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Eluana: è scontro

Da Celentano a Sofri, il caso Englaro continua a tenere banco. E i toni salgono. Sui giornali di oggi largo spazio anche crisi economica e allarme inflazione.

di Redazione

Rassegna stampa a cura della redazione di Vita

Sintesi di Franco Bomprezzi

Due temi di grande impatto ci guidano nella lettura dei quotidiani di oggi: il caso di Eluana Englaro e la crisi economica mondiale, con le sue conseguenze in Italia. Partiamo dalla vicenda della giovane donna in stato di coma.

Al caso Englaro il Corriere della Sera dedica le pagine 18 e 19, oltre a un titolo in prima che dà conto dell’appello del presidente dei vescovi italiani Angelo Bagnasco perché non sia spenta la vita di Eluana. Sempre dalla prima pagina parte anche una lettera aperta di Adriano Celentano intitolata “tante bottiglie d’acqua per la vita”. Eccone qualche sintetico stralcio: «la battaglia di Beppino Englaro racchiude una contraddizione spaventosa (la volontà di porre fine alla vita della figlia, dopo aver lottato per sette anni per la sua vita, ndr), ma al tempo stesso forse, il più grande gesto d’amore che un padre possa fare per una figlia…essendo credente ammiro Giuliano Ferrara per le sue bottiglie a favore della vita e spero, pur comprendendo il suo stato d’animo, signor Englaro, che le bottiglie d’acqua in piazza Duomo aumentino. Aumentino per far aumentare il dubbio. Il dubbio in coloro che credono di non avere dubbi e quindi di scartare a priori la possibilità di un’altra vita oltre quella terrena. (Se fossi il padre) la cosa che più di tutti mi domanderei: e se fossi proprio io a rattristare il suo animo, per il gesto che suo padre sta per compiere?».
Sul caso Englaro, la Repubblica apre con un titolo esplicito: “I vescovi: Eluana deve vivere. Il padre: la Chiesa stia fuori”.

Alle pagine 14 e 15, sotto il titolo complessivo “La questione etica”, tre pezzi per dar voce a tutti: “Eluana, l’anatema dei vescovi” (che riferisce l’appello del card. Bagnasco da Sydney che ha parlato di “consumazione di una vita per sentenza”), “Abbiamo solo risposto alla domanda di un padre ora deve decidere lui” (chi parla è Giuseppe Patrone, il magistrato che ha firmato la sentenza: scrivere la quale «è stato un compito ostico e ingrato ma anche una decisine alla quale non potevamo sottrarci», «Ci è stata chiesta una risposta, l’abbiamo data, e ora siamo sereni, per quanto si possa essere sereni in una situazione di questo genere»). La terza voce ovviamente è Beppino Englaro: “Da 16 anni mia figlia invasa dalle mani degli altri è ora di lasciarla in pace”: ribadisce la sua posizione (la posizione di Bagnasco è «una offesa alle istituzioni», «lei non ha e non avrà mai più coscienza di sé e del mondo esterno che la circonda», né sentirà fame o sete: «relazioni che risiedono nella parte nobile del cervello, nella corteccia cerebrale, che non esiste più… Chi parla di eutanasia o di una condanna a morire di sete dovrebbe sapere che cosa dice»)

Il commento, a pagina 33 con richiamo in prima, è di Adriano Sofri, “La legge e l’amore”: Beppino Englaro da una parte, la gerarchia cattolica dall’altra. Il primo guarda al caso specifico, la seconda alla norma generale. «sta di fatto che oggi la medicina ha saputo prolungare un’esistenza cui la “natura” avrebbe ancora poco fa posto irrimediabilmente fine»; «Che non si tratti per Eluana di “staccare la spina” ma di interrompere l‘alimentazione e l’idratazione artificiali, non è affatto una vera differenza, se non per far evocare il raccapriccio di un’agonia per fame e per sete»…
Il Giornale realizza da Airuno (Lecco) un reportage nella casa della possibile eutanasia, l’hospice Il Nespolo. Il direttore Mauro Marinari dice: «Tutto pieno, anche Eluana deve aspettare».

Ampio e articolato spazio ovviamente su Avvenire: “Bagnasco: non si consuma una vita con una sentenza”, è il titolo a p. 9. Lucia Bellaspiga riprende il monito del presidente della Cei e, di corollario, i commenti politici che lo hanno seguito. Filo conduttore dell’articolo è ribadire come la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione avvenga per la prima volta in assoluto in Italia, come si tratti del primo caso di una persona che andrebbe incontro alla morte non per sua scelta deliberata e consapevole ma sulla base di una decisione di un tribunale e come questo possa aprire le porte all’eutanasia. Ribatte Beppino Englaro: «Qui si tratta di fare in modo che la natura riprenda il suo corso, interrotto dai medici sedici anni fa. Questa situazione è stata creata clincamente e clinicamente deve essere risolta».
Un cappello della redazione, intitolato “Senza polemiche ma con chiarezza” spiega che «non è la morte che sarebbe interrotta, ma l’attenzione che le viene garantita, e quindi la sua vita». Una persona in stato vegetativo persistente è «clinicamente guarita con difetto, quindi sulla frontiera estrema della disabilità». Il concetto è ribadito anche nell’intervista ai genitori di Marcello, un ragazzo che da dieci anni è in stato vegetativo dopo una vaccinazione antiepatite fatta quando di anni ne aveva 13: «Ci fa paura, perché crea un precedente molto pericoloso, crea un vulnus nella tutela delle persone con disabilità. Visto che le difficoltà sono molte, l’attenzione deve essere costante, perché nella vita di una famiglia si arriva facilmente a momenti di disperazione».
Alessandro Maggiolini, vescovo emerito di Como, si chiede se, in parallelo con quanto è previsto da Codice di diritto canonico per l’aborto, non sono «lambiti dalla scomunica ecclesiale anche coloro che preparano l’opinione a coonestare un delitto che tale rimane, nonostante tutte le opinioni contrarie?».
Alle pp. 10-11 l’appello di Scienza&Vita, «sarebbe una vera eutanasia» a cui hanno già aderito le Acli, il Movimento per la vita, Rinnovamento nello spirito, Mcl, Coldiretti, Bobba, Pezzotta, la Binetti, Carra e Volonté. La politica intanto cerca una strada per bloccare tutto, e la soluzione sta scontro fra le competenze: Cossiga e tutti i senatori Pdl in commissione giustizia del Senato hanno depositato una mozione per chiedere l’apertura di un conflitto di attribuzioni contro la Corte di Cassazione, poiché i giudici avrebbero invaso il campo proprio della politica. Tomassini (commissione sanità) ha chiesto che la questione sia affrontata lì. Se il Senato decidesse di rivolgersi alla Corte costituzionale, il procuratore generale presso la Corte d’appello di Milano sarebbe quasi obbligato a chiedere la sospensione urgente dell’esecutività della sentenza.

E veniamo alla crisi economica. La Repubblica a pagina 2: “E alle famiglie con due figli l’inflazione toglie 130 euro al mese”: uno studio della Cgia di Mestre studia gli effetti inflazionistici su tre tipi di famiglie. Per un single 480 euro, per una coppia con un figlio 720, per un nucleo di 4 persone, 762 euro (per i primi sei mesi del 2008: l’anno è solo a metà). Con tabella per capire come incidono i vari generi e servizi…
Il Sole 24 Ore apre ovviamente sulla situazione economica: “L’Italia verso la stagflazione”, il titolo. Nel pezzo si dà conto dei dati contenuti nell’ultimo bollettino di Bankitalia, che ci descrive come un Paese fermo, che ha davanti a sé due anni di crescita appiatttita quasi a zero e di rialzo dell’inflazione “persistente”. Per i prezzi, in giugno si è arrivati ad un +3,8 per cento, ovvero il massimo da 12 anni. Allo stesso tempo si riferiscono le dichiarazioni del presidente della Federal Reserve, Bernanke, che ha avvertito che i problemi dell’economia Usa sono seri. In forte calo le Borse europee, fa sapere Il Sole: tra il -2 e il -3 per cento, mentre Wall Street ha contenuto le perdite. Euro record: 1,6040, petrolio in ribasso per le aspettative di recessione. Intanto anche per la Spagna i miracoli finiscono: primo grande botto di un’impresa di costruzioni. I palazzinari là ormai li chiamano “Ladrillos”.

Per Il manifesto la crisi economica è mondiale: foto di copertina sulle code degli americani per ritirare i propri risparmi dalle banche e titolo “American express”. Ricco di cifre e percentuali l’articolo di Maurizio Galvani che segnala innanzitutto come Bankitalia e Istat concordino su un fatto: «L’economia italiana vive un momento di stagflazione» e dopo una ridda di cifre e analisi si osserva che «Soluzioni, per ora, non se ne vedono. Piuttosto si fanno i conti su quanto peserà la situazione sulle tasche degli italiani». Un altro aspetto è il lavoro affrontato dall’articolo di Sara Farolfi che parla di un paese “a termine”: solo il 25% dei precari arriva al posto stabile. Se è vero che l’occupazione seguita a crescere «grazie soprattutto al contributo della popolazione immigrata», d’altro canto si «allarga la forbice tra nord e sud del paese».
Nella pagina accanto invece si guarda agli Usa dove il fallimento della Indymatic ha «messo in evidenza la crisi. Non è più solo nei listini di borsa, ma si vede nelle strade: i correntisti ritirano i risparmi. Il presidente Usa tenta di rassicurare e invita il Congresso a sostenere i salvataggi. Intanto la recessione si avverte anche in Spagna, mentre in Brasile e Giappone ripartono le proteste». Nell’articolo di Carlo Leone Del Bello si legge che «una nuova minaccia incombe sui precari equilibri del sistema bancario americano: il virus della corsa agli sportelli, eterno spauracchio del capitalismo».
Titolo di prima de La Stampa dedicato alla crisi che attraversa il sistema finanziario internazionale, lo sguardo è volto alla situazione americana. Bankitalia, allarme economia, il titolo.
Parla Tremonti: rischio di un nuovo ’29. Berlusconi: crisi preoccupante. Servizio a pag. 5, Il ministro: qui nessuno si rende conto di quanto sta succedendo. Il commento di Marco Deaglio: «Gli sforzi delle banche centrali per circoscrivere l’infezione finanziaria che da un anno sta angustiando l’intera economia globale sono falliti. Lo ha riconosciuto ieri, in un’importante deposizione davanti al Congresso degli Stati Uniti, il professor Ben Bernanke, numero uno della Fed, la maggior banca centrale del mondo.. sappiamo ormai che la situazione non è sotto controllo, che non esistono ricette collaudate, che governi e banche centrali stanno muovendosi al buio».

E inoltre oggi vi segnaliamo:

Corriere della Sera, Sole 24 Ore, Repubblica – allineati nello sparare in prima pagina foto e notizia dei nuovi treni di Montezemolo: Bei treni rosso Ferrari, luccicanti. Partiranno nel 2011, andranno a 300 all’ora. Ma saliranno in pochi…

Corriere della Sera – Focus sui clochard. I nuovi poveri in Italia sarebbero 100mila (è solo una stima, forse anche eccessiva: la prima rilevazione nazionale è tuttora in corso a cura di Istat, Caritas e Fiopsd come già segnalato anche su Vita, ma fino ad oggi si parlava di circa 17mila senzatetto), mentre in Germania sarebbero 20mila e in Spagna 21mila. Per lo più uomini (81,8%) di un’età compresa fra i 28 e 37 anni (30,9%) e con la licenza media (33,7%). Sul perché sono diventati clochard la ragione più gettonata è la disoccupazione di lunga durata (43,4%).

La Repubblica – R2: dossier su “i 30 anni dalla fecondazione”. Oggi i figli del laboratorio sono più di 3 milioni, 100mila sono italiani (pezzo di spiega e sul primo caso, Louise Brown di Bristol una donna che oggi ha un figli di 1 anno e mezzo, nato naturalmente).

Avvenire – Stesso argomento: editoriale di Assuntina Morresi sui 30 anni di Louise Brown, nata il 25 luglio 1978: ovvero 30 anni dalla prima bambina nata in provetta. Ne sono nati 3 milioni, «ma a che prezzo?», si chiede l’autrice. «Nel prezzo c’è un numero incalcolabile di embrioni umani distrutti – per ogni bimbo in braccio muoiono nove embrioni – gli embrioni misti uomo/animale, le compagnie commerciali che fanno stoccaggio degli embrioni sovrannumerari, le nuove relazioni parentali. […] Non vogliamo dare la colpa a Louise, anzi, festeggiamo con lei il suo compleanno, ma trent’anni di storia ci presentano il conto, ed è ora di chiedersi dove tutto questo ci sta portando».

Il Giornale – pag. 13: Lo scandalo delle associazioni dei consumatori continua. Ora Matthias Pfaender racconta dello “strano affare della conciliazione”. Le associazioni di consumatori accettano finanziamenti, in denaro o sottoforma di apparecchiature informatiche e corsi, dalle controparti nei contenziosi. E’ accaduto nel caso delle società di assicurazione: prima di aprire le trattative avrebbero offerto e le associazioni accettato pc e corsi di formazione.

Il manifesto – Occhi puntati sul “Velib’” parigino, la bicicletta che si prende e si lascia, sui pedali tre parigini su cento e il comune fa soldi. Nell’articolo Anna Maria Merlo scrive: “Il successo del Velib dipende dalla speciale alchimia del sistema, che si abbina bene alla vita di oggi: è un sistema di trasporto pubblico ma viene usato individualmente, è a pagamento, ma praticamente gratuito (l’abbonamento costa 29 euro l’anno e permette l’uso di quante biciclette si voglia, basta posarle dopo mezz’ora e cambiare cavallo, la mezzora senza abbonamento è a un euro)». Ma anche a Parigi c’è il problema dell’inciviltà: «3mila biciclette sono state rubate (una è stata trovata addirittura in Romania) e altrettante degradate cioè quasi il 40% del parco ha avuto problemi» ma non solo «La polizia è diventata più severa con i ciclisti, ha la multa facile, anche perché i neofiti rispettano poco il codice della strada».

Italia Oggi – Inchiesta sull’appalto per le mense dei militari in missione. L’ha vinta la A.R. Alimenti Srl per 1.250.800 euro, dopo un anno dal bando. C’è scritto nelle specifiche della fornitura: «sarà tollerata la presenza di non più di numero 35 frammenti di insetti» «non saranno assolutamente ammessi peli di roditore, vermi, larve, parassiti e loro uova». Le mense pubbliche, di solito, non tollerano insetti. Strani anche i menù, con tortellini al ragù in teatri di guerra dove il caldo li fa cuocere da soli.

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