Empatia, la miglior bussola per navigare nella vita

Martha Nussbaum parte da sé per parlare di noi, di voi che leggete. Parte da sé e da un lutto grave: la perdita della madre. Cosa c’è di più facile e terribile che lasciarsi andare alle emozioni che si provano quando si vive un grande dolore? Ma la filosofa americana estende il proprio vissuto sul piano sociale, politico e culturale. E si impegna, per anni, ad elaborare una teoria. Ne esce un libro, L’intelligenza delle emozioni, di difficile lettura per chi non è avvezzo al linguaggio filosofico, ma estremamente affascinante soprattutto dalla seconda parte in poi, in cui la Nussbaum chiama in causa le arti, la poesia, la musica e la letteratura e ci aiuta a riflettere su quanto potrebbe funzionare meglio il mondo se si partisse da esse. Illuminanti i capitoli sulla compassione, dove la Nussbaum torna sull’educazione. Se ai bambini, attraverso le storie, i miti, le rime e le canzoni, si dona la possibilità di immaginare il mondo interiore di un altro, siamo riusciti a produrre empatia. Fa un esempio semplice: se una bambina imparando la canzone Brilla brilla piccola stella «impara ad attribuire vita, emozioni e pensiero a una forma la cui interiorità le è nascosta», quella bambina – crescendo – imparerà a traslare quell’empatia immaginifica anche nel suo ruolo di cittadina compassionevole, perché noterà le differenze di classi sociali, razze, nazionalità, orientamenti sessuali ma condotta «dall’immaginazione dentro quelle vite», si immedesimerà e capirà di far parte, insieme ad esse, di una comune umanità.
Ovviamente non tutte le emozioni sono positive e per questo la Nussbaum propone l’educazione alla compassione che dovrebbe contrapporre alla paura, alla rabbia, all’odio una teoria del bene fondata sulle emozioni positive. Come chiosa l’autrice, citando Freud, alla lacerante consapevolezza di essere alla deriva di un mondo di oggetti, possiamo rispondere solo con l’intelligenza delle emozioni.