Formazione

Elezioni: l’analisi dell’Istituto Cattaneo

Il voto per i sindaci è stato locale, nonostante la campagna elettorale nazionale

di Redazione

In questi giorni vari osservatori hanno decretato la fine della ?stagione dei sindaci?. Invece, dai dati sul voto per i sindaci nei nove capoluoghi si evince che ? almeno per quanto riguarda il voto per i primi cittadini ? gli elementi locali restano decisivi. L?Istituto Cattaneo ha analizzato il voto delle elezioni municipali del maggio 2003 nei nove capoluoghi. I risultati di tali analisi evidenziano che: ? la quota di cittadini che sceglie l?opzione di ?voto al solo sindaco? ? il più genuino indicatore di rilevanza delle figure dei sindaci rispetto alle liste di partito ? è stabile nel Nord e nel Centro, e in leggero calo al Sud; ? i risultati elettorali nei comuni non mostrano alcuna tendenza unificante: alla tendenziale conferma delle amministrazioni uscenti (altro chiaro segnale dell?autonomia del voto locale da quello nazionale), si accompagnano cambiamenti bidirezionali nel colore politico dei candidati vincenti (dal Polo all?Ulivo e dall?Ulivo al Polo), altro segno della prevalenza dei fattori locali rispetto agli stimoli nazionali; ? dove la Lega Nord ha scelto di ?correre? da sola, i risultati sono stati notevolmente eterogenei, soprattutto nel centro-destra. I ricercatori dell?Istituto Cattaneo si sono posti l?interrogativo di quanto ?comunali? siano state le elezioni comunali nei nove capoluoghi al voto nel 2003. Trattandosi di capoluoghi, era in essi, più ancora che negli altri comuni più piccoli, che sarebbe stato lecito attendersi un ?ritorno? dei partiti e delle tendenze nazionalmente uniformi nel voto. Gli studi dell?Istituto Cattaneo hanno però mostrato che: 1. l?indicatore più genuino del fatto che vi è una quota di elettori che si disinteressa della competizione fra le liste di partito e vota esclusivamente per il sindaco, vale a dire la quota di voti ai solo sindaci, è stabile nei capoluoghi del Nord e del Centro e in leggero calo al Sud. Il calo al Sud è ricollegabile all?accanita competizione per il voto di preferenza fra i candidati di partito. Al Nord, tuttavia, da ormai un decennio circa un elettore su dieci vota esclusivamente per il solo sindaco e si disinteressa della competizione fra i partiti. 2. in termini di ?conquiste? o ?riconquiste? dei municipi, non vi sono tendenze unificanti: _ Si sono ricandidati 4 sindaci uscenti, 2 dell?Ulivo e 2 della Casa delle Libertà. Due di essi, uno per parte, sembrano avere goduto del ?fattore incumbency?, vale a dire del vantaggio della ricandidatura: uno dell?Ulivo (Fontanelli a Pisa) è gia stato confermato al primo turno, e uno della CdL (Hullweck a Vicenza) va verso una molto probabile riconferma al ballottaggio. Gli altri due vanno invece verso un ballottaggio molto aperto o addirittura difficile: uno per l?Ulivo (Corsini a Brescia) e uno per la CdL (Arezzo) a Ragusa. _ Negli altri 5 casi, le amministrazioni uscenti sono 2 uliviste, 2 della CdL e 1 della Lega. Due di esse, una per l?Ulivo (a Massa) e una per la CdL (a Messina), sono già state riconfermate, mentre una terza, quella leghista (a Treviso), viaggia verso una probabile riconferma al ballottaggio. Vi sono due ballottaggi molto aperti per un?amministrazione ulivista (a Sondrio) e per una della CdL (a Pescara). Sembra quindi difficile, sulla base di questi dati, dire che le candidature a sindaco hanno perso, nella mente degli elettori, quella autonomia di cui avevano goduto in questi anni. E? più probabile, invece, che ad essere all?opera, come ormai è prassi consolidata nei comuni italiani, siano stati soprattutto fattori locali. 3. Va nello stesso senso anche una terza considerazione, relativa ai 3 capoluoghi su 4 del Nord in cui la Lega Nord ha corso in competizione con le altre forze della CdL. Se gli elettori avessero voluto ?premiare? o ?punire? il partito di Bossi per le prospettive che questa scelta apre sul piano nazionale, sarebbe stato lecito attendersi che i ?premi? e le ?punizioni? fossero uniformi. E invece la scelta della Lega è stata ampiamente premiata dagli elettori di Treviso, dove Gobbo, successore di Gentilini, ha ottenuto il 44,9% dei voti, mentre il suo predecessore, nel 1998, aveva ottenuto il 42,8%. Non è avvenuto lo stesso, invece, né a Brescia (dove il candidato sindaco leghista ha ottenuto il 16,3%, contro il 19,8% di cinque anni fa), né a Vicenza (14,0%). Nel complesso, insomma, gli studi dell?Istituto Cattaneo sui nove capoluoghi al voto nel 2003 mostrano che, nonostante tutto, si è trattato di un voto locale. Non si è riscontrato, infatti, né un ritorno in grande stile del voto per le liste, dal momento che soprattutto al Nord resta un elettore su dieci (e quindi circa un sesto di chi esprime un voto valido) che vota esclusivamente pel il sindaco e non per le liste di partito. Non si sono riscontrate tendenze uniformanti quanto alle ?conquiste? e alle ?sconfitte? nelle città: per entrambi gli schieramenti, esse si sono alternate in modo praticamente speculare. Non si sono riscontrate, infine, tendenze uniformanti nel giudizio che gli elettori hanno dato alla scelta della Lega Nord di ?correre da sola? in tre capoluoghi del Nord. La notizia, insomma, è che le elezioni comunali restano, nonostante tutto, elezioni comunali. Per ulteriori informazioni, contattate: Guido Legnante: 0382 528776


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