Politica

Eliminare le Province? Risparmi minimi

Lo rivela una rcierca Cgia di Mestre: 500 milioni circa

di Redazione

L’abolizione delle province italiane ipotizzata in questi giorni porterebbe, in realtà, ad un risparmio molto più esiguo di quanto si possa pensare: sugli oltre 13 miliardi che vengono spesi nel nostro Paese, in totale, per tutte le Province, il risparmio sarebbe appena superiore ai 500 milioni, pari appunto al 3,90% del totale. Ciò significa che il 96,1% della spesa complessiva rimarrebbe a carico dei cittadini italiani. È quanto emerge da uno studio della Cgia di Mestre che ha analizzato le spese delle amministrazioni provinciali per ogni regione.

Dall’abolizione delle province delle Regioni a statuto ordinario, deriverebbe, secondo la Cgia, un risparmio di 421 milioni di euro; oltre 88, invece, sarebbero i milioni di euro risparmiati se si guardassero i costi delle realtà provinciali che si trovano nelle Regioni a statuto speciale: da queste ultime vanno escluse la Valle D’Aosta, Regione senza province, e il Trentino Alto Adige, le cui province hanno un regime speciale. Andando ad analizzare, infine, i dati regione per regione, si va da un minimo di 2,11% di risparmio sul totale di spesa per il Friuli Venezia Giulia ( in termini assoluti pari a 10,6 milioni di euro), ad un massimo di 8,97% per la Sardegna, con un risparmio di quasi 35 milioni di euro.

Secondo Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia, “l’abolizione delle amministrazioni provinciali farebbe risparmiare, nel breve periodo, solo le voci di spesa riguardanti i costi della politica, che rappresentano in realtà solo una minima parte: le funzioni, oggi in capo alle Province, e soprattutto i relativi costi di gestione e di personale, andrebbero a gravare sugli altri Enti locali che si accollerebbero le funzioni delle Amministrazioni provinciali”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA