Salute

Emergenza suicidi, già pieno il reparto per adolescenti

Psichiatria. Il progetto Fatebenefratelli-Amico Charly.

di Chiara Sirna

Normalmente entrano ed escono dall?ospedale nel giro di pochi giorni, nella maggior parte dei casi anche poche ore, magari dopo una lavanda gastrica o un intervento d?urgenza. Una volta dimessi, per i servizi tornano ad essere dei perfetti sconosciuti: se ne perdono letteralmente le tracce. Sono gli adolescenti che tentano il suicidio, un mondo sommerso fatto di drammi profondi e infiniti silenzi, che troppo spesso rischia di rimanere nell?anonimato. Almeno fino a oggi. L?ospedale Fatebenefratelli di Milano e l?associazione L?amico Charly onlus sono riusciti a dare un segnale diverso, istituendo, caso unico in Italia, un servizio integrato di ricovero, assistenza e presa in carico di questi ragazzi e delle loro famiglie.Nel primo anno di sperimentazione, fino allo scorso novembre, sono stati venti i ricoverati tra i 13 e i 21 anni. Numeri che riflettono un?emergenza crescente. E infatti le cifre sono allarmanti. Nella sola Lombardia i tentati suicidi variano tra i 1.800 e i 3mila l?anno, ma se si includono anche i ?progetti suicidali? la cifra lievita a 20mila casi; 70, infine, sono state le morti accertate nel 2006. Eppure, solo un adolescente con tentato suicidio su 4 entra in contatto con le strutture ospedaliere o con il proprio medico curante, e oltre il 75% dei casi rimane sconosciuto alle casistiche ufficiali.«Il 60% dei ragazzi», spiega Mariagrazia Zanaboni, presidente dell?Amico Charly, «riprova a togliersi la vita entro due anni dal primo tentativo. Ecco perché è essenziale allacciare una relazione continuativa». Una cosa che in Italia normalmente non succede. Quando va bene, i giovani passano per un Tso (trattamento sanitario obbligatorio), ma in quel caso vengono spediti in psichiatria, in ambienti non pensati per loro, accanto ad adulti che soffrono delle più svariate patologie mentali. Il servizio garantito dal Fatebenefratelli e dall?Amico Charly, invece, consiste in due posti letto in pediatria e altri due in medicina. «Questa è la grande novità del progetto», spiega Claudio Mencacci, primario del dipartimento di Psichiatria all?ospedale meneghino, «così non si sentono marchiati». A seconda dello stato di salute del paziente, l?ospedale attiva i reparti più adatti; da quel momento entrano in campo, oltre agli esperti interni all?ospedale, quelli del Crisis Center dell?Amico Charly, specializzati proprio sui tentati suicidi nella fascia adolescenziale. Basti dire che in tre anni ne hanno seguiti più di 300. A riprova della gravità dell?emergenza, uno sportello è stato aperto a metà gennaio a Venezia, nella Ullss 12, all?interno dei servizi per gli adolescenti (un altro è partito invece a Palermo). Entrambi però sono tarati sulla prevenzione, non prevedono posti letto come nel caso di Milano. «Qui non si tratta solo di collaborazione pubblico-privato», conclude Mencacci, «ma di un metodo clinico-scientifico innovativo, portato avanti con competenze specifiche». Ancora una volta i numeri confermano la necessità di servizi dedicati e di qualità: sei dei venti ragazzi ricoverati nell?ultimo anno avevano già tentato di togliersi la vita, il 76% di loro ha bisogno di cure psichiatriche.

L?associazione

L?Amico Charly nasce nel 2000 dopo una tragedia, il suicidio del 16enne Charly Colombo, con lo scopo di evitare drammi di quel tipo. Fiore all?occhiello dell?associazione è il Crisis Center, che propone un intervento tempestivo e intensivo a sostegno sia dei ragazzi reduci da un tentato suicidio che dei genitori e delle scuole dove si sono verificati gesti autolesivi.
<a href="http://www.amicocharly.it" target="_blank">L'amico Charly</a>

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