Sostenibilità

Eni: zero emissioni, senza lasciare indietro nessuno

Su VITA magazine di luglio-agosto l'approfondimento dedicato al report volontario di sostenibilità di Eni, con progetti nei diversi Paesi del mondo per unire sostenibilità ambientale e promozione sociale

di Mattia Schieppati

Osservando le dinamiche a livello globale, emerge una evidente contraddizione. Mentre Paesi e macroregioni impegnano risorse, norme, tecnologie e innovazioni per dare una risposta il più possibile rapida ed efficace alla spirale accelerata del cambiamento climatico, in altre vaste aree del mondo persone e comunità sono ancora escluse da beni vitali essenziali quali – stando alla Iea (International Energy Agency) – l’accesso all’acqua potabile (da cui sono escluse 2,2 miliardi di persone), all’elettricità (760 milioni di persone), all’istruzione di base (84 milioni di bambini e giovani).

È evidente come la transizione verso un’economia e uno sviluppo ambientalmente sostenibili debba fare i conti con questo bisogno di “sostenibilità sociale”, intesa nel senso più largo e profondo del termine. E come, all’accelerazione nella sfida epocale dell’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica, debba corrispondere una spinta di pari intensità per portare a un livello dignitoso e giusto il benessere sociale delle comunità. 


La correlazione tra questi due binari di sviluppo è conosciuta come “Just Transition”, obiettivo e strategia su cui Eni è impegnata da anni e il cui percorso è raccontato, anche quest’anno, in “Eni for 2023 – A Just Transition”, il report volontario di sostenibilità pubblicato a maggio dall’azienda e al quale è dedicato lo speciale Focus contenuto nel numero di VITA magazine di luglio-agosto (qui sotto la copertina).

Un approfondimento che – raccontando alcuni progetti di Eni nei territori presso i quali opera in tutto il mondo – presenta le soluzioni attraverso le quali il passaggio a un mix di fonti energetiche sia davvero equo se tiene conto delle diverse disponibilità dei Paesi in termini di risorse economiche e condizioni geografiche. Guardi insomma all obiettivo imprescindibile del “net zero carbon”, ma arrivandoci senza lasciare indietro nessuno, e facendo in modo che questa transizione sia un acceleratore di opportunità per le persone, e non di ingiustizie.

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