Nel momento più difficile della storia somala, è sorta la stella dell’Elman: delle sei edizioni del campionato disputate dal 2000 ad oggi, l’Elman ne ha vinte cinque, diventando la seconda società più vincente dopo lo scomparso Horsed, che di scudetti ne ha ottenuti sei. «Siamo diventati la squadra da battere», conferma Awes mentre mostra orgoglioso l’ultimo trofeo vinto: una coppa arrugginita con la scritta “Serie A” (il calcio in Somalia l’hanno portato gli italiani).
Per ogni partita, tolti dall’incasso i 40 dollari da dare alla federazione e i 20 da spendere per la sicurezza ai giocatori, rimangono pochi dollari, con cui pagarsi il viaggio fino al campo d’allenamento. Imprevisti permettendo. «L’anno scorso una motocicletta carica di esplosivo è scoppiata al lato della strada», racconta un ex giocatore. «Da allora ho perso l’uso del braccio sinistro». Ma la perdita più grande la squadra l’ha vissuta nel 1996,quando Elman Ali Ahmed, noto pacifista e fondatore del team, morì sotto i colpi di un killer perché colpevole di aver tentato di recuperare i ragazzi- soldato. Da allora però il suo insegnamento è la stella cometa di questa straordinaria scuola di calcio e di pace che segue oltre 500 ragazzi.
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