ‘papa” dell’ Apat – non si mette mano a una riforma importante infilandola in un provvedimento specifico come il decreto sull’emergenza rifiuti. Non ne vedo neanche la motivazione, visto che l’Apat e’ molto piu’ grande delle altre due, ed ha un’articolazione su base regionale mentre le altre sono piu’ limitate”. Critica anche Legambiente, secondo cui quello del governo ”e’ un atto inaccettabile, un vero e proprio strappo e dimostra l’assoluta mancanza di volonta’ del governo di andare alla radice di problemi per risolverli davvero – prosegue il presidente di Legambiente – dimostra inoltre la volonta’ di smontare il sistema di controllo ambientale che, seppure con alcune lacune, ha ben funzionato in questi anni”. Piu’ possibilista il direttore scientifico dell’Icram Silvio Greco: ”Come ricercatore l’unica cosa che posso dire e’ che se quest’azione va nella direzione di potenziare la ricerca, creando un’agenzia molto grande, non possiamo che apprezzare. E’ comunque presto per fare valutazioni”.

A scendere sul piede di guerra sono i sindacati di base. L’USI-RdB Ricerca indice lo stato di agitazione nei tre Enti, definendo quello del Governo “un colpo di mano”. “Tale accorpamento”, si legge in una nota, “è stato deliberato senza alcuna consultazione delle organizzazioni sindacali ed inserendo il riordino in un contesto normativo completamente avulso che fa ritenere si tratti solo di un?operazione di risparmio di risorse”. L’Usi Rdb “programmerà nei prossimi giorni opportune iniziative atte ad ottenere dal Ministro Prestigiacomo assicurazione sui seguenti temi: finanziamenti complessivi del nuovo ente e sua struttura; piante organiche dimensionate su personale precario e a tempo indeterminato; mantenimento delle norme presenti in Finanziaria sul precariato APAT e predisposizione di norme simili per tutti i precari IRPA; mantenimento in servizio di tutti i precari; salvaguardia e potenziamento della ricerca Istituzionale”.

Dal canto suo il ministro Stefania Prestigiacomo lancia messaggi rassicuranti: ?L’accorpamento di tre enti vigilati dal ministero, di cui uno commissariato, in un unico ente (con un unico Cda) – ha dichiarato il ministro – risponde all’esigenza di riduzione dei componenti dei consigli d’ amministrazione, con il conseguimento anche di risparmi in termini di spesa”.

Delle tre agenzie la piu’ grande e’ l’Apat, nata nel 1999, che conta 700 addetti solo nella sede centrale di Roma che coordinano un personale di migliaia di unita’ sparse nel territorio, con competenze che vanno dalla tutela dell’ambiente alla difesa del suolo. L’Infs, istituto commissariato dall’ allora ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio lo scorso ottobre e fondato nel 1933, ha la propria sede a Ozzano Emilia, in provincia di Bologna, ha un personale di circa 80 unita’ e si occupa del settore della conservazione e gestione della fauna selvatica. L’Icram, infine, nata nel 1982, si occupa di ricerche sull’ambiente marino ma anche di gestione di emergenze in mare. Ha la sua sede centrale a Roma e due strutture tecnico-scientifiche decentrate a Palermo e a Chioggia, e un personale complessivo di circa 350 addetti.

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