Mondo

Emergenza sangue, ma la Regione fa finta di niente

La denuncia della associazioni dei donatori

di Antonietta Nembri

La Regione Lazio nasconde la grave carenza di sangue ed emocomponenti esistente nelle strutture sanitarie regionali. A lanciare l’allarme le associazioni e federazioni dei donatori di sangue riunite nel Civis (Avis, Cri,Fidas e Fratres) che in una nota «manifestano il completo disaccordo con quanto affermato pochi giorni fa dal presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, in merito all’assoluto controllo dell’emergenza sangue, pur nelle condizioni meteorologiche avverse che hanno colpito la Capitale e grande parte della Regione».

Lascia allibiti – scrivono le associazioni e le federazioni – che si possa affermare una cosa simile quando il giorno precedente (7 febbraio u.s.) il Centro Regionale Sangue del Lazio aveva inviato a tutti i soggetti interessati una comunicazione che evidenziava una carenza di oltre 500 unità al giorno di globuli rossi e così recitava: «Considerata la situazione metereologica eccezionale di questi giorni e la grave carenza di emocomponenti che insiste nella Regione Lazio e sul territorio nazionale come da comunicazione precedentemente inviata da parte del Centro Nazionale Sangue, si invia alle SS.LL in allegato la situazione attuale di carenza regionale.
Per tale motivo per assicurare i livelli minimi di assistenza Vi preghiamo di organizzare dove possibile raccolte eccezionali o richiamare i donatori periodici per invitarli a donare presso i SIMT di riferimento o presso le Unità di raccolta associative.
Ai Direttori dei Simt che leggono per conoscenza si chiede di dare la massima disponibilità alle attività di  donazione organizzate dalle Associazioni e/o Federazioni al fine di garantire il superamento di questo momento  critico
».

«A oggi la grave mancanza di sangue ed emocomponenti sfiora le mille unità» denunciano Avis, Cri,Fidas e Fratres, tanto che le affermazioni fatte dal presidente Polverini, «appaiono quantomeno frutto di una totale disinformazione e di uno scarso interessamento al sistema trasfusionale da parte delle istituzioni e dell’amministrazione regionali, disinteresse che non si è manifestato soltanto in questo periodo di emergenza».

Il costante lavoro del Centro Regionale Sangue ha permesso – rivelano le associazioni e le federazioni di Civis – una parziale copertura delle carenze con una movimentazione di unità di sangue, assicurata da altre Regioni cedenti, in stretta collaborazione con il Centro Nazionale Sangue e grazie all’indispensabile azione di quest’ultimo per la compensazione del fabbisogno trasfusionale nazionale.

«Ovviamente» continua la nota, «come associazioni e federazioni nazionali di donatori volontari ci siamo attivati con estrema sollecitudine affinché attraverso il dono del sangue e dei suoi componenti possano essere garantite le improrogabili necessità dei pazienti ricoverati nelle strutture sanitarie del Lazio e, inoltre, reintegrate le scorte strategiche delle Regioni cedenti. Rimane la costante insoddisfazione per la grave sottovalutazione da parte del Lazio delle difficoltà che da sempre affliggono il sistema trasfusionale regionale con particolare riferimento alla città di Roma».

Proprio per questo motivo Vincenzo Saturni, presidente Avis; Maria Vittoria Torresi, commissario nazionale Cri, Aldo Ozino Caligaris, presidente Fidas e Luigi Cardini, presidente Fratres chiedono un incontro urgente con il Presidente Polverini.
Obiettivi dell’incontro: affrontare le criticità di questo sistema, che determinano ricadute su tutta la rete trasfusionale nazionale; recuperare la scarsa considerazione che viene data nel Lazio a queste associazioni; valorizzare il patrimonio etico e morale che esse possiedono “attraverso l’opera costante di oltre un milione e settecentomila donatori di sangue volontari, periodici ed associati, base e garanzia del buon funzionamento del sistema trasfusionale del Paese e del Ssn”

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