Leggi

Enti di promozione: no alla Sportass

Il ministero per i Beni culturali obbliga gli sportivi dilettanti ad assicurarsi esclusivamente alla Sportass, ente pubblico in grave dissesto.

di Benedetta Verrini

E’ già stato definito come un obbligo iniquo e immorale, un modo per «risollevare le sorti di un ente pubblico attraverso l?eliminazione della concorrenza»: è il caso del decreto sulla Sportass, la Cassa di previdenza per l?assicurazione degli sportivi. Grazie a questo provvedimento, emanato dal ministero per i Beni culturali e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 97 del 28 aprile, la Sportass diventa l?unico ente cui gli sportivi dilettanti potranno assicurarsi. Un regime di monopolio, insomma, non solo pesantemente svantaggioso per gli enti di promozione sportiva (che in questi anni avevano già provveduto a stipulare contratti più vantaggiosi con diversi altri istituti assicurativi), ma neanche troppo rassicurante dal punto di vista dei singoli sportivi, visto che Sportass si trova in grave stato di deficit e non sembra in grado di garantire adeguata copertura in caso di infortuni. Risulta, infatti, che su circa 4 milioni di assicurati alla Sportass, ogni anno vengono presentate circa 30mila denunce di sinistro. Di queste, non più di 5mila vengono evase e per questo Sportass è stata in più occasioni al centro di indagini di diverse procure e di polemiche (chi aspettava indennizzi si è rivolto anche alla trasmissione televisiva Mi manda RaiTre). «Mi domando come sarà possibile per Sportass gestire le pratiche di sinistro e liquidare i danni quando gli assicurati, per effetto di questo monopolio, passeranno a oltre 8 milioni», commenta Alfredo Cucciniello, coordinatore degli enti di promozione sportiva e presidente di US Acli, che in questi giorni ha diffuso una lettera-appello, in cui la maggioranza degli enti sottolineano la gravità della situazione. «Dopo che per anni il governo ha ripianato gran parte della disastrosa situazione finanziaria della Sportass», scrivono gli enti, «e ha pervicacemente escluso la privatizzazione che appariva l?unica possibile via di risanamento, si ripropone l?obbligatorietà per gli sportivi dilettanti di essere assicurati con tale azienda, obbligando i cittadini e le loro organizzazioni a un regime di monopolio inaccettabile sotto tutti i profili». Il testo del decreto, composto di 31 articoli e un allegato, illustra le modalità tecniche per l?iscrizione alla Cassa di previdenza nonché i termini, la natura, l?entità delle prestazioni e i relativi premi assicurativi. L?ambito di applicazione, a differenza delle polizze stipulate con altri soggetti assicurativi, appare estremamente scarno e non prevede eventualità come la responsabilità civile verso terzi o verso gli organizzatori. Preoccupati del quadro che si profila, gli enti di promozione sportiva hanno perciò chiesto il ritiro del decreto e la contestuale modifica dell?articolo 51 della Finanziaria 2003 (la legge 27 dicembre 2002, n. 289, poi modificata dalla Finanziaria successiva, la legge 24 dicembre 2003, n. 350, che ha previsto l?emanazione del suddetto decreto). Il mondo dello sport dilettantistico, insomma, chiede che venga mantenuto il solo (e indispensabile) obbligo di assicurazione degli sportivi iscritti, ma lasciando la scelta alle organizzazioni sulle opportunità del mercato. A che punto é Pedofilia: pdl in legislativa La commissione Giustizia della Camera ha avviato in sede legislativa l?esame del ddl C. 4599 recante Misure contro al pedofilia (rel. Lucidi, DS-U). www.camera.it Inchiesta su uranio impoverito La Commissione d?inchiesta del Senato sull?uranio impoverito, presieduta dal senatore Paolo Franco, ha iniziato il ciclo delle sue audizioni (nella seduta del 4 maggio) ascoltando il Direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Donato Greco. www.senato.it Armi: interrogazione sulla 185 Il 4 maggio, in un?interrogazione al Presidente del Consiglio e al ministro degli Esteri, 18 senatori del centrosinistra (tra cui Martone, Cortiana, De Zulueta, Malabarba, Bedin) hanno chiesto chiarimenti su alcuni passaggi della Relazione annuale alla legge 185/1990. I senatori hanno chiesto «se quanto illustrato nella Relazione annuale preannunci un intervento del governo indirizzato alla cancellazione di parti o in toto della legge 185/1990; se il governo non ritenga opportuno rendere noto, nelle sedi parlamentari appropriate quali le Commissioni competenti di Camera e Senato, se e come intenda intervenire nella riscrittura della legge; se il governo non ritenga opportuno incontrare le associazioni riunite nella Rete italiana per il disarmo». www.senato.it Enti tutela disabili Le commissioni riunite Lavoro e Affari sociali proseguono nell?esame della pdl sulle associazioni di tutela dei disabili (C.5121, già approvata al Senato). www.camera.it


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA