Salute

Embrioni abbandonati, addio alla banca

Fallito il censimento, restano nei singoli centri. Contestate le nuove linee guida inviate sabato al CSS: non aprono alle coppie portatrici di malattie genetiche

di Redazione

Addio alla biobanca per gli embrioni abbandonati. Lo stabiliscono le nuove linee guida per la legge 40, inviate sabato 12 novembre al Consiglio superiore di sanità dal sottosegretario Eugenia Roccella. Gli embrioni abbandonati, di cui si era tentato negli anni scoris un censimento, avrebbero dovuto essere trasferiti a Milano, in una biobanca che costò 700 mila euro e che non è mai stata utilizzata. “Abbiamo verificato troppi problemi legati e tecnici. Il trasferimento al centro di Milano, che comunque potrà essere utilizzato per altri fini, non può avvenire per la responsabilità giuridica sugli embrioni che resta in capo ai centri dove sono stati lasciati”, ha spiegato la Roccella.

Un secondo punto molto contestato di queste nuove linee guida è il fatto che le coppie non sterili ma portatori di malattie genetiche non potranno fare ricorso alla fecondazione assistita. Ce lo si aspettava dopo le sentenze dei tribunali di Salerno, Bologna e Firenze, ma le nuove linee guida non lo prevedeono. Resta quindi la sola apertura prevista dalle linee guida attualmente in vigor, quelle che l’allora ministro Livia Turco consegno al Css nel 2008, a governo già dimissionato, e che aprivano anche alle coppie portatore di malattie infettive come Hiv, Hbv e Hcv.

«Le linee guida non possono modificare una legge», ha detto il sottosegretario Roccella, quelle dei tribunali “sono sentenze amministrative che riguardano singole coppie”.


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