Non profit

Emergency lancia l’idea dello “straccio di pace”

Hanno già aderito 246 sportivi, esibirnno "Uno straccio di pace" appeso alla borsetta o al balcone o all'antenna della macchina o al guinzaglio del cane

di Riccardo Bonacina

“Uno straccio di pace” appeso alla borsetta o al balcone o all’antenna della macchina o al guinzaglio del cane per chiedere che “questa guerra finisca e non ne nascano altre”. Teresa Sarti,presidente dell’organizzazione umanitaria Emergency, chiede di portare un pezzo di stoffa bianca per rispondere all’appello di duecentoquarantasei sportivi.”Volere la pace -dice – non significa mancare di rispetto alla memoria di chi è morto negli attentati. Confidare nella pace non significa non aver pianto per le migliaia di vittime innocenti”.
Ecco il testo dell’appello:
Siamo pericolosamente vicini alla guerra. Questo vuol dire che degli italiani potrebbero anche uccidere dei civili, la maggior parte dei quali donne e bambini e, a loro volta, essere uccisi.
Siamo sicuri che molti di noi non vogliono che ciò accada. Noi vogliamo poter dire che siamo contrari, e vogliamo che chiunque ci veda sappia che siamo contrari alla guerra. Per farlo useremo un pezzo di stoffa bianco: appeso alla borsetta o alla ventiquattrore, attaccato alla porta di casa o al balcone, legato al guinzaglio del cane, all’antenna della macchina, al passeggino del bambino, alla cartella di scuola…
Uno straccio di pace. E se saremo in tanti ad averlo, non potranno dire che l’Italia intera ha scelto la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti. Sappiamo che molti sono favorevoli a questa entrata in guerra.
Vogliamo che anche quelli che sono contrari abbiano voce. Emergency chiede l’adesione di singoli cittadini, ma anche comuni, parrocchie,
associazioni, scuole e di quanti condividono questa posizione.
Diffondere questo messaggio è un modo per iniziare.

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