Formazione

Emergenza educativa: la tavola rotonda a Exodus

Questa mattina nella sede di Exodus Pezzotta, Castagnetti e Lupi hanno incontrato gli estensori della lettera aperta sull'educazione

di Antonietta Nembri

Savino Pezzotta dell?Unione di Centro, Pierluigi Castagnetti del Pd e Maurizio Lupi del Pdl si sono ritrovati questa mattina nella sede di Exodus a Milano per rispondere agli esponenti di alcune associazioni che fanno parte del Laboratorio Educativo Permanente (Acli, Agesci, Cisl, Csi, Centro oratori romani, Federazione oratori milanesi, Federazione delle comunità terapeutiche e Fondazione Exodus) su quella che è stata definita il nodo cruciale del Paese: l’emergenza educativa. Ad ascoltare questo particolare talk show senza telecamere alcuni studenti di due istituti superiori milanesi. A fare da sfondo una cartellone dal titolo ?Voto utile? ovvero, ?utile? alle questioni che stanno a cuore alle associazioni del Laboratorio che proprio su questo argomento hanno scritto una lettera aperta ai candidati premier.
E così con il provocatorio titolo di ?Diamo il voto a chi si occupa davvero dell?emergenza educativa? i tre candidati si sono trovati a dover rispondere in concreto, alle domande che di volta in volta sono state poste da Massimo Achini, Csi Milano, Giambattista Armelloni, Acli Lombardia, Marco Pietripaoli, Agesci Lombardia e dal padrone di casa don Antonio Mazzi.

Usa una metafora sportiva Achini «Insieme si vince» per descrivere il lavoro delle otto realtà che si sono messe insieme nel Laboratorio e invitare anche i politici dei diversi schieramenti a fare squadra per affrontare l?emergenza educativa di cui in questa campagna elettorale non sembra parlare nessuno. «Quale è la prima cosa concreta da fare?», una domanda semplice, quella di Achini a cui candidamente Castagnetti ha risposto: «Convincere il nuovo parlamento», non è infatti scontato che i parlamentari si considerino l?educazione per quella che è: la priorità delle priorità. «La società viene prima dello stato ? continua Castagnetti ? anche la responsabilità educativa viene prima dello Stato che deve assecondare». La colpa maggiore dei politici? Il cattivo esempio, per l?esponente del Pd.

Per Pezzotta il tema è di quelli «eticamente sensibili» da tenere fuori dalla mera polemica elettorale. Per il rappresentante centrista il primo soggetto dell?educare è la famiglia, servono quindi «politiche che la sostengano nel compito educativo, non solo economico». Se da una parte è preferibile il pluralismo al relativismo morale, occorre anche prendere coscienza che la scuola di stato non può educare, mentre la tv offre spettacoli «tremendi». Pezzotta ha poi concluso osservando che sul tema educazione occorrerà far saltare le barriere partitiche invitando a una trasversalità «il problema educativo non è solo una questione cattolica».

Lupi riconoscendo su questo tema un comune sentire con i colleghi candidati ha osservato che occorre ritornare a capire che «la politica è al servizio del bene comune e tra questi vi è la priorità educativa che riguarda il futuro», l?esponente del Pdl richiamando la lettera aperta «che declina le diverse priorità educative» ha indicato nella sussidiarietà il metodo, rovesciando il metodo adottato fin d?ora. «La politica non dà la felicità, ma deve mettere in campo azioni concrete che permettano all?uomo di agire», ha concluso.

«Questo mondo politico ed economico ci vuole trasformare tutti in utenti. Mettiamo al centro la persona, partiamo da lì e progettiamo anche la politica», ha esclamato don Mazzi osservando anche che occorre educare gli adulti al senso di responsabilità e del dovere, partendo da loro prima che dai giovani. Pietripaoli ha riflettuto sulla mancanza di un investimento sul futuro che si vede nel fatto che siano ancora da affrontare questioni come il debito pubblico, i diritti dell?infanzia o che il 26 per cento dei bambini di Milano hanno almeno un genitore straniero. Coerenza e uno stile all?altezza della sfida del bene comune sono i temi richiamati da Armelloni, mentre Achini ha puntato l?obiettivo sulla necessità che la politica apra gli occhi «non è solo questione di risorse, come si fa a non vedere che si sono centinaia di realtà che si spendono per i ragazzi e i giovani?», ha chiesto rivolto ai politici.

Nel secondo giro di interventi da parte di Castagnetti si è lamentata la riduzione della società civile a opinione pubblica «e se la politica è spettacolo ci vogliono degli attori. Non c?è più un nesso che ci educhi ? ha osservato ricordando la sua esperienza passata ? al rapporto tra fede e politica, anche nella Chiesa non c?è più chi forma ed educa all?aspetto politico». Pezzotta invitato a recuperare la questione antropologica ha invitato a parlare di doveri «non solo dei diritti, manca pure il concetto di autorità cioè di qualcuno che ha una responsabilità» e guardando al mondo cattolico ha osservato che la Chiesa non deve essere solo «un?agenzia filantropica, ma essere segno delle cose ultime», ossia capace di metter dentro alle cose la speranza. «Dove è la speranza di un positivo che accade?» si è chiesto Lupi osservando che «l?emergenza educativa riguarda ognuno di noi» e ricordando un insegnamento di don Giussani ha detto che la politica deve essere capace di riconoscere il vero nella realtà e lo deve servire.
Poco più di un?ora di dibattito serrato che si è concluso con l?auspicio di non perdersi di vista, ma di creare uno o due momenti durante l?anno nei quali chi si preoccupa in prima persona dell?emergenza educativa si incontri con chi nel mondo della politica ha a cuore l?emergenza educazione.


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