Cultura

Elezioni, il Bové italiano scende in campo

Gino Girolomoni, pioniere dell'agricoltura biologica in Italia, candidato nel proporzionale per il Girasole in Abruzzo e nelle Marche

di Giampaolo Cerri

Per i contadini biologici italiani è un simbolo. Gino Girolomoni, classe 1946, agricoltore da sempre, scende in campo per il Girasole. “Sarò l’unico candidato nel proporzionale nel collegio dell’Abruzzo”, conferma a Vita, “e il secondo nelle Marche”. Profondamente cattolico, Girolomoni diviene famoso nel ’74, quando fondò a Isola del Piano (Pesaro) la cooperativa Alce Nero, che praticava un’agricoltura d’altri tempi, mettendo al bando pestici e sostanze chimiche in genere. Nel monastero di Montebello, restaurato giorno dopo giorno assieme alla moglie e ai soci, Girolomoni ospita personaggi come Sergio Quinzio o Guido Ceronetti, di cui è personalmente amico. Con altri ambientalisti cattolici come Giannozzo Pucci elabora una critica severa al modello di sviluppo liberista. Nel ’78 viene processato con alcuni soci per aver prodotto pasta biologica: gli industriali di settore l’avevano denunciato per sofisticazione alimentare. Dopo anni di dure battaglie, nel giugno del 1981, la Giustizia gli dà ragione. Nel 1987 fonda l’Associazione mediterranea agricoltura biologica, e attualmente presiede il consorzio il consorzio Meditterabio: 1.000 produttori, 9 cooperative, 4 associazioni di produttori che hanno fatturato nel 2000 ben 26 miliardi. Dal 1999 è responsabile del settore agricolo dei Verdi. Della sua candidatura dice: “L’ho fatto perché molti agricoltori biologici me l’hanno chiesto. Ma dico la verità: se non dovessi essere eletto, non sarebbe un dramma”.


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