Famiglia

Embargo, la fine non è vicina

Nonostante le aperture di Solana, Bruxelles è cauta. Specialmente dopo un’audizione...

di Matteo Manzonetto

La Cina ha ribadito ancora una volta la propria richiesta di sospensione dell?embargo sulle armi, imposto dalla comunità internazionale in seguito ai fatti di piazza Tien An Men, nel 1989. A chiedere la revoca delle misure restrittive è stata una delegazione del parlamento cinese che martedì 26 aprile ha incontrato a Bruxelles la Commissione esteri del Parlamento europeo. La revoca dell?embargo era stata sostenuta anche da Annalisa Giannella, responsabile per l?Alto rappresentante del Consiglio europeo, Javier Solana (il ?ministro degli Esteri? di Bruxelles) per la non proliferazione degli armamenti, che in colloquio a porte chiuse con la stessa Commissione del parlamento europeo ha spiegato come l?embargo sia obsoleto, visti i progressi fatti da Pechino sul fronte dei diritti umani.
Gli argomenti sostenuti dalla Gianella in nome del Consiglio Ue si appoggiano soprattutto sul nuovo Codice di condotta europeo per la vendita degli armamenti che Bruxelles sta per approvare: si tratterebbe di uno strumento efficace per controllare il flusso di armi verso la Cina e il loro utilizzo. Il Consiglio Ue sostiene poi che non è con l?embargo che si risolvono i problemi legati al rispetto dei diritti umani, ma piuttosto tramite forme di assistenza e dialogo con le autorità cinesi.
Dopo l?audizione della Gianella, gli europarlamentari hanno espresso le molte preoccupazioni riguardanti l?eventuale sollevamento dell?embargo in un confronto con alcuni colleghi cinesi. Le questioni messe sul tavolo dai deputati europei hanno toccato quasi tutti i tasti dolenti della politica cinese, sia interna che estera: il rispetto dei diritti umani, l?occupazione del Tibet, i rapporti con Taiwan e col Giappone. I delegati cinesi hanno però saputo ribattere su tutti i punti. «Dovete tenere conto che la Cina è un Paese in via di sviluppo», ha spiegato il capo delegazione cinese, Lu Conq Min, «e che siamo costretti ad applicare leggi in contrasto col diritto dell?uomo, come il controllo delle nascite o il diritto all?immigrazione».
«Il Parlamento europeo, che già l?anno scorso aveva votato contro la sospensione dell?embargo, si mantiene comunque cauto», ha spiegato a Vita l?europarlamentare Pasqualina Napoletano (Ds-Pse), «nonostante ci sia la coscienza che le cose in Cina stanno cambiando».

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