Leggi

Emoderivati infetti gli indennizzi sono ancora parziali

Oltre 148mila persone in Italia hanno contratto infezioni a seguito di trasfusioni e 2.218 persone sono decedute in attesa della richiesta di indennizzo, di Simona Sessini

di Redazione

Quarantanove associazioni sono scese in piazza Montecitorio a Roma il 19 febbraio. Perché esistono delle leggi che proteggono i diritti di quei malati creati da trasfusioni sbagliate ma da più di dieci anni si lotta per farle applicare. A scendere in piazza sono stati proprio loro, i malati: «Ci sono le persone a cui di diritto spetta l?indennizzo e la considerazione dello Stato», dice Antonio Bodoni, presidente di Anadma, una delle associazioni in prima linea sull?argomento.

Oltre 148mila persone fino ad oggi hanno contratto infezioni in seguito a trasfusioni e spesso sono state contagiate dal virus Hiv e da quello dell?epatite C, circa il 7,6% sono talassemici e il 94% emofilici. Le domande di indennizzo superano le 76mila e di queste restano in attesa di risposta più di 2.500 avanzate da emofilici e 4mila da talassemici.

Tra le richieste di questo 19 febbraio, la prima è il rispetto e l?applicazione della legge 141 del 2003, quella che regola le transazioni con soggetti danneggiati da emoderivati infetti, per «riconoscere a tutti gli aventi diritto e non solo a quelli individuati con un decreto attuativo quasi ad personam, l?importo previsto dalla legge stessa. Perché», spiega Angelo Magrini, presidente dell?Associazione politrasfusi italiani, «il problema che si sta creando a causa della lunga attesa è che molti, pur di ricevere l?indennizzo, accettano anche il 30% della somma che gli spetta. Si possono invece erogare gli indennizzi in cinque rate diluite in cinque anni».

Altri due punti fondamentali sono l?annullamento del temine per la scadenza delle domande e riconoscimento dell?indennizzo a tutte le categorie di soggetti danneggiati. Ancora più importante, le associazioni chiedono che ci sia più attenzione nei controlli tra donatori e riceventi di sangue.

Dalla manifestazione in piazza è venuto un incontro con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Enrico Letta. Il giorno dopo, un?ulteriore consultazione con il sottosegretario alla Salute, Antonio Gaglione, ha avuto lo scopo di approfondire le argomentazioni delle associazioni. «La guerra dei poveri è finita», dice Piero Bodoni, «abbiamo ottenuto che venissero accolte le nostre proposte di legge, come il diritto al danno biologico. Per tre mesi monitoreremo i danneggiati e ci incontreremo ogni mese con i rappresentanti del governo».

Non tutti sono però convinti di avere ottenuto una grande vittoria, perché «il giorno dopo è caduto il governo», spiega Magrini. «Quindi un incontro ci sarà (forse) tra 90 giorni». Come vi comporterete? «2.218 morti devono avere delle risposte: abbiamo inviato una lettera perché si riunisca la commissione Affari sociali con la richiesta di partecipare all'audizione».

Info: www.anadma.itwww.politrasfusi.it


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA