Cultura

Emergenza idrica in Sudan: vescovo si appella a Unicef

Monsignor Mazzolari, vescovo nella città di Rumbek, lancia l'allarme acqua. Il rischio è un nuovo spostamento di sfollati, che si trovano nella morsa della guerra civile

di Redazione

C’è urgente bisogno di nuovi pozzi d’acqua nel nord del Bahr el Ghazal (Sudan) per evitare un ulteriore spostamento in massa degli sfollati. È l’appello lanciato da monsignor Cesare Mazzolari, vescovo di Rumbek (Sudan), in una nota diffusa oggi dallo Scio (Sudan Catholic information service) e rilanciata dall’agenzia Misna. Monsignor Mazzolari, che ricorda come nella zona vi siano circa 7mila 600 civili sfollati a causa dell’infuriare della guerra civile, prosegue esortando l’Unicef a reperire nuove risorse idriche. La trivellazione dei pozzi potrebbe essere realizzata, rileva il presule, nell’ambito di un progetto igienicosanitario messo a punto dalla stessa agenzia Onu e in via di attuazione. Da poco tornato dalla zona teatro della nuova emergenza sanitaria, il vescovo sottolinea come “la situazione è disastrosa?” e “c’è un bisogno disperato di reperire risorse idriche nei territori” nella contea di Aweil. Il settentrione del Bahr el Ghazal è travagliato da una nuova emergenza umanitaria causata dall’arrivo dei civili originare della zona di Raga, città teatro di aspri combattimenti fra l’esercito di Khartoum e i ribelli dell’Esercito popolare di liberazione del Sudan (Spla). Alle migliaia di sfollati si sono aggiunti oltre 2mila 500 civili, rapiti e poi rilasciati dalle milizie filogovernative attive a Mabior, Arial, Weweil, Bahr el Arab. La guerra civile sudanese è esplosa quasi 20 anni fa. I due principali avversari in campo sono il governo di Khartoum e lo Spla. Info: www.misna.org


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