Non profit

Elmas, fuga dal “lager”

Aeroporto bloccato dagli immigrati irregolari in rivolta

di Franco Bomprezzi

Nell’Italia colpita al cuore dalla morte degli alpini in Afghanistan fatica a trovare spazio nelle prime pagine un’altra ribellione degli immigrati irregolari, stipati nel centro di Elmas, e riusciti per alcune ore a bloccare l’aeroporto di Cagliari. Sintomo di una situazione ai limiti dell’insostenibilità, ma che pare non scuotere le coscienze nel nostro Paese. Ecco come i giornali affrontano oggi l’argomento.

“I clandestini in rivolta a Cagliari bloccano per ore l’aeroporto” è il richiamo con foto a piede di pagina sulla prima del CORRIERE DELLA SERA. Il corrispondente Alberto Pinna ne parla a pagina 27. “Cento clandestini in rivolta barricati nel centro di prima accoglienza a Elmas, accanto all’aeroporto: 10 sono riusciti a fuggire, hanno invaso le piste. E mentre polizia e carabinieri davano la caccia agli extracomunitari (quasi tutti algerini) e facevano irruzione nel Cpa con lancio di lacrimogeni, lo scalo aereo è stato chiuso: 11 voli cancellati, 4 dirottati, pesanti ritardi. Atterraggi e decolli vietati dalle 14.50 alle 18.15: nell’aerostazione un migliaio di passeggeri inferociti, caos. Due algerini feriti., 10 arrestati per resistenza e danneggiamento” scrive Pinna. Una rivolta preceduta da segnali continui: “Otto rivolte nel 2010, una decina fra il 2008 e il 2009, il Cpa di Elmas può ospitare fino a 220 persone in 20 camere, extracomunitari che sbarcano dal Nord Africa (questa estate 165) sulle coste sud in Sardegna – conclude il pezzo – Ora chiedono di smantellarlo anche società di gestione dell’aeroporto e sindacati di polizia: «E’ un lager», lo scalo aereo è stato chiuso 4 volte, troppi allarmi ed emergenze”. Una infografica a centro pagina dà i numeri e i luoghi dei centri, i Cda (centri destinati all’accoglienza e al primo soccorso degli irregolari), i Cara (centri di accoglienza per i richiedenti asilo politico) e i Cie (centri di identificazione e di espulsione degli irregolari). La maggior concentrazione, ovviamente, è al centro-sud e nelle isole.

“Clandestini in rivolta, aeroporto bloccato”: LA REPUBBLICA sceglie la foto notizia in taglio centrale per render conto delle proteste di un centinaio di immigrati che, nel primo pomeriggio di ieri, si sono impadroniti del Centro di prima accoglienza vicino all’aeroporto, hanno messo a soqquadro l’edificio e poi hanno bloccato la pista degli aerei. Immediato l’allarme della torre di controllo che ha chiuso lo scalo fino alle 22. Lasciando a piedi centinaia di passeggeri e il gonfalone regionale in partenza per i funerali dei 4 alpini morti in Afghanistan. Il tutto mentre l’associazione No border Sardegna distribuiva volantini in appoggio alla rivolta (è la terza protesta in pochi giorni). È stato necessario l’intervento degli agenti che sono riusciti a normalizzare la situazione verso le 17 (alle 18.30 è riuscito a partire il primo volo). Dieci gli arrestati. All’origine della rivolta probabilmente il tentativo di impedire il trasferimento presso altri centri: quello di Cagliari ha superato abbondantemente il limite. Il sindacato di polizia Siulp ne ha chiesto la chiusura immediata per motivi di sicurezza e per la cronica mancanza di personale. Problemi che accomunano moltissimi centri per immigrati: nei 29 centri italiani ci sono 7653 posti disponibili (per un costo procapite che oscilla dai 76 ai 24 euro al giorno); sono controllati dalle prefetture che ne affidano la gestione a terzi. Sono tre i principali enti gestori: Croce rossa, Misericordia, consorzio Connecting People. C’è anche un pezzo sulle reazioni: “Dalle associazioni un coro di proteste «Accorciare i tempi di detenzione»”. Le Acli e l’Associazione di studi giuridici sull’immigrazione protestano: tempi troppo lunghi, condizioni non adeguate. Analogo il parere delle opposizioni: per Pd e Idv è il fallimento della politica del governo. Il commento è affidato ad Adriano Sofri, “La trincea degli ultimi”. Perché ribellarsi in una tale situazione di svantaggio? Forse per «l’amore della libertà… Se no non si spiegherebbe come mai degli esseri umani trovino la forza di ribellarsi anche nella più schiacciata delle situazioni. Anche sulla rampa di un lager». «Quando ogni altra dimensione è sbarrata, lo sguardo cerca il cielo e lo invidia e lo prega…».

“La rivolta dei clandestini blocca l’aeroporto” è il titolo che IL GIORNALE dedica alla cronaca di «una giornata in cui un centinaio di immigrati ha occupato il centro di prima accoglienza, mentre un piccolo gruppo ha approfittato della confusione per scappare verso lo scalo di Elmas, chiuso per sicurezza. E’ finita con dieci arresti e 11 voli cancellati». Le polemiche sono molto frequenti a causa dell’ubicazione della struttura, tuttavia  la rivolta «ha sorpreso tutti, anche se il malcontento covava da tempo, tre sommosse in appena dieci giorni e ieri il blitz, sfociato in momenti di semiguerriglia. All’origine delle sommosse il tentativo di impedire il trasferimento  di alcuni ospiti in un altro centro». IL GIORNALE  mette in evidenza che la «Sardegna è la nuova meta degli sbarchi, dall’inizio della scorsa estate sono stai 142 i clandestini sbarcati e intercettati dalla Guardia costiera». E che «in tutti i Cie d’Italia ci sono focolai. L’ultimo quello del 18 luglio a Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia, dove una ventina di immigrati salirono sui tetti e tentarono di fuggire».

«La rivolta al centro di accoglienza per immigrati clandestini di Cagliari è una conferma… Non basta fare la faccia feroce. Perché poi la realtà si impone». Duro giudizio del SOLE 24 ORE nell’editoriale di pagina 16 sulla rivolta del Cpa a Cagliari, in cui si aggiunge: «Si impone una realtà fatta di strutture insufficienti, come insufficienti sono le risorse per ampliarle e moltiplicarle; si impongono i limiti strutturali, in termini di uomini e mezzi, delle forze dell’ordine chiamate a effettuare materialmente le espulsioni; si impone l’oggettiva difficoltà a tenere segregati, per così tanto tempo, uomini e donne che non stanno scontando condanne giudiziarie». E non si dimentica una frecciata al Governo: «probabilmente solo l’accorta gestione dell’ex titolare del dipartimento dell’immigrazione, il prefetto Mario Morcone, aveva evitato il peggio. Ma poi il ministro Maroni ha deciso di sostituirlo». La cronaca è invece affidata a Marco Ludovico a pagina 21 che raccoglie alcuni commenti. «È l’ennesimo grave episodio che testimonia una situazione spesso fuori controllo nei centri di prima accoglienza e nei centri di identificazione» afferma Emanuele Fiano (Pd). Luigi De Magistris (Idv) sostiene che i centri «sono dei veri e propri lager». Negli ultimi anni, rivolte sono state registrate in tutta Italia: da Caltanissetta, dove il centro di Pian del Lago è stato reso inagibile il 14 novembre 2009 da una rivolta che ha portato al trasferimento di tutti gli immigrati rinchiusi, a Gradisca di Isonzo, con ripetute fughe e ferimenti di militari addetti alla custodia. Spesso ci sono tensioni al centro di via Corelli, a Milano. La rivolta di Cagliari, insomma, potrebbe replicarsi in uno qualunque delle 29 strutture destinate all’accoglienza e alla gestione degli immigrati in Italia.

AVVENIRE sceglie fotonotizia in prima e articolo a pagina 11 sulla rivolta al centro immigrati in Sardegna. L’agitazione è la terza dall’inizio di ottobre nella struttura di Elmas che ha una storia turbolenta. Aperto il 4 giugno del 2008, il centro di prima accoglienza di Cagliari ha subito anche in passato incendi e proteste clamorose. Dopo la fuga di massa, la tensione resta altissima e ieri la struttura è stata liberata solo con un’irruzione della polizia. A farne le spese i passeggeri dell’aeroporto di Cagliari paralizzato per ore con una dozzina di voli cancellati e dirottati. Quattro membri dell’associazione “No Border Sardegna” che manifestavano all’interno dello scalo sono stati aggrediti da una ventina di passeggeri infuriati.  I quattro mostravano uno striscione con la scritta “Libertà ai migranti, liberi tutti”, distribuivano volantini e scandivano slogan a favore dell’azione di protesta degli immigrati. La polizia li ha portati via prima che il tafferuglio si aggravasse. Nel taglio basso viene pubblicata un’intervista a Christopher Hein, direttore del Cir (Consiglio italiano per i rifugiati, unico organismo rimasto in Libia a occuparsi di profughi dopo la cacciata dell’alto commissariato Onu) che parla dei migliaia di profughi bloccati in Libia da tre mesi. «Il Cir – dice Hein – può solo prestare assistenza umanitaria intervenendo su casi personali, ad esempio con i ricongiungimenti familiari, o svolgere attività di formazione professionale. Per proseguire la nostra attività abbiamo presentato un progetto ponte ai governi europei fino a dicembre. Il costo ammonta a 140mila euro, finora solo Berlino ne ha stanziati 10mila».

“L’aeroporto chiuso per la rivolta degli immigrati”. LA STAMPA divide lo spazio di pagina 19 in due pezzi di cronaca: la rivolta degli immigrati in apertura e la rabbia dei passeggeri nell’aeroporto di Cagliari. Sono due mondi divisi da una lastra di plexiglass, il centro di identificazione ed espulsione degli immigrati e la pista dell’aeroporto da cui partono i voli di linea. Dopo l’episodio di ieri è polemica sulla creazione di un centro a due passi dall’aeroporto. Il vice prefetto Bruno Corda minimizza: «Il fatto che si siano verificati altri episodi nell’ultimo periodo può dipendere da vari fattori, quel che mi sento di escludere è che ci siano stati pericoli per la sicurezza dei passeggeri. Nessun problema di questo tipo, piuttosto un disagio relativo a ritardo o cancellazione di alcuni voli, ma la situazione è tornata alla normalità in un lasso di tempo ragionevole».

E inoltre sui giornali di oggi:

PAPA
AVVENIRE – In primo piano il discorso di Benedetto XVI al Sinodo per il Medio Oriente a cui sono dedicate le pagine 6 e 7. Il Papa ha rievocato l’orizzonte teologico del cammino storico dei credenti e ha denunciato “ le false divinità” che oggi distruggono il mondo: « capitali anonimi che schiavizzano gli uomini ad un modo di vivere immorale, la ferocia della violenza terroristica perpetrata in nome di Dio. E poi la forza annientatrice della droga e la mentalità dominatrice che tende a screditare valori come il matrimonio o la castità». In prima pagina l’editoriale intitolato “Per non piegarci all’impero e alla vana chiacchiera” è di Pierangelo Squeri che scrive: «Il discorso del Papa sulle piaghe della civiltà odierna fende la chiacchiera insopportabile dei nostri giorni spenti, e va esattamente a segno. Un lampo, da Occidente a Oriente, è stato. Esatto come un laser».

WELFARE
CORRIERE DELLA SERA – Focus di Dario Di Vico sul nuovo volto della professione degli infermieri e degli assistenti sociali: la sanità fra privatizzazione e nuove tecnologie, due pagine dedicate, la 10 e la 11. A partire da uno studio campione della Cisl lombarda.

SCUOLA
ITALIA OGGI – «Legge 104, al via gli accertamenti»  è il titolo a pagina 46. Il quotidiano spiega «tutto ciò che devono fare personale docente educativo, Ata e dirigenti scolastici» per quel che riguarda «gli accertamenti dei requisiti per i benefici di assistenza all’handicap». Lo prevede «un apposito regolamento emanato con il decreto 30 luglio 2010, n. 165 pubblicato sulla G.U. n 234 del 6 ottobre 2010, dal ministro dell’Istruzione di concerto con i ministri della salute, del lavoro e delle politiche sociali». Il regolamento elenca «i benefici che sono soggetti a controllo e gli adempimenti che sono richiesti ai soggetti che ne fruiscono o che chiedono di fruirne». Benefici che «riguardano la precedenza nell’assegnazione di sede e il diritto alla scelta ove possibile della sede più vicina al proprio domicilio e i tre giorni di permesso mensile retribuiti; il diritto alla riserva del posto per il personale incluso negli elenchi delle categorie protette per l’assunzione obbligatoria».

MICROCREDITO
LA REPUBBLICA – Una indagine delle Bcc rivela l’uso attuale del microcredito: nato per aiutare gli immigrati ora soccorre le famiglie. Di fatto è diventato un ammortizzatore sociale: la fascia prevalente dei richiedenti è composta da uomini 40-50enni, sposati con figli. Per il 60% di loro l’urgenza è pagare bollette e affitto. Così per far fronte alle loro necessità sono nati i programmi con le diocesi, le non profit, le banche. Sono quasi 712 gli operatori finanziari che in Italia fanno microcredito, 224 son banche e di queste sono Bcc. In prima linea il Credito cooperativo.

PERIFERIE
AVVENIRE – “Paura e omertà. Milano scopre un nuovo ghetto” è il titolo di richiamo in prima sul caso del tassista brutalmente picchiato in piazzale Dominioni per aver investito un cane sull’incendio dell’auto di un testimone. A pagina 10 in una intervista, la sociologa Rosangela Lodigiani osserva: «La sensazione è che ci siano territori di questa città lasciati completamente a se stessi. Territori che con il tempo hanno perso coesione sociale e ora rischiano di diventare simbolo di un disagio nascosto, pronto a esplodere improvvisamente». E sul perché Milano sia diventata una città “impaurita” sostiene: «Perché le politiche di tipo securitario da sole non aiutano: diffondono un senso di insicurezza, che in alcuni casi produce intolleranza, come ricordano i casi di via Padova e dei campi rom».

SAKINEH
CORRIERE DELLA SERA – “Sakineh, arrestati il figlio e due giornalisti tedeschi – Così l’Iran sfida gli altri Paesi a non intervenire”. A pagina 21 la vicenda della donna iraniana condannata a morte. Pezzo di Cecilia Zecchinelli e commento di Bernard-Henry Levy: “Quale assurdo capo d’accusa produrranno?”. 

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