Politica
Elly Schlein: “Nuovi obiettivi per lo sviluppo irraggiungibili senza lotta all’evasione fiscale”
In vista della terza conferenza internazionale sul finanziamento dello sviluppo che si terrà in luglio ad Addis Ababa (Etiopia), l’eurodeputata del PD ha presentato al Parlamento UE la bozza del suo rapporto per combattere l’evasione fiscale nei Paesi in via di sviluppo.
di Elly Schlein
Questa relazione d'iniziativa su "evasione ed elusione fiscale come sfide per la governance, la protezione sociale e lo sviluppo nei Paesi in via di sviluppo" verrà adottata in vista della terza conferenza internazionale sul finanziamento dello sviluppo (FfD) e servirà da complemento al rapporto su FfD seguito dal collega Pedro Silva Pereira.
L'appuntamento di Addis Abeba è della massima importanza, e in un certo senso il successo di altri grandi appuntamenti di quest'anno (per esempio la definizione dei nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile in settembre) dipende anche dal risultato di Addis Abeba. La domanda è: come garantire un finanziamento adeguato per una nuova agenda di sviluppo realmente trasformativa e ambiziosa? La conferenza offre alla comunità internazionale la possibilità di arrivare ad un quadro finanziario internazionale più forte e più inclusivo, che sia adeguato ed efficace per raggiungere i nuovi obiettivi di sviluppo. L´aiuto pubblico allo sviluppo (APS) è e rimarrà importante, e deve essere utilizzato in modo più efficace, ma ad Addis Abeba non si affronterà solo la questione degli APS (Official Development Assistance, ODA, in inglese): anche la mobilitazione delle risorse domestiche deve essere al centro della discussione, ed è qui che la tassazione e la lotta contro evasione ed elusione diventano fondamentali.
Le risorse domestiche sono e continueranno ad essere la principale fonte di finanziamento per i Paesi in via di sviluppo, ma evasione ed elusione fiscale costituiscono un enorme ostacolo. I flussi di capitale illecito in uscita sono quasi dieci volte il flusso di aiuti che giungono ai Paesi in via di sviluppo. Una seria lotta a questi fenomeni può portare a significativi aumenti di gettito in questi paesi, senza contare che può avere effetti positivi anche sul rafforzamento della governance e delle istituzioni democratiche. Tuttavia, ci sono limiti a ciò che i singoli governi sono in grado di compiere da soli, in particolare i governi di quei paesi che spesso non hanno forti capacità in tema di amministrazione fiscale.
Il rapporto, con la struttura che ho proposto, intende essere snello, ma forte e ambizioso. Dopo aver elencato tutte le difficoltà e i vincoli economici, politici e amministrativi che i Paesi in via di sviluppo devono affrontare quando si tratta di mobilitazione delle risorse domestiche e di lotta contro l'evasione fiscale e l'elusione fiscale, il rapporto intende invitare la Commissione europea a presentare un Action Plan, magari sotto forma di una Comunicazione, per sostenere i Paesi in via di sviluppo nel combattere l'evasione fiscale e creare sistemi fiscali più solidi ed equi.
Ho cercato di mettere insieme un piano d'azione attorno a 10 grandi punti, e non vedo l'ora di lavorare con i relatori ombra per renderlo più forte e più completo. Cerco di citarne alcuni punti su cui credo si possa raggiungere un ampio consenso:
– Anzitutto la Commissione deve continuare e rafforzare il sostegno ai Paesi in via di sviluppo fornendo assistenza finanziaria e tecnica, visto che l'importo degli aiuti in questo settore è ancora troppo basso; nel 2011 rappresentava meno dell´1% dell´ODA.
– Nell´ambito dei dialoghi politici (policy dialogue) coi Paesi in via di sviluppo bisogna dare più rilievo alla buona governance in materia fiscale; e garantire una distribuzione equa dei diritti di imposizione quando si negoziano trattati fiscali con questi paesi;
– Si può poi seguire l'esempio virtuoso di alcuni Stati membri, effettuando valutazioni d'impatto delle politiche fiscali europee sui Paesi in via di sviluppo, al fine di rafforzare la Coerenza delle Politiche per lo Sviluppo (Policy Coherence for Development);
– È necessario avere informazioni complete e pubbliche sulla beneficial ownership delle società, al fine di evitare che dietro complessi reticolati di shell companies e società fantasma si nascondano il furto di fondi pubblici, corruzione, evasione fiscale o finanziamento di traffici illeciti o terrorismo;
– Continuare a sostenere e spingere le iniziative internazionali volte alla riforma del sistema fiscale globale. È particolarmente importante il processo BEPS proposto dall'OCSE che mira a ridefinire le norme fiscali internazionali: è essenziale in particolare per i Paesi in via di sviluppo, fortemente dipendenti dal gettito dell'imposta sulle società. Tuttavia, ci sono diversi motivi per cui questo processo, allo stato attuale troppo limitato nella portata e progettato appositamente per i Paesi sviluppati, rischia di non andare a beneficio dei Paesi in via di sviluppo;
– In particolare, vi sono due strumenti essenziali proposti in questo processo, e mi riferisco alla rendicontazione paese-per-paese (country-by-country reporting, CBCR) e allo scambio automatico di informazioni, che dovrebbero essere costruiti prendendo maggiormente in considerazione le esigenze dei Paesi in via di sviluppo: Sul CBCR sono i paesi in cui le multinazionali operano che dovrebbero ricevere informazioni approfondite, per ristabilire il principio che le tasse si pagano dove vengono generati i profitti.
E nell’ambito dello scambio automatico di informazioni bisogna prevedere un periodo di transizione per i Paesi in via di sviluppo, che non hanno pienamente sviluppato le infrastrutture e le capacità necessarie per raccogliere, gestire e condividere tutte le informazioni richieste;
– Un altro punto importante è la creazione di un organismo intergovernativo per garantire che i Paesi in via di sviluppo partecipino in condizioni di parità nella riforma del sistema fiscale globale, ad esempio con la trasformazione del comitato di esperti dell'ONU in materia fiscale;
– E infine, da ultimo ma non per importanza, bisogna prestare particolare attenzione alle questioni di genere, anche quando trattiamo di giustizia fiscale. I proventi sottratti con evasione ed elusione sottraggono risorse indispensabili ai Paesi in via di sviluppo per garantire servizi ai propri cittadini, con effetti evidenti sulla parte più vulnerabile della società, in cui spesso e purtroppo le donne sono sovra rappresentate.
Sarò felice di ascoltare i vostri commenti, e non vedo l'ora di lavorare su questa bozza con gli altri relatori ombra: sono sicura che questo Parlamento potrà produrre un rapporto chiaro, con un forte messaggio politico, al fine di avere un impatto nel corso dei negoziati ad Addis Abeba e di stimolare la Commissione Europea.
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