Mondo

Emergenza Amazzonia, in Brasile non è cambiato nulla o quasi dalla morte di Chico Mendes

di Paolo Manzo

Eremilton Pereira dos Santos aveva 25 anni, coltivava la terra, amava la foresta ed è stato trovato cadavere ieri sera dalla Polizia del Parà, a pochi Km da dove 4 giorni fa erano stati uccisi il leader contadino Adelino Ramos con la moglie. Si sospetta che questa nuova vittima – sabato era stato ammazzato nello stato della Rondonia un altro ambientalista – potesse avere visto o sapere qualcosa degli assassini di Ramos e della moglie. Di certo c’è che, di ogni 17 omicidi di contadini in Brasile solo uno viene investigato sul serio, portando all’incriminazione dei colpevoli, e che la situazione è emergenziale al punto che stamane il governo e le autorità brasiliane hanno convocato un tavolo urgente di discussione dopo l’uccisione nei giorni scorsi dei 4 ambientalisti. Tra le misure che si vogliono prendere l’obbligo di un coordinamento tra governo federale e governo statuale.

Da ricordare che l’approvazione di un controverso Codice Forestale ha de facto appiattito le posizioni della maggioranza che appoggia Dilma Rousseff su quelle dei “ruralistas” che sono a favore del disboscamento dell’Amazzonia: una macchia molto grossa per l’attuale esecutivo a cui solo la Rousseff potrebbe ovviare vetando le nuove leggi “ambientali” che prevedono anche un’amnistia totale per chi sino ad oggi ha disboscato illegalmente la foresta.

Resta allora solo la cronaca nera dell’ultima settimana a raccontare la verità. Una cronaca nera da cui viene fuori un’inquietante ritratto dell’Amazzonia che si potrebbe definire “verde e sangue” e dove la deforestazione la fa al momento da padrona. Insomma, dai tempi dell’uccisione di Chico Mendes poco o nulla è cambiato in Brasile. Che vergogna per un paese che è una grande potenza e che, ospitando il polmone verde del mondo, potrebbe essere leader anche in ambito ambientale!

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