Non profit

Emergency spiega: «Perché abbiamo preso i fondi pubblici»

Scooperation / Ricevo da Emercency e pubblico: "Nel dicembre 2003 Emergency ha rifiutato i finanziamenti della cooperazione italiana per i suoi ospedali in Afghanistan..."

di Paolo Manzo

Ricevo da Emergency e pubblico… … «Nel dicembre 2003 Emergency ha rifiutato i finanziamenti della cooperazione italiana per i suoi ospedali in Afghanistan per la dichiarata, esclusiva ragione che governo e parlamento italiani avevano deciso che l?Italia partecipasse alla guerra in quel paese. Né in quella circostanza né in altra Emergency ha sostenuto di rifiutare a priori, per qualche misteriosa ragione, finanziamenti pubblici. Meno che mai ha subordinato i suoi comportamenti al ?colore? politico della maggioranza di governo. Emergency ha ripetutamente chiesto, nelle forme previste, il sostegno finanziario anche della cooperazione italiana a progetti autonomamente decisi e avviati dall?associazione in paesi nei quali l?Italia non fosse militarmente impegnata. Un riconoscimento di ?conformità? è stato ottenuto nel maggio di quest?anno per il nostro ospedale in Sierra Leone. La ?conformità? è stata richiesta per il Centro di cardiochirurgia attualmente in costruzione in Sudan ed è stato deliberato lo scorso 25 ottobre. Questo riconoscimento di conformità comporta, per il personale di ospedali italiani il diritto a svolgere attività all?estero negli ospedali di Emergency e la continuazione, durante questa attività, della contribuzione pensionistica, altrimenti persa e irrecuperabile. Il ministero degli Esteri rifonde agli ospedali di provenienza di questo personale l?ammontare dei contributi pensionistici (alla retribuzione del personale deve provvedere Emergency). La cifra di due milioni e 970mila euro rappresenta la spesa (stabilita in base a parametri) prevista a carico del ministero degli Esteri se nei tre anni saranno ininterrottamente impiegate nei progetti di Emergency in Sudan 55 persone (il numero massimo previsto). Emergency avrebbe senz?altro fornito queste informazioni al settimanale Vita e al signor Paolo Manzo, se ragioni di qualsiasi natura (anche solo professionale) avessero indotto in loro la preoccupazione di interpellarci. Senza che questo li inducesse a rinunciare al loro astio». Questo ci scrive Emergency. Sono grato del chiarimento e spero di poter dare voce a una realtà così importante per il mondo delle ong italiane come Emergency, con un?intervista a 360 gradi con il suo fondatore, Gino Strada. Lui l?ha promessa ai lettori di Vita. Nessun astio dunque, solo informazione. Ma Stefano Manservisi esiste?… … Il dubbio a cui sono giunto dopo che, da mesi, cerco d?intervistare il direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo della Commissione europea è che lui, in realtà, non esista.Volevo chiedergli di spiegare in cosa consiste la sua attività. L?unica risposta è stata: «Non sono previste sanzioni per i Paesi che non raggiungeranno l?obiettivo Ue dello 0,53% nel rapporto Aps/Pil nel 2010». Moscissimo.


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