Welfare

Enna: dodici mesi dietro le sbarre

'L' arte di arrangiarsi'', questo il nome che i detenuti del carcere siciliano hanno dato al calendario realizzato dentro la casa circondariale

di Redazione

Si chiama ”L’ arte di arrangiarsi”. E’ un calendario realizzato all’ interno della casa circondariale di Enna. Una sorta come dicono gli autori dell’ iniziativa di ”originali e ironici tasselli di vita quotidiana dei detenuti in un carcere siciliano”. Lo hanno realizzato un filmografo, Paolo Andolina e una giornalista, Pierelisa Rizzo che affermano ”abbiamo provato ad alzare il velo su questo universo”. E’ una sequenza di immagini in bianco e nero dove spicca un unico particolare a colori che drammatizza i contesti mai violenti. Siamo ad Enna, il piu’ alto capoluogo d’ Italia ma anche il piu’ povero. La Casa Circondariale, una piccola citta’ nella citta’, sorge in pieno centro. Un vecchio istituto in pietra che ospita 150 detenuti. Dietro i cancelli di quel monumentale complesso che taglia a meta’ un intero quartiere oggi imbiancato dalla copiosa neve che e’ caduta per tutta la notte, stamattina e’ stata presentata, nella sala polivalente dell’ istituto penitenziario, l’ iniziativa. C’ erano anche loro, i veri protagonisti di questa esperienza, i detenuti. Fermi, impalati, davanti a telecamere e fotografi, a tratti un po’ imbarazzati ma contenti di essere al centro dell’ attenzione. Seduti attorno al tavolo assieme alla direttrice e agli autori del lavoro. Sono giovani e meno giovani con visi scavati da anni non facili. Nessuno prende la parola. Qualcuno sfoglia il calendario e sorride quando si riconosce. Dodici foto per dodici mesi dell’ anno, dodici tasselli di vita quotidiana nel carcere ennese. Ad esso seguiranno una mostra fotografica e un libro. Immagini e testi raccontano la quotidianita’, la voglia di normalita’ che, a fatica, si cerca di ricreare all’ interno del carcere. Scatti che ritraggono un giovane, sullo sfondo che studia nel bagno della cella mentre ”fuori i compagni giocano a carte, un sacco di spazzatura a mo’ di mantello per far scivolare i capelli tagliati con forbicine del tipo utilizzato per i bambini, da un compagno mentre un altro detenuto che indossa un paio di calzettoni di altri tempi, sembra attendere il proprio turno mentre legge ”Famiglia Cristiana”. E ancora l’ immagine di bottiglie di plastica infilate, una dentro l’ altra, per costruire un tubo per la doccia. ”In cella l’ igiene e’ sacra. La comunita’ non tollera un’ igiene approssimativa si pretende la massima cura di se stessi”, come scrive Saverio Lodato nel suo libro ”Vademecum per sopravvivere in carcere” di cui alcuni passi sono riportati nel calendario. ”Una testimonianza per consentire all’ esterno di conoscere meglio la realta’ all’ interno dell’ istituto. – ha detto la direttrice, Letizia Bellelli, da maggio scorso a capo della casa circondariale – sono frammenti di vita che vogliono dare una immagine meno stereotipata della realta’ carceraria fatta di genialita’, di solidarieta’, di dolore ma non solo”. ”Sono immagini raccolte in anni di esperienze di vita carceraria – ha detto Paolo Andolina – che fotografano l’ ingegno e la capacita’ di adattarsi per risolvere le contingenze”. ”Ogni gesto in carcere assume un significato diverso – dice Pierelisa Rizzo – le cose riacquistano il loro valore originario. Il calendario e’ un reportage sull’ uomo. Abbiamo voluto fare emergere come il carcere metta in luce doti che spesso, chi vi entra non sa di avere”. Il ricavato della vendita del calendario realizzato in collaborazione con la sezione comunale del Cif, Centro italiano femminile, l’ Anfe, una scuola di formazione professionale che all’ interno del carcere tiene corsi di formazione per i detenuti, il patrocini di Comune e Provincia, stampato in poco piu’ di un migliaio di copie, servira’ a comprare delle attrezzature sportive da donare alla casa Circondariale.


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