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Elezioni, il Pdl “teme” la Lega

Campagna elettorale nervosa, nel Veneto l'incognita di Zaia

di Franco Bomprezzi

 

Elezioni regionali alla stretta finale, e prime pagine dei giornali dominate dalla campagna elettorale e in particolare dagli attacchi di Berlusconi ai magistrati e alla sinistra, ma ampio spazio anche alla competizione interna al centrodestra, fra Pdl e Lega, in particolare nel Veneto alle  prese con lo scontro Zaia-Galan.

“Berlusconi, affondo contro i pm”, è il titolo di apertura del CORRIERE DELLA SERA. Dopo le prime sette pagine dedicate nell’ordine all’infinita polemica fra Berlusconi e la magistratura (pag 2 e 3), al chiarimento dei vescovi dopo l’uscita di ieri sull’aborto (pag 5) e alla proposta di Fini di concedere un iter breve per la cittadinanza ai figli degli immigrati, alle pagine 8 e 9 il CORRIERE si concentra sul posizionamento della Lega nord. “Bossi, primo comizio per il figlio: «È in lista perché ha lavorato»” e il leader del Carroccio promette di non lasciarsi scappare di mano il ministero dell’Agricoltura: mi impunterò, non lo molleremo. Di fatto un attacco all’ex governatore veneto Galan a cui quel posto era stato promesso. Lo stesso Galan, che in linea con Cacciari oggi dice: Lega demagogica. Scrive Angela Frenda: «Dopo anni di scontri, ripicche e guerre a distanza, il sindaco di Venezia e il governatore uscente del Veneto hanno stretto un’inedita alleanza «in nome del bene della regione», ma contro la Lega e «le sue iniziative demagogiche che danneggiano enormemente, in questo caso, la candidatura di Venezia alle Olimpiadi 2020». In cauda venenum, la lettera-appello di Berlusconi agli elettori veneti che dimentica di citare il candidato Luca Zaia: «la Lega? Niente» riposta Alessandro Trocino, «mai citata. Luca Zaia? Niente di niente. Silvio Berlusconi scrive agli elettori del Pdl veneto, loda l’Uscente Giancarlo Galan, invita a votare per il suo partito, ma dimentica il candidato governatore espresso dalla Lega a nome della coalizione».

Gli ultimi fuochi della campagna elettorale bruciano anche sulla prima de LA REPUBBLICA che apre con “Berlusconi: Italia in mano ai pm”. Comizio torinese per il premier: soliti strali contro magistrati (che ovviamente agiscono per «cambiare governi eletti dal popolo»), Corte costituzionale, la sinistra «dell’odio, naturalmente». In più l’annuncio del presidenzialismo «dei gazebo». Cosa sia e quanto sia praticabile nessuno lo sa, ma fa tanto governo del fare. Berlusconi non perde l’occasione per fare battute sulla candidata Pd: «al mattino si guarda allo specchio e cosa vede? Vede la Bresso e si è già rovinata la giornata» (ai berlusconologi farà piacere ricordare che si tratta di una battuta riciclata: l’aveva già indirizzata al contestatore in una movimentata conferenza stampa a Palazzo Chigi, qualche giorno fa). Insomma un copione ispirato dall’amore e dal senso dello Stato. Immediata la replica dell’Anm: «è sconcertante che in campagna elettorale venga aggredita quotidianamente un’istituzione dello Stato. Sulla chiamiamola gaffe del presidente, la replica della Bresso: «sono sempre di buon umore… quanto a trucco, ne uso poco, ne ho meno bisogno di Berlusconi. Sono più giovane e meglio conservata, anche senza lifting». Nel retroscena Liana Milella spiega il progetto del premier: «uniremo insieme il voto e il referendum confermativo sulla riforma del presidenzialismo e su quella della giustizia». Nella stessa scheda Berlusconi spererebbe di cogliere due piccioni: prepararsi la poltrona di presidente e vendicarsi degli odiati magistrati. Testi di riforme che sarebbero già pronti nel cassetto: il signor B. li tirerà fuori dopo le elezioni…

“La Chiesa si schiera prima delle elezioni. Perché i vescovi sono con il Premier” è il titolo di copertina de IL GIORNALE rafforzato dall’occhiello “La mossa di Bagnasco è senza precedenti. Ma il motivo c’è: Burlando non tutela la famiglia, la Bresso è per la pillola abortiva, la Bonino a Roma è dirompente come Zapatero nella cattolicissima Spagna. E il Vaticano si difende. Votando”. IL GIORNALE cavalca anche oggi le dichiarazioni del presidente della Cei a partire dall’editoriale di Vittorio Macioce che scrive: Il PdL non è la nuova Dc. Non è il partito unico dei cattolici. Questo non è un battesimo. La scelta di campo della Cei assomiglia molto di più ad una mossa  difensiva. La Chiesa sta tutelando i sui valori. In ballo, insomma, c’è molto di più di un governatore. Uno poi può non condividere la visione del mondo, i dogmi,  la religione e tutto il resto. Quello che però sta accadendo è questo. E’ la mossa della Chiesa per restare in questo mondo. E non è una questione da poco. Non è una battaglia solo italiana. I vescovi spagnoli stanno lottando contro il modello Zapatero a viso aperto. La chiave è tutta qui».

La campagna elettorale trova spazio nella pagine interne del SOLE 24 ORE con l’ennesimo affondo di Berlusconi sui giudici (“Berlusconi: democrazia violata”) e con un confronto, a pagina 17, tra i programmi delle due candidate alla poltrona del Lazio: “Polverini-Bonino, sfida allo sviluppo”. Cinque domande: questione sanitaria, occupazione, sviluppo, fisco, rifiuti. Sulla sanità in particolare, la Polverini punta su più controlli, riducendo Asl e centri di spesa, la Bonino punta prima ad azzerare il deficit, poi a migliorare i servizi.

Lo spazio per gli ultimi fuochi elettorali nelle pagine di ITALIA OGGI è occupato da articoli del “Primo piano”. Si parla di Franco Marini, che «fa da angelo custode di Emma». Il segretario del Pd Bersani, spiega il quotidiano, lo vuole al fianco della Bonino nella regione Lazio come garante con il Vaticano. Secondo ITALIA OGGI le rassicurazioni del Pd avrebbero fatto «scaturire un nuovo documento di Angelo Bagnasco che dalla Liguria ha messo sullo stesso piano della bioetica anche i valori sociali». Nella pagina accanto si affronta il tema del doppio incarico: «Zaia non lascia, tenta il raddoppio» si legge nel titolo dell’articolo che traccia un parallelo tra Renato Brunetta (che se vincesse come sindaco di Venezia manterrà la sedia di ministro) Zaia e anche Roberto Calderoli che anzi avrebbe suggerito al collega leghista di far valutare la legittimità del doppio incarico. Sempre per la campagna elettorale anche un articolo sulla «polveriera Rai».

 IL MANIFESTO ha foto in prima pagina e titolo di apertura dedicati alla Protezione civile, o meglio agli ausiliari Prociv che distribuiscono i volantini elettorali del centrodestra «trasformati in attivisti del Pdl» sottolinea nel sommario. Sempre sul tema elezioni le prime due pagine sono dedicate al derby «Verde – azzurro» in Lombardia. «Il celeste Formigoni è sicuro di vincere. Ma la vera sfida è sull’egemonia nel centrodestra. E la Lega accorcia le distanze». Alla questione veneta un articolo in basso a pagina 3 «Nella lettera di Berlusconi sparisce il candidato Zaia». «Alla vigilia del voto che incoronerà il “padano” Luca Zaia nuovo presidente, il Pdl è in affanno. Sondaggi da brividi. Fini che esterna, guerra delle preferenze. Arriva quindi il soccorso di Silvio Berlusconi: una lettera-appello che sviolina affetto e riconoscenza a Galan e non nomina mai il ministro Zaia (…)». 

Il focus sulle elezioni, per AVVENIRE, è ancora tutto sulle indicazioni dei vescovi sui valori non negoziabili, riprendendo questa volta la lettera dei vescovi liguri, firmata in primis dal cardinal Bagnasco. Tali valori – «dignità della persona umana, diritto al lavoro e alla casa, accoglienza degli immigrati, salvaguardia del creato» – «non possono essere selezionati secondo la sensibilità personale, ma vanno assunti nella loro integralità». Entrando nelle regioni, AVVENIRE sceglie il Lazio e si schiera: titola infatti su «una Bonino in difficoltà, inciampa su Regioni e Ru486» mentre sotto la foto della Polverini mette un «Da Pdl e Udc un documento per difendere vita e famiglia». 

Dopo Silvio Berlusconi, oggi LA STAMPA lancia a pagina 3 l’intervista a Massimo D’Alema. Che parte proprio dalle risposte date dal premier. Dice che il Cavaliere sta facendo «il solito giochino: che consiste nel trasformare ogni voto – perfino un’elezione circoscrizionale – in un referendum su di lui. Lo fa anche perché ha poca considerazione dei suoi candidati e del suo partito». Sul presidenzialismo afferma che «gli ultimi anni hanno dimostrato quanto ci sia bisogno dell’autorità di un Capo dello Stato punto di equilibrio e garanzia per tutti: un presidente della Repubblica eletto nel fuoco di uno scontro elettorale non potrebbe esercitare quel ruolo con autonomia e credibilità». D’Alema si chiede «come si fa a parlare indifferentemente di elezione diretta del premier o del Capo dello Stato come se fossero la stessa cosa». Il problema per l’esponente Pd è un altro: «Proprio perché abbiamo un presidenzialismo di fatto, la questione è restituire al Parlamento il suo ruolo legislativo e di controllo, permettendo ai cittadini di scegliere i loro parlamentari. E riducendo il numero degli eletti, a mio giudizio, a tutti i livelli. Anche per ridurre i costi della politica». All’intervistatore che lo incalza dicendo che è stato ritenuto il leader più aperto al dialogo con Berlusconi, tanto da spingersi fino a quelli che sono stati addirittura definiti “inciuci”, D’Alema risponde: «non parlo con Berlusconi che saranno dieci anni».

E inoltre sui giornali di oggi:

OBAMA
IL SOLE 24 ORE – Il presidente americano è protagonista della fotonotizia in prima pagina in una foto grande che lo ritrae mentre ratifica la riforma sanitaria (“Ora Obama rilancia verso il Midterm”) e anche di un commento a pagina 13, firmato da Roberto Perotti “Barack, lezioni da una vittoria”: «Obama ha resistito ai suggerimenti del suo principale consigliere, Rahm Emanuel, di ridimensionare la riforma, e ha accettato il rischio di esser bollato come un presidente settario pur di perseguire un obiettivo morale.  Da decenni questo è il primo pezzo importante di legislazione democratica a passare senza un solo voto repubblicano: la stessa nascita di Medicare nel 1965 fu votata da quasi metà dei repubblicani. Ma per Obama è una prova di forza, non di debolezza: nonostante il suo calo di popolarità, il 60% lo trova un leader che “ispira” e che “decide” incluso il 25% dei repubblicani (…) Obama ha capito presto che l'”opzione pubblica”, cioè un sistema sanitario nazionale stile europeo, non sarebbe mai passata. La riforma si basa quindi su due pilastri: 16 milioni di nuovi assistiti sono ammessi in Medicaid alzando il limite di reddito. Per altri 16 milioni (rimangono ancora fuori 23 milioni di americani), l’unica alternativa funzionante è un sistema che obblighi le assicurazioni ad accettare tutti, ma che incentivi anche le persone sane a entrare nel pool degli assicurati e penalizzi chi si rifiuta di farlo. Altrimenti le assicurazioni si ritroverebbero solo con i poveri e gli individui più rischiosi. Nel fare tutto questo, il piano Obama ha segnato forse la differenza cruciale con quello di Clinton: mentre le lobby dei dottori, delle case farmaceutiche e degli ospedali in gran parte si opposero al piano Clinton a causa dei macchinosi controlli e regolamentazioni che introduceva, esse sono state fortemente a favore del piano Obama, che dopo tutto porta 32 milioni di nuovi pazienti e acquirenti di medicine. Alla fine sono rimaste solo le assicurazioni a remare contro, ma questo probabilmente è stato un vantaggio data la loro enorme impopolarità in questo periodo, abilmente sfruttata dall’amministrazione».

RAZZISMO
IL MANIFESTO – Tre box a pagina 6 sono dedicati al “razzismo leghista”, un unico occhiello numerato riunisce tre diversi box nei quali si affrontano altrettante situazioni. La prima è relativa al sindaco di Treviso che vieta l’uso di piazza dei Signori alla manifestazione per la realizzazione del cous cous più grande del mondo; nella seconda al centro dell’attenzione è un volantino distribuito in Toscana in cui in fila davanti allo sportello “Casa diritti sanità” ci sono alcuni immigrati (un cinese, una donna velata, un uomo di colore e un arabo con il coltellaccio) e in fondo alla fila un anziano italiano con la scritta “Sveglia Toscano! Indovina chi è l’ultimo…” «Esplicito il messaggio – osserva IL MANIFESTO – i “comunisti” che governano la Toscana privilegiano i cattivi immigrati rispetto ai poveri italiani nella distribuzione del welfare». Infine viene ripreso il caso della mensa scolastica di Montecchio Maggiore dove i figli di chi non paga (8 bambini, sei stranieri e due italiani) sono rimasti a pane e acqua. 

ABORTO
LA STAMPA – “La 194 non si tocca. Intesa Emma-Renata”. Durante una trasmissione su Sky le due candidate del Lazio hanno mostrato convergenza di vedute sulla legge 194. In particolare la Polverini ha dichiarato che la 194 «è una legge dello Stato e la Regione non ha nessun titolo per intervenire, né sarebbe mio auspicio e volontà».

LEGGI AL ROGO
LA REPUBBLICA – Calderoli, novello Nerone, arde in una caserma dei pompieri il falò delle leggi semplificate, ovvero quelle sorpassate e dal suo ministero abolite. Un rito alquanto insolito che rivela «politiche allegoriche  e spettacolari che non solo appaiono ormai chiaramente sfuggite di mano ai loro scatenatissimi artefici, ma che finiscono per annientare la pur meritoria opera di semplificazione».

DONAZIONI
AVVENIRE – Unicredit ha presentato ieri il sito www.ilmiodono.it, una piattaforma per fare donazioni on line al non profit. Le onlus potranno raccolgiere direttamente una donazione dagli altri clienti Unicredit e indirettamente dagli altri, con carta di credito. Un meccanismo che «garantisce visibilità anche alle realtà più piccole». Si parte con sette organizzazioni, ma l’obiettivo è imbarcarne mille entro l’anno.

NATALITA’
ITALIA OGGI – Un piccolo articolo analizza l’ultimo rapporto famiglia del Cisf che suggerisce una riforma fiscale contro la bassa natalità. Il titolo focalizza la spesa «Per ogni figlio le famiglie spendono 800 euro al mese». Quindi Cisf suggerisce nell’ordine: aumento degli assegni al nucleo famigliare e detrazioni Irpef, poi l’adozione di deduzioni famigliari corrette e infine l’adozione del quoziente famigliare.

AVVENIRE – L’apertura di AVVENIRE è dedicata come prevedibile al rapporto Cisf presentato ieri, sul costo dei figli. Il titolo è “La paura del futuro: così l’Italia perde figli”. L’occhiello però precisa subito che a frenare la natalità non sono solo soldi e lavoro, ma anche il senso di incertezza. Ci sono i dati, le storie, ma soprattutto questo allarme per il «suicidio demografico», che allarga la questione alla sua dimensione sociale. Di fatto in Italia le famiglie con figli sono una minoranza, se il 53% delle famiglie non ne ha. Pierpaolo Donati fa questa analisi: la causa è «una crescente debolezza psicologica e culturale», insomma «la spiegazione materialista non regge». Vuol forse dire – chiede AVVENIRE – che le tradizionali politiche familiari sono da mandare in soffitta? «Agire sul versante denaro è necessario perché le famiglie investono per i figli il 35/40% del budget familiare, ma deve essere accompagnato da un cambio di prospettiva culturale, che significa mettere in campo un welfare relazionale caratterizzato dai servizi». Di spalla quindi le tappe per un nuovo «welfare amico dei figli»: aumenti di assegni al nucleo familiare, adozione di deduzioni familiare corrette, adozione del quoziente familiare pesato, cioè «equitativo verso le famiglie con redditi più bassi». 

ACQUA
IL MANIFESTO – Inchiesta in ultima pagina dedicato a «un affare purissimo», ovvero il business dell’oro blu in bottiglia. «Legambiente e Altraeconomia denunciano l’imbarazzante caso delle tariffe irrisorie che le Regioni fanno pagare alle industrie imbottigliatrici. Più che canoni di concessione sono regali che alimentano profitti miliardari. Si salvano Veneto e Lazio» sintetizza IL MANIFESTO che nella stessa pagina dà conto dell’approvazione al Senato dell’odg che impegna l’esecutivo a garantire la titolarità delle concessioni delle fonti di approvvigionamento d’acqua alle istituzioni pubbliche.

PAKISTAN
LA REPUBBLICA – Arso vivo un cristiano perché non ha voluto convertirsi all’Islam, sua moglie violentata. Lui è morto dopo 3 giorni di agonia.  «È stato un vero e proprio martirio» denuncia il ministro degli Esteri Frattini: «l’Italia che aiuta il Pakistan nella lotta contro il terrorismo internazionale, non mancherà di far sentire la sua voce». 

LA STAMPA – “Dice no all’Islam cristiano arso vivo” titola in prima pagina LA STAMPA. Un nuovo caso di persecuzione religiosa si è concluso in un dramma in Pakistan. L’autista cristiano di una ricca famiglia di Rawalpindi è stato arso vivo da estremisti islamici e la moglie Martha ha rivelato di essere stata stuprata da alcuni poliziotti nella caserma dove era andata per denunciare il crimine. L’indignazione e la rabbia montano tra i cinque milioni di fedeli che compongono la minoranza cristiana in Pakistan. Il governo del Punjab ha vietato manifestazioni pubbliche di lutto per paura dei disordini.

ROMERO
AVVENIRE – Trent’anni fa veniva assassinato Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador. Alla messa celebrata ieri sera alla Comunità di Sant’Egidio di Roma c’era anche monsignor Paglia, postulatore della causa di beatificazione di Romero. L’assemblea legislativa del Salvador ha deliberato che da oggi questo sarà il «giorno di monsignor Romero». La data è diventata, nella Chiesa, quella per celebrare i missionari martiri. Nel 2009 sono stati 37, il numero più alto dell’ultimo decennio: ben 23 in America.  


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