Politica
Emergenza annunciata, soluzione sbagliata
Lassociazione punta il dito contro la crescita abnorme dei rifiuti prodotti. E boccia lidea degli inceneritori.
«L?emergenza rifiuti in Campania è tale da prendere in considerazione la costruzione di un inceneritore, ben sapendo che resterà come monumento del fallimento di una corretta gestione della spazzatura». L?occupazione della stazione di Montecorvino Rovella, in cui si chiedeva la chiusura della discarica di Parapoti (rimandata di 9 mesi dal governo) è finita da poche ore, e a far passare gli inceneritori come soluzione del problema rifiuti (strada sostenuta anche dal governo) il vice segretario generale del WWF, Gaetano Benedetto non ci sta. «È l?idea di chi pensa che i rifiuti possano diventare una fonte di energia alternativa senza rendersi conto che, spesso, quando incenerisco materiale spendo più energia di quella che guadagno. È il caso della plastica: per produrne un chilo, serve da 3 a 4 volte più energia di quella che ottengo bruciandola. L?inceneritore è un passo avanti solo rispetto alla discarica a cielo aperto. Comunque, non la soluzione del problema».
Problema che per il WWF ha raggiunto proporzioni allarmanti in tutto il Paese: «Quindici anni fa producevamo 350 chili di spazzatura pro capite l?anno, oggi oltre 550», svela Andrea Masullo, responsabile Clima ed energia dell?associazione ambientalista e docente di Sviluppo sostenibile all?università di Camerino. «Per incenerirne la metà, servirebbero più di un inceneritore a provincia». L?alternativa? Masullo non ha dubbi: «Investire sulla prevenzione e sul riciclo. Sanzionando la creazione e l?uso di prodotti usa e getta e abbandonando la raccolta nei cassonetti stradali a favore di quella nei condomini. Una soluzione che, anche in città di media grandezza come Monza, ha dato ottimi risultati: il 60% di raccolta differenziata nei cassonetti condominiali contro il 15% di quelli stradali. Con queste semplici manovre il resto d?Europa sta ottenendo risultati determinanti in pochi mesi contro gli anni che, normalmente, necessita l?approvazione e l?entrata in funzione di un inceneritore».
A puntare su una corretta gestione dei rifiuti, secondo Masullo, dovrebbero essere soprattutto gli enti locali. «Per esempio incentivando gli esercizi commerciali che vendono bibite e detersivi alla spina invece che in bottiglietta, e investendo sulla raccolta differenziata». A livello legislativo, l?idea di dare priorità alla prevenzione e al riciclo è già stata espressa da una direttiva europea recepita dal decreto Ronchi, che però non è bastata a evitare un?emergenza ambientale che il WWF aveva anticipato già nel 1999.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.