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Elisa, misteri e bugie attorno a una chiesa

di Redazione

Scomparsa. Sul caso di Elisa Claps si attendono gli esami dell’autopsia, anche se c’è un mistero fitto e un grande sospettato, si chiama Danilo Restivo e non vive più da tempo a Potenza. È l’uomo però che è stato visto con Elisa prima della sua scomparsa e proprio nei pressi della chiesa della Trinità. Restivo adesso vive in Inghilterra a Bournemouth. Non riusciva più a vivere a Potenza, dove la gente lo segnava a dito. Aveva infatti una mania che lo faceva ben conoscere alla gente: tagliava ciocche di capelli sugli autobus. Oltremanica Restivo è rimasto coinvolto in un’altra inchiesta per l’omicidio di una donna. Si tratta della sua vicina di casa inglese, la sarta Heather Barnett. Ha detto il fratello di Elisa: «Elisa era dove tutti sospettavamo che fosse, nell’ultimo posto dove era stata vista». Fonti della Procura di Salerno confermano che il viceparroco della Santissima Trinità di Potenza seppe nello scorso gennaio del ritrovamento di alcuni resti umani nel sottotetto della chiesa. A informarlo sarebbero state le donne delle pulizie. Una delle due ha negato, forse per paura; l’altra, però, la madre, avrebbe messo a verbale la circostanza. L’avversione della famiglia Claps ai preti della Trinità risalirebbe al comportamento tenuto al tempo dei fatti dal vecchio parroco, don Mimì Sabia, morto a 84 anni nel 2008, che si è sospettato sapesse qualcosa di quei resti nascosti nel sottotetto.
Violenza. Due quattordicenni sono stati arrestati a Salò, 12 loro compagni che facevano da palo non sono stati fermati perché troppo giovani. Al centro una ragazza che è stata violentata in classe, durante una lezione. Il prof ha spiegato che interrogava e non si è accorto di nulla. È una storiaccia pazzesca, di una seconda media sconvolta da un atto terribile di due ragazzini cresciuti male. La preside che punisce tutti (anche la ragazza violentata) e non denuncia nessuno alle autorità e ora si difende parlando di bullismo. La risposta dei papà è scontata: non era violenza, semmai un gioco.
Overdose. Uno dei carabinieri del caso Marrazzo è stato arrestato. Si tratta del maresciallo Nicola Testini, accusato fra l’altro per la morte del pusher Gianguerino Cafasso. Scrive il giudice nell’ordine di arresto: «Le condizioni personali del Cafasso, soggetto obeso, tossicodipendente e diabetico, erano sicuramente a conoscenza del Testini, in virtù di un rapporto di conoscenza instaurato da molti anni, per cui deve ritenersi che la cessione al Cafasso di un quantitativo di droga nella composizione poi rilevata dai consulenti tecnici fosse finalizzata proprio a cagionarne la morte per overdose».

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