Sostenibilità

Energia solare: potrebbe riscaldare 1 mld di persone

Lo sostiene Greenpeace

di Gabriella Meroni

Un miliardo di persone potrebbe accenderci la luce e riscaldare la
casa, due milioni di persone troverebbero un posto di lavoro
nell’industria del sole. E’ lo scenario che ci aspetta grazie
all’energia solare entro il 2020, cosi’ come prospettato da un rapporto
congiunto dell’Epia, Associazione europea delle industrie del
fotovoltaico, e di Greenpeace: “Generazione solare”. Un quarto del
fabbisogno energetico globale, entro il 2040, potrebbe essere
soddisfatto proprio grazie al sole, afferma il documento. L’Italia ha
iniziato solo da poco a fare la sua parte, con un decreto di dicembre
scorso che finanzia 40.000 tetti fotovoltaici: il cittadino consumatore
avra’ un contatore che gira al contrario con il quale vendere all’Enel
l’energia prodotta in surplus.
Per l’Epia, che rappresenta 54 delle maggiori industrie europee del
solare, la Commissione Europea deve impegnarsi perche’ gli incentivi
governativi per il fotovoltaico siano adeguati. “L’obiettivo che
indichiamo e’ realistico se vi sara’ una chiara volonta’ politica di
sostenerlo. Entro il 2020 arriveremmo a produrre 276 terawatt l’ora dal
solare, ovvero il 10% del fabbisogno dei paesi Ocse, o ancora
l’equivalente di 75 moderne centrali a carbone- spiega Sven Teske,
esperto energetico di Greenpeace – le fonti alternative ci permettono
di sostituire i combustibili fossili responsabili delle emissioni di
gas serra. Se le nostre previsioni sul solare si avverassero,
andrebbero in atmosfera 664 milioni di tonnellate di anidride carbonica
in meno”.

Quali sono, insomma le potenzialita’ del sole? “Generazione solare”, il
rapporto di Greenpeace ed Epia, e’ chiaro: l’energia irradiata dal sole
alla superficie terrestre e’ sufficiente a produrre piu’ di 10.000
volte la quantita’ di energia consumata ogni anno nel mondo. Per il
momento, dobbiamo accontentarci dei risultanti incoraggianti degli
ultimi anni: dal ’96 il mercato globale di pannelli fotovoltaici
aumenta ogni anno del 33% e la crescita di questa industria e’ dovuta
alla concorrenza sempre piu’ elevata tra le industrie del settore, in
particolare in Germania e in Giappone. Molto lavoro deve essere fatto
ancora, invece, per attirare investimenti e interesse del vasto
pubblico. I benefici economici e sociali, oltre che ambientali, del
solare non sono ancora sufficientemente evidenziati, sostiene
Greenpeace. Piu’ che grandi centrali solari, come quelle che sono allo
studio dell’Enea sotto l’impulso del Nobel Rubbia, il futuro di questa
fonte energetica sembra essere in piccoli impianti installati in
complessi residenziali e collegati alla rete elettrica. L’80% degli
impianti, nel 2020, dovrebbe essere di questo tipo, con una capacita’
media di 3 Kwp. Piccolo e’ ancora bello, nel campo dell’energia solare,
secondo Greenpeace e associazione degli industriali del settore. Con
impianti a misura di complesso residenziale, si trasformerebbero in
produttori di energia 82 milioni di cittadini nel mondo, circa 35
milioni dei quali solo in Europa.

Il futuro sviluppo del solare pero’ non e’ previsto solo nei paesi
Ocse: anche i paesi in via di sviluppo dovrebbero usufruire di questa
fonte d’energia a portata di tutti e che non richiede eccessivi
investimenti. Oggi 2 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso
all’energia elettrica. “Per entrare nel futuro del solare, bisogna
pero’ eliminare i sussidi esistenti per i combustibili fossili-
continua Sven Teske, di Greenpeace- il mercato energetico e’ drogato e
quindi miope in questo momento. Ad esempio, perche’ si produce piu’
energia solare in Germania del nord che nel Mediterraneo? Sono
distorsioni da eliminare. I vantaggi ci saranno e tangibili,
soprattutto per il cambiamento climatico: entro il 2020 potremo evitare
di immettere in atmosfera con il solare tanta anidride carbonica quanta
ne viene prodotta ogni anno dalle 44 milioni automobili dei tedeschi”.

Articolo di: Gabriele Salari
Tratto da: www.greenpeace.it

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