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ELUANA. Completato il trasferimento a Udine
Alla clinica La Quiete dovrebbe attuarsi la sentenza con la sospensione dell'alimentazione
L’ambulanza con a bordo Eluana Englaro è arrivata alla clinica La Quiete di Udine qualche minuto prima delle sei di questa mattina, dopo un viaggio notturno. A Lecco, davanti alla clinica da cui Eluana è partita, ci sono state proteste di aderenti di associazioni contrarie all’esecuzione della sentenza. Una situazione sbloccata dall’arrivo della polizia. Ad attendere la donna in stato vegetativo, una selva di giornalisti. Nella struttura, dovrebbe consumarsi l’ultimo capitolo per Eluana, in coma da 17 anni, con la sospensione dell’alimentazione e idratazione forzata.
L’ambulanza con a bordo Eluana èentrata a La Quiete da un’entrata secondaria, per dribblare la folla di giornalisti e cineoperatori che attendeva da ore sotto la pioggia. A Eluana l’alimentazione non verrà sospesa subito, ma tra tre giorni. Intanto continuano le polemiche sulla vicenda, che ieri pomeriggio è approdata nella prima seduta dell’anno del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. Alla interrogazione del capogruppo Udc Edoardo Sasco sul caso Englaro, l’assessore alla Salute, Vladimir Kosic, ha risposto in Aula che la casa di riposo La Quiete è una struttura di ricovero socio-assistenziale, dove le prestazioni sanitarie sono assicurate in convenzione dall’Azienda sanitaria di competenza, ovvero l’ASS 4. «In considerazione di tale situazione – ha commentato il consigliere Sasco – poiché le prestazioni dipendono dal servizio sanitario regionale, non possono che essere soggette alla direttiva Sacconi».
Intanto non è ancora arrivato a Udine Beppino Englaro, il padre di Eluana. L’uomo, che a Lecco ha assistito alla partenza della figlia, non ha seguito l’ambulanza che la trasportava e sembra si trovi a Bergamo. Dovrebbe arrivare a Udine nel pomeriggio. «Fermate quella mano assassina» è l’appello lanciato, in un’intervista a la Repubblica, dal cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari. «Per la dolorosissima vicenda Englaro non si tratta di accanimento terapeutico perché i sanitari non provvederanno a interrompere le terapie. Togliere a una persona cibo e acqua significa una cosa sola, uccidere deliberatamente – spiega il cardinale – Come uomo di Chiesa mi sento solo di ricordare che c’è un preciso comandamento bibilico, il quinto del Decalogo dettato da Dio, che dice “Non uccidere”. Per cui, se la sorte di Eluana sarà questa, significa che si tratterà di un assassinio. Non vedo come si possa definire diversamente la decisione di non far mangiare una per«sona». Saremmo sconfitti tutti – prosegue Barragan – se a Udine si andasse verso questo tragico epilogo. Ma, prima di tutto, ad essere sconfitto sarebbe il rispetto della vita umana. La chiesa, pur nel dolore, continuerà a pregare, a proclamare la difesa della vita perché dono di Dio irrinunciabile e a proporre, non a imporre, la sua dottrina di vita. I sanitari di Udine applicheranno la sentenza dei giudici di Milano. Fino all’ultimo momento auguro che ciò non accada. Per il resto, come cristiano, non posso che affidarmi alla misericordia divina, pensando in primo luogo alle persone che soffrono e che non possono difendersi, come Eluana Englaro. Con tutto il rispetto per le sentenze la posizione della Chiesa in difesa della vita è sempre la stessa. E non certamente può cambiare in seguito a un pronunciamento dei giudici. Non solo nei confronti di Eluana Englaro, ma in ogni caso in cui si tratta di salvaguardare quel bene inestimabile che è la vita dal primo concepimento fino alla conclusione naturale», conclude il cardinale in riferimento alla sentenza della cassazione che autorizza la mancata alimentazione di Eluana.
«Con il trasferimento da Lecco ad Udine, finalmente Beppino Englaro e il suo clan stanno riuscendo nel loro piano diabolico, ossia di far eseguire la prima condanna a morte della storia Repubblicana», afferma Alessandro Pagano, deputato del Pdl e componente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati. «Eluana è una persona viva, è una disabile grave che soffre, capisce e che soffrirà tra mille dolori della privazione di acqua e nutrimento, che sono i più elementari diritti riconosciuti persino agli animali. Invito il Governo ed il ministro Sacconi a non mollare e ad attivare tutti gli strumenti necessari per non far violare la legge fino a quando il Parlamento non varerà una legge idonea, necessaria a questo punto più che mai».
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