Non profit
Emergenza Ciad: gli operatori di Acra prestano soccorso alla popolazione ciadiana
ACRA impegnata su due fronti: in Camerun, per aiutare la popolazione fuggita dalla capitale ciadiana e in Ciad, a NDjamena, per assistere i molti civili feriti arrivati al Buon Samaritano
di Acra
Acra, presente in Ciad dal 1968 e in Camerun dal 1988 sta dando soccorso alla popolazione ciadiana, vittima silenziosa e inerme dello scontro tra le forze del Presidente in carica dal 1990 Idriss Deby Itno e le forze del fronte unito dei rivoluzionari. Gli operatori di ACRA sono al momento impegnati su due fronti: in Camerun, per aiutare la popolazione fuggita dalla capitale ciadiana nei giorni scorsi e in Ciad, a N?Djamena, per dare assistenza ai molti civili feriti arrivati in massa all?Ospedale Policlinico ?Il Buon Samaritano?.
Sono migliaia le persone, tantissime le donne e i bambini, arrivate in questi giorni in Camerun, attraversando con ogni mezzo a disposizione, anche a nuoto, il fiume Chari. Dall?ufficio di Maroua, in Camerun, un?equipe formata dagli operatori ACRA evacuati dal Ciad si è riorganizzata per collaborare al soccorso dei circa 30.000 sfollati ciadiani rifugiati nei due campi profughi allestiti dall?UNHCR nei pressi della città di Koussery.
?È notizia di queste ore?, ci aggiorna Matteo Cantoro, responsabile dei progetti ACRA in Ciad e in Camerun, ?che il governo ciadiano sta impedendo alla popolazione di lasciare il paese, arrivando al punto di chiudere i ponti. Si ripetono inoltre gli appelli del governo alla popolazione fuggita nei giorni scorsi, di rientrare?. La gente però non si fida. I ribelli infatti avevano dichiarato di voler lasciare uscire la popolazione e il timore è che le forze governative vogliano usarli come scudi umani. ?In queste ore intanto, in attesa di sviluppi?, continua Matteo Cantoro, ?stiamo lavorando, insieme alle organizzazioni presenti sul territorio, per gestire la situazione divenuta ormai una vera e propria emergenza umanitaria. Mancano acqua, cibo, medicine e beni di prima necessità. La situazione igienico-sanitaria è assai precaria, mancano latrine e il rischio del diffondersi di epidemie è molto alto”.
Mentre a Koussery gli sfollati attendono di capire quale sarà il loro prossimo futuro e l?UNHCR parla della possibilità di allestire entro breve un terzo campo, nella capitale del Ciad quasi deserta regna ora una calma irreale, preludio di sviluppi ancora imprevedibili. Nel quartiere sud di N?Djamena, sul fiume Chari, il Policlinico Universitario ?Buon Samaritano?, inaugurato lo scorso ottobre da ATCP e ACRA, è stracolmo di feriti, tutti civili colpiti da pallottole vaganti, tra cui diversi bambini. In queste ore, all?esterno si sta predisponendo un campo di prima accoglienza per i parenti dei ricoverati e alla gente in cerca di protezione. Il gasolio necessario al funzionamento della struttura sta cominciando a scarseggiare e il rifornimento è al momento molto problematico.
Di fronte una situazione di totale incertezza per il futuro di queste popolazioni, ACRA chiede un aiuto per sostenere il lavoro dei volontari rimasti in Ciad e in Camerun ad affrontare l’emergenza.
Per sostenere le attività in corso nei campi per i rifugiati in Camerun e nell?ospedale di N?Dajmena in Ciad, potete inviare un contributo specificando la causale CRISI CIAD con:
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