Cultura
Elio si scrive con la A
Il popolare cantante da qualche mese calca le scene con un musical ispirato a un film della Wertmuller, Storia damore e danarchia: e lanarchia non è solo nel titolo
MODENA – A come amore e come anarchia. Siamo nei camerini del Teatro Storchi, a Modena, è sabato, e stasera va in scena “Storia d?amore e d?anarchia”. Dramma teatrale tratto dal lungometraggio “Film d?amore e d?anarchia ovvero: stamattina alle 10, in via dei fiori, nella nota casa di tolleranza”, girato nel 1973 da Lina Wertmüller. A recitare la parte di Tunin, contadino lombardo e anarchico, però, questa volta c?è Elio, proprio lui, quello delle Storie tese, mentre Giuliana De Sio interpreta Salomé, una delle ragazze della casa di tolleranza, anarchica di famiglia ma in fondo, anche lei come Tunin, per amicizia.
Una visione romantica
Tagliamo la testa al toro, cos?è per Elio l?anarchia? “Poesia? è uno stile di vita… di chi non vuole sottomettersi a nessun tiranno. Anche se poi politicamente può essere una cosa precisa”. Jeans e maglietta, Elio ci pensa su. “Ho una visione romantica dell?anarchia, di chi si impegna soprattutto individualmente per il bene”.
Nel camerino a fianco, intanto, si sta preparando Giuliana De Sio che, del proprio personaggio, ha offerto un?interpretazione commovente, meno nevrotica, più materna rispetto al film. Alchimia fra il personaggio e la figura pubblica che lo spettatore subisce inconsapevolmente, di cui la rappresentazione teatrale ha di certo giovato, abbandonando le orme di una coppia affiatata come quella cinematografica fra Giannini e la Melato. E così è stato per Elio. “Sì? in effetti, come il Tunin, anch?io vengo da un altro ambiente, dalla musica. Come Tunin, che diventa anarchico per il solo fatto di aver visto il suo amico (Michele, anarchico per convinzione) ucciso dai carabinieri, anch?io ho deciso di prestarmi al teatro dopo che me l?hanno chiesto, non ci avrei mai pensato prima. Avevano bisogno di qualcuno che conoscesse il dialetto lombardo? e poi per quasi tutta la prima parte dello spettacolo non dico niente…”.
E le canzoni? “E poi, chiaro, avevano bisogno di uno che cantasse. “Storia di amore e d?anarchia è un musical”. Alcune canzoni sono state scritte da Nino Rota per il film, molte altre sono invece originali per lo spettacolo”.
Storia di Tunin e Salomé
Lo spettacolo per l?appunto, ovvero la storia di due poveracci. Il primo, Tunin, partito dalla campagna lombarda e giunto a Roma per uccidere Benito Mussolini, e Salomé, appoggio clandestino nella capitale, che spera in questo modo di vendicare il suo giovane Anteo, ragazzo con cui passeggiando anni prima in quel di Bologna, era stata vittima di squadristi, e in cui Anteo aveva avuto la peggio. “La povertà… la povertà, quella vera, è quando non hai da mangiare…”. E oggi? “Oggi invece ci si sente poveri quando non abbiamo ciò che ci dicono è necessario avere”. L?è la miseria, sciur comandante? Sa ? Il coraggio l?è n?a roba da signori. Così, Tunin, alle provocazioni del comandante e gerarca Spatoletti, habitué della casa “esatto, roba per chi ha la pancia piena”.
Ma il piano non va come previsto. Per l?attentato, anche grazie alle rivelazioni che avrebbe fatto il comandante Spatoletti a Salomé, è tutto pronto, o quasi. Tunin e Tripolina, una delle ragazze della casa, si innamorano. E mancano solo due giorni. Due giorni d?amore… una roba che tanti non ce l?hanno mai avuta mai… Tripolina accetta ma non si convince, mentre Tunin sa di non poter più tornare indietro e confessa alla stessa Salomé? Anche se non sono un anarchico? quando avrò ammazzato Mussolini, allora ci sarò entrato… No?
I morti, dove sono i morti?
I due giorni sono passati. Tunin chiede a Tripolina di essere svegliato all?alba. Ma Tripolina, il mattino seguente, decide di non farlo, non vuole che vada e rischi la vita, e obbliga Salomé a fare altrettanto: Ti prego, aiutami a non farlo morire… Salomé non sa rispondere e si domanda ad alta voce? che succederebbe se in guerra tutte le mamme e le fidanzate se mettessero annanz?a porta a fermare i soldati? Ma a questo proposito Tripolina non ha dubbi se lo facessero tutte le mamme, sarebbe una bellezza! E perché no? Per la storia? Per la giustizia?!… Ma se stanno a combattere da che esiste il mondo? Fammi capire? Tutta questa giustizia, dov?è? I morti ci sono, sotto terra, e basta.
Il mio amico Bertold
?Dopo i primi tre mesi di rappresentazione, in cui ero preoccupato soprattutto che il pubblico ridesse quando cantavo, pensando ad Elio e le Storie Tese, adesso mi sto divertendo?. La prima della “Storia d?Amore e d?Anarchia” è infatti andata in scena il 9 gennaio 2002 a Forlì, mentre quella di Modena è l?89° replica, e poi fino a marzo in giro per l?Italia, Milano, Pavia, Reggio Emilia, Roma e Perugia. ?Lo spettacolo sta andando bene, è probabile che verrà ripreso ancora l?anno prossimo. Ma prima, forse a maggio, vorremmo fare uscire il prossimo disco.? A tu per tu, è difficile isolare il cantante di una fra le band più importanti degli anni ?90 dal Tunin. E invece.
Non è la prima volta per Elio. Il suo debutto nella lirica con “Isabella” di Azio Corghi, adattamento de ‘L?italiana in Algeri” di Rossini è stato presentato al Rossini Opera Festival di Pesaro nel 1998, a cui hanno fatto seguito diversi recital su repertorio moderno e contemporaneo: due esecuzioni al Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano nel 1999 e 2000, al Salone della Musica di Torino nel 1999 e al Carlo Felice di Genova nel 2001; a dicembre 2000 è Mackie Messer nell”‘Opera da Tre Soldi” dei Santa Cecilia di Roma e, l’anno scorso, voce recitante in “Pierino e il Lupo” all’Auditorium di Milano.
Merito inoltre di Lina Wertmuller se, proprio nella ?Storia d?Amore e d?Anarchia?, abbondano i riferimenti al teatro politico di inizio secolo: fra cui Bertold Brecht (e Hanns Eisler) de La madre (1932) o per l?appunto dell?Opera da Tre Soldi (1929, insieme questa volta a Kurt Weill), o il Woyzeck (1913) di Georg Büchner. In cui alle ideologie totalizzanti si contrappone la miseria della vita quotidiana. Veri e propri inni alla pace, alla povertà, contro tutte le ingiustizie, come sottolineato dalla figura di Tripolina, nella ?Storia d?Amore e d?Anarchia?.
Milano non c?è più
“Porto Alegre? No, fai bene a parlarmene. Sì, seguo quanto succede? nel movimento… anche se non lo faccio come vorrei. Io non lo chiamerei però movimento, sono organizzazioni, e non c?è solo Emergency, sono tante. In un certo senso anche loro sono anarchiche. Si impegnano per il bene. Sono staccate dalle logiche dei partiti. E forse per questo le persone che vi si impegnano vengono spesso e in modo grossolano criminalizzate”. Il microfono nei camerini avverte che manca un?ora allo spettacolo. “La guerra? Questa guerra? Sono assolutamente contro. Penso che in alcuni casi ci sia bisogno di risposte determinate, ma non in questo caso, che è solo una questione di interessi e non risolverà nulla? anche se a vent?anni si ha una testa e a trenta un?altra, rimango della mia idea… di quando facevo il servizio civile in una comunità per il recupero dei tossicodipendenti: sono contro questa guerra”.
E il ritorno a Milano con lo spettacolo… “Sì, al Teatro Manzoni?”. Dura, la tua città, pubblico esigente? “Milano… ma… è sconcertante, non si fa più niente a Milano. Culturalmente intendo, se non in qualche caso, ma sono ghetti. Basta guardare alla questione della Scala, ma anche e soprattutto alle attività pubbliche di promozione culturale. Non c?è più niente. Io, ad esempio, ho iniziato a suonare il flauto perché nella mia biblioteca civica il Comune organizzava delle lezioni di musica, ma adesso non c?è più nulla. E poi lo sport: provate a fare un?indagine sulle strutture sportive a Milano, una situazione deprimente, fatiscente. Milano è l?espressione della minoranza che ha i soldi. Presto me ne andrò”.
Si va in scena… penso a tanta gente nell?oscurità / Alla solitudine nella città? Ultima canzone dello spettacolo, Canzone arrabbiata, versi disperati e semplici, cantati dalle prostitute all’inizio e alla fine, quando Tunin, svegliatosi troppo tardi, dapprima incolpa Tripolina, e poi se stesso. E poi, catturato dai carabinieri e interrogato da Spatoletti, la sola forza che gli rimane è quella di pronunciare, in ginocchio davanti ai propri carnefici, una preghiera all?incontrario. Non so niente di nessuno? fucilatemi che è meglio così…
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