Famiglia

Emilia-Romagna: aumentano i donatori di sangue

Un trend che sta favorendo la ricostituzione delle scorte e fa ben sperare. E' quanto emerge dai dati del primo quadrimestre del 2002 presentati oggi

di Paolo Manzo

In Emilia-Romagna aumenta il numero dei donatori di sangue mentre resta stabile, seppure in leggero rialzo, il consumo. Un trend che sta favorendo la ricostituzione delle scorte e fa ben sperare gli operatori sanitari.

E’ quanto emerge dai dati del primo quadrimestre del 2002 presentati questa mattina. Dalle 75.126 unità di sangue dello stesso periodo dello scorso anno si è passati alle 77.858 di adesso.

Un incremento pari al 3,6% superiore quindi alle aspettative del 2% tali da coprire il fabbisogno regionale e garantire il contributo dell’Emilia-Romagna all’autosufficienza nazionale.

Il risultato raggiunto sarebbe da attribuire all’aumento dei donatori (4.000 in più dal 1999 al 2001 per un totale che passa da 126.021 a 130.500) e all’accortezza nell’uso degli emoderivati.

Negli ultimi anni, in Emilia-Romagna si è cominciato ad avere problemi di approvvigionamento. Da allora è partito un ”Piano sangue” che ha fatto affidamento anche su campagne promozionali e di comunicazione per reclutare nuovi donatori e per ricordare agli abituali l’importanza del gesto.

Negli ultimi tre anni, però, è stato registrato un vistoso decremento dell’esportazione di sangue dall’Emilia-Romagna al resto d’Italia a causa dell’aumento del fabbisogno interno. In questo caso il conto è passato dalle 20.000 unità del ’99 alle 10.000 scarse dei primi quattro mesi del 2002.

Solitamente in Italia sono 80.000 le sacche richieste dalle regioni carenti a fronte di un’offerta da parte delle regioni eccedenti che non supera le 60.000.

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