Il non profit cambia la vita

Elio: «L’autismo? In Italia siamo soli, bisogna stare vicino alle famiglie»

«Cinque anni fa ho cercato Nico Acampora, il fondatore dell'associazione PizzAut. All’epoca per me lui era un “collega papà” di figlio autistico. C’è un esercito di volontari che supporta questa realtà»

di Anna Spena

Cosa accadrebbe se, da un giorno all’altro, il non profit scomparisse? È questa la provocazione al centro del numero di marzo di VITA “Provate a fare senza”, se sei già abbonato, leggi subito qui; se vuoi abbonarti, puoi farlo da qui. Nel secondo capitolo del magazine abbiamo dialogo con otto artisti che hanno scelto l’impegno sociale e Elio, leader del gruppo Elio e le Storie Tese, racconta del suo impegno per l’autismo e della prima volta che ha incontra il mondo del volontariato che «dà senso alla vita», racconta.

Erano gli anni Ottanta. In Italia la leva militare era ancora obbligatoria ma Stefano Belisari, in arte Elio, leader del gruppo Elio e le Storie Tese, disertò perché «nella mia vita non avrei mai voluto ammazzare qualcuno, o fargli del male», racconta. Ma per gli obiettori l’alternativa era diventare un volontario del servizio civile. «Mi inviarono in una comunità di recupero per tossicodipendenti. Ci rimasi venti mesi: quell’esperienza mi cambiò la vita».

Oltre che per la sua carriera artistica lei è conosciuto per essere da sempre vicino a realtà del Terzo settore, prima tra tutte PizzAut onlus, l’associazione fondata da Nico Acampora, nata con l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni e la società sul tema dell’occupabilità delle persone autistiche, che ha aperto — tra l’altro — un ristorante e una pizzeria gestiti da personale autistico. Però il suo incontro con il Terzo settore inizia molto prima…

Avevo poco più di vent’anni e non volevo fare il mio anno di leva militare obbligatoria. Scelsi il servizio civile e mi inviarono in una comunità di recupero per tossicodipendenti. Mi sembrava una cosa molto più utile. Però la leva militare sarebbe durata un anno, invece il servizio civile sarebbe durato otto mesi in più. Vivevo quel “prolungamento” come una sorta di “tassa” da pagare per essere un obiettore. E così giovane credevo anche che sarei rimasto bloccato per quasi due anni della mia vita, proprio mentre quella vita la stavo iniziando. Elio e le Storie Tese era già in attività, io andavo all’università e invece…

E invece?

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